LEGGERE L'ARTE Biografie d'artista al Museo d'Arte Contemporanea di Lissone

Il MAC di Lissone e Johan & Levi Editore con il patrocinio dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Lissone annunciano l'incontro dedicato a Joseph Beuys nell'ambito del ciclo "Leggere l'arte. Biografie d'artista". Lo spunto per ogni serata è offerto dalle biografie edite da Johan & Levi, che si offrono come punto di partenza per approfondimenti su artisti, galleristi e figure di spicco nel panorama dell'arte moderna e contemporanea italiana e internazionale. Giovedì 3 ottobre Ilaria Barzaghi e Massimo Negri approfondiscono la figura di uno dei portavoce dell'arte concettuale della seconda metà del Novecento. Modera Alberto Zanchetta. 

Giovedì 3 ottobre ore 21
Museo d'Arte Contemporanea di Lissone
Viale Padania, 6
Tel. 039 214 5174
museo@comune.lissone.mb.it

In Joseph Beuys il legame tra arte e vita è strettissimo e nasce da un’esperienza drammatica: arruolato nell’aviazione tedesca, durante una missione in Crimea il suo aereo precipitò ma Beuys si salvò grazie a un gruppo di tartari nomadi, che lo curò avvolgendolo in grasso e pelli di feltro. Da quest’esperienza Beuys ha tratto i motivi d’ispirazione che lo avrebbero accompagnato lungo tutta la sua attività artistica e un sentimento ecologista molto spiritualizzato, che gli è valso la definizione di “sciamano dell’arte”.  Docente anomalo e contestato all’Accademia di Belle Arti di Düsseldorf, negli anni sessanta divenne uno dei membri più attivi del gruppo Fluxus, che riuniva artisti internazionali attorno all’idea del valore sociale dell’arte. Motto di Beuys fu la celebre frase “Ogni uomo è un artista”, con la quale intendeva riaffermare il concetto di “arte totale” e riportare l’esperienza artistica alla quotidianità, in una ricerca di valori e di significati universali. L’opera di Beuys, fatta soprattutto di azioni concettuali e di happening, ebbe gran risalto negli Stati Uniti, dove l’artista tedesco strinse un particolare rapporto con Andy Warhol. Vero e proprio uomo di spettacolo, pronto a intavolare dibattiti infiniti e a fare dimostrazioni surreali con scrittura e pensieri da flusso continuo, con numerose performance, installazioni ed esposizioni, Beuys ha ampliato il concetto convenzionale di arte grazie a un forte spirito di provocazione, attribuendo al pensare creativo e all’agire sociale il valore di opera artistica, in linea con la sua idea di “scultura sociale”, nella convinzione che grazie all’arte potesse nascere una società migliore. Un posto particolare nella sua produzione artistica spetta ai materiali e agli oggetti utilizzati nelle sue azioni: prodotti poveri tipo feltro, grasso, legno, acciaio, piombo, juta, e cose d’uso comune, come torce elettriche, slitte, telefoni, bidoni, motori, apparentemente asettici ma in realtà fortemente dotati di una personale energia e di un profondo valore simbolico ed autobiografico. Artista-sciamano, utopista messianico, Joseph Beuys ha fatto della propria attività artistica un impegno morale, didattico e politico, diventando un’icona del Novecento.

 
Ilaria M.P. Barzaghi, storico dell’arte e della cultura, si occupa specialmente di Ottocento e Novecento. Studiosa degli aspetti simbolici dei fenomeni sociali, culturali e politici, di rappresentazione della modernità e di iconografia, nelle sue ricerche privilegia un approccio interdisciplinare che fonde storia dell’arte, storia culturale e storia della rappresentazione. Rientra nei suoi campi d’indagine anche il dibattito artistico-culturale durante i regimi totalitari della prima metà del XIX secolo. Ha pubblicato tra l’altro Milano 1881: tanto lusso e tanta folla. Rappresentazione della modernità e modernizzazione popolare (Silvana, 2009), sull’Esposizione industriale di Milano 1881, letta attraverso le fonti iconografiche.
Massimo Negri è Membro del Comitato Scientifico della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano. Attualmente Director di European Museum Academy, fondazione olandese specializzata nella ricerca sulla innovazione museale in Europa. Direttore Scientifico del Master in Museologia Europa all’Università IULM di Milano e docente di museologia all’Università di Padova. Borsista Fulbright alla PennState University e alla Smithsonian Institution negli anni ’70, ha scritto con Antonello Negri il primo libro italiano sulla archeologia industriale. Direttore di European Museum Forum dal 1999 al 2009. 

 

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