PTCP di MB: L'ASSALTO CONTINUA

Continuano a fioccare i ricorsi al TAR da parte delle amministrazioni comunali brianzole contro il PTCP della Provincia di MB. Dopo  i ricorsi di  Concorezzo, Bernareggio, Cornate, Sulbiate, Triuggio e Usmate, si sono ora aggiunti Giussano e Vimercate. Sono ricorsi "trasversali", nel senso che parliamo di amministrazioni sia di centrodestra sia di centrosinistra, purtroppo in questo caso accumunate da dichiarazioni difficilmente condivisibili (vedi articoli allegati). Non è bello constatare l'uso disinvolto della rivendicazione della propria autonomia nell'avere il diritto di decidere "come e dove costruire nella provincia più cementificata d'Italia". (citazione tratta dal blog Brianza Centrale che condividiamo in pieno). C'è un allergia viscerale a qualsivoglia tentativo di pianificazione che abbia una visione più amplia e globale, a partire dal livello provinciale. Così si rivendica la "patria potesta localista", non considerando lo stato di "disastro urbanistico" in cui versa la Brianza monzese, ridotta (fatto salvo alcune residue zone) ad una piastra di cemento e asfalto, tant'è da risultare la PIU' CEMENTIFICATA D'ITALIA

L'abbiamo già detto, in questo PCTP ci sono luci ed ombre. Come gruppi ed associazioni ambientaliste de l'OSSERVATORIO PTCP di Monza e Brianza avremmo voluto regole più stringenti, più aree tutelate in modo più deciso e con questi obbiettivi, nella nostra più completa autonomia operativa e di giudizio, abbiamo interloquito con un alcuni Consiglieri Provinciali del PD sensibili al tema. Questo ha indubbiamente consentito il miglioramento, sotto molti aspetti, del PTCP. Abbiamo scelto la strada di esserci e continueremo ad essere presenti, proseguendo nel nostro rapporto con quei consiglieri che si sono dimostrati attenti alle nostre istanze, cercando di evitare che il PTCP sia depotenziato da ricorsi al TAR o da future richieste di modifiche o varianti  "al ribasso" da parte sia dei privati sia delle amministrazioni comunali.

Per questo, sin d'ora, chiediamo all'Istituzione Provincia di resistere in tutti i gradi di giudizio ai ricorsi.

Faremo altresì la nostra parte, con la nostra rappresentanza in sede del previsto Osservatorio Provinciale, per promuovere la necessità dello STOP AL CONSUMO DI SUOLO, utilizzando tutte le attribuzioni di cui è stato investito l'Osservatorio Provinciale. In una Provincia, in un ambito territoriale dove si è superato ampiamente la soglia di tollerabilità dell'edificato, è fuori luogo continuare a pensare e a puntare sull'edilizia quale motore di sviluppo, sopratutto quando una fetta consistente di quanto recentemente costruito risulta vuoto ed inutilizzato e quindi, rispondente a fattori speculativi e non a reali bisogni insediativi.

Piano regolatore. Il Comune contro la Provincia. Ricorso al Tar

 di Marco Dozio da il Giorno del 29/12/013

LA PROVINCIA di Monza trascinata in tribunale dal Comune di Vimercate. Che ha scelto di ricorrere al Tar per bloccare gli effetti del Ptcp, il Piano regolatore provinciale mal digerito da una nutrita schiera di municipi, gelosi delle proprie prerogative in ambito di pianificazione territoriale. Ogni campanile vuole salvaguardare l’autonomia di decidere dove e come costruire. Senza subire le imposizioni di Palazzo Grossi che in sostanza ha vincolato tutte le aree verdi brianzole, nella speranza di arginare la cementificazione galoppante. «Ma noi siamo una realtà virtuosa. Nel Pgt abbiamo ridotto le aree edificabili di oltre mezzo milione di metri quadri», spiega il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Corrado Boccoli, argomentando le ragioni di un ricorso che vede Vimercate capofila di un dissenso ampio e trasversale, che nella Brianza orientale coinvolge Giunte di centrodestra (Concorezzo, Cornate, Bernareggio) e di centrosinistra (Usmate). Il punto è che il Ptcp rischia di mandare in fumo il nuovo quartiere ipotizzato nei campi tra la Bananina e l’ex Provinciale Sp2: un comparto di case e negozi che dovrebbe accogliere anche il trasloco e l’ampliamento dell’Esselunga. «Si tratta dell’ultimo e definitivo ambito di espansione della città», assicura Boccoli, che nell’elenco dei progetti bloccati dalla Provincia inserisce le 4 palazzine del piano di lottizzazione di Cascina Castellazzo. «Interventi piccoli e grandi rischiano di non partire nonostante sia già stata approvata la convenzione con gli operatori: in linea di principio il Ptcp afferma istanze condivisibili, in particolare l’esigenza di preservare le aree verdi, ma occorre trovare un equilibrio tra necessità di sviluppo e tutela ambientale». Per Boccoli è in ballo anche una questione più generale che riguarda l’interazione tra i diversi enti locali. Ovvero chi deve fare cosa. La Provincia, in altre parole, non avrebbe rispettato l’autorità dei Comuni commettendo un’invasione di campo. «Il Ptcp nei fatti ha ridotto le competenze assegnate per legge ai Comuni in termini di pianificazione urbana e ambientale».

L’unica speranza per ricomporre il dissidio, prima della sfida in tribunale, è affidata alla convocazione di un tavolo di confronto. «La Provincia non ci ha concesso il tempo necessario per impostare una concertazione, quindi siamo stati costretti a presentare il ricorso. Ma da parte nostra abbiamo la volontà, se sarà possibile, di trovare una soluzione alternativa all’aula giudiziaria: per questo motivo abbiamo chiesto l’apertura di un tavolo di confronto». Eppure a scorrere il documento provinciale qualche elemento di sintonia tra Palazzo Trotti e Palazzo Grossi spunta qua e là. «Condividiamo pienamente la norma sull’eliminazione dei cartelloni pubblicitari dalle strade provinciali: è un passo in avanti nella direzione della tutela paesaggistica».

Osservatorio PTCP di Monza e Brianza