E’ stata importante la presenza delle lavoratrici e dei lavoratori anche a questa iniziativa, che li ha visti ribadire e “gridare” le proprie ragioni, direttamente sotto le finestre dove si svolgeva l’udienza per il concordato preventivo di Bames.
I segretari di Fim e Fiom hanno potuto assistere come uditori allo svolgimento dell’udienza, dove l’avvocato dell’Azienda ha illustrato i contenuti del piano presentato al Tribunale, piano di rientro economico e di gestione del concordato preventivo.
Da quello che si è potuto capire non sono state portate grandi novità rispetto alla precedente udienza tanto che da parte del sostituto Procuratore Mapelli, presente all’udienza, sono stati avanzati forti dubbi sulla sostenibilità giuridica del concordato e che forse la strada del fallimento, magari in esercizio provvisorio, sia quella più lineare per affrontare tale situazione.
Al termine dell’udienza si è svolta una assemblea con le lavoratrici e i lavoratori presenti al presidio, per illustrare l’esito dell’incontro del giorno precedente a Milano con l’Assessore Regionale Melazzini e quanto avvenuto poco prima in Tribunale.
Si è ribadito la necessità di avere in tempi rapidi una risposta da parte del Tribunale di Monza per avere la possibilità di scongiurare i licenziamenti (291 persone di Bames al termine della CIGS il 22 ottobre prossimo a cui vanno aggiunti i 98 di SEM a febbraio 2014) auspicando che la decisone che verrà presa, sia quella di andare verso il fallimento della Società in esercizio provvisorio al fine di poter avviare con il curatore fallimentare un confronto per il prolungamento della cassa integrazione dentro la re-industrializzazione del sito.
Inoltre per quanto riguarda la re-industrializzazione, bisogna avviare con tutti i livelli Istituzionali un lavoro serio che crei le condizioni per un futuro sviluppo industriale dell’area di Vimercate e che i soggetti responsabili della ripresa delle attività produttive si muovano poi con estrema rapidità per evitare che in quell’area possano prevalere altre logiche.
Bisogna stringere i tempi e passare dalle parole ai fatti per dare risposte occupazionali ai lavoratori che rischiano di restare senza lavoro.
Appena ci saranno notizie dal Tribunale, sarà convocata una assemblea generale con tutte le lavoratrici e i lavoratori per decidere assieme il da farsi e le prossime iniziative.