Questa mattina K2O è stato sgomberato e successivamente demolito.

VIDEO DELLA GIORNATA: https://www.youtube.com/watch?v=IzDelsRdiKQ

Dopo mesi di lavori di autorecupero K2O stava aprendo le sue porte; da alcuni giorni una famiglia -già sotto sfratto- aveva inoltrato all’ENEL la richiesta di allacciamento alla rete elettrica. Con una tempestività non casuale la famiglia Giambelli, formale proprietaria dello stabile, aveva inviato alcuni operai dell’AGAM per bloccare la fornitura d’acqua e oggi alcuni operai loro dipendenti per “ripulire” e successivamente demolire lo stabile, accompagnati da un centinaio di uomini delle Forze dell’Ordine e una quindicina della Digos, che hanno portato a compimento il loro sporco lavoro di burocrati armati. L’occupazione dell’edificio era avvenuta il 12 ottobre 2013, data in cui molte realtà a livello nazionale avevano manifestato per il diritto all’abitare contro speculazioni e nocività. A partire da un’analisi politica lucida e impietosa dell’operato delle amministrazioni pubbliche monzesi, l’occupazione di K2O si è posta come primo obiettivo, attraverso la pratica dell’autorecupero, di trovare una risposta alla crescente emergenza abitativa. Per questo K2O è stato investito da un immenso lavoro che lo ha portato a essere una vera e propria abitazione; e durante questo periodo è diventato anche luogo di socialità e iniziative culturali rivolte al quartiere con il quale ha interagito positivamente fin dall’inizio, cercando di essere un attore partecipe alle dinamiche degli abitanti in fase di proposta e ascolto (pensiamo alla fastidiosa diminuzione del trasporto pubblico in quartiere, alla mancanza di luoghi di aggregazione e confronto, alla strumentale proposta di partecipazione alle consulte, al pericoloso stato delle strutture architettoniche scolastiche..). L’autorecupero quindi non è stato solo uno strumento per ristrutturare l’edificio, ma un catalizzatore di energie, intelligenze e capacità pratiche che ha permesso di aggregare notevole forza e partecipazione attorno alle rivendicazioni del diritto all’abitare. Grazie a K2O la legittimità delle lotte per il diritto alla casa a Monza è aumentata vertiginosamente e il Comitato Monzese per il Diritto alla Casa è ormai un soggetto riconosciuto e credibile.

Tutto ciò è chiaramente un problema per chi le case le progetta o le costruisce in ottica affaristica: palazzinari, speculatori, società di gestione fondi, banche e accoliti. La famiglia Giambelli rappresenta al meglio tutte queste categorie che, nella crisi, si arricchiscono grazie alla finanziarizzazione della rendita fondiaria urbana, ossia quel gioco di prestigio economico che permette a banche e immobiliaristi di mettere a profitto ingenti linee di credito anche se gli edifici costruiti rimangono sfitti o invenduti. La storia di questa famiglia è lunga e non esente da macchie: per citare solo le più recenti ricordiamo le promesse mai mantenute nell’offerta di alcuni affitti in social housing (forma non esente da critiche e contraddizioni) negli edifici di via Bernini o delle ambigue modalità di assegnazione di questi appartamenti, le convenzioni stralciate con cooperative poi estromesse e le logiche di scambio con le passate giunte monzesi e brianzole.

Davanti a tutto questo, la giunta Scanagatti se ne lava le mani. Con la scusa del patto di stabilità, non si costruiscono politiche sociali e abitative degne di questo nome. Sono due anni che vediamo solo l’applicazione di soluzioni-tampone all’emergenza abitativa vendute come politiche d’avanguardia (guarda caso, ancora social housing), quando poi solo una decina di famiglie su un centinaio nella graduatoria d’emergenza vede riconosciuto il diritto di avere un alloggio. Lo sgombero di oggi testimonia proprio questo: la totale subalternità di una giunta di centrosinistra alla rendita privata. E il risultato della debolezza di questa giunta andrà tutto sulle spalle della famiglia che sarebbe entrata a giorni in via Buonarroti 93; alla città rimane invece in eredità un cantiere, fermo da 8 anni, senza alcun progetto.

Consapevoli di essere all’interno delle contraddizioni che agitano la città, consapevoli dell’autorevolezza accumulata in questi ultimi anni di lotte, lanciamo un corteo cittadino PER IL DIRITTO ALL’ ABITARE sabato 15 febbraio a Monza.

Appuntamento mercoledì 12 febbraio alle 21.00 presso la FOA Boccaccio di via Rosmini 11 per l’assemblea cittadina di costruzione del corteo.

spazio K2O
Comitato monzese per il diritto alla casa
FOA Boccaccio 003

 per info: 

pertuttiuntetto@yahoo.it            

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