UN BILANCIO PARTECIPATIVO SBILANCIATO E POCO PARTECIPATO
Il quartiere San Carlo penalizzato
Si è appena concluso il bilancio partecipativo avviato dal Comune di Monza nel mese di Maggio 2014 con esiti che a nostro avviso penalizzano interventi specifici e diretti al miglioramento del quartiere a favore di interventi di scala urbana maggiore. Sicuramente un format innovativo per i cittadini di Monza, che dopo l'abolizione delle Circoscrizioni, propone un modello diretto di condivisione delle risorse attraverso la partecipazione ed il coinvolgimento della cittadinanza. Purtroppo lo scopo iniziale di individuare interventi prioritari con ricadute effettive e positive nei quartieri, è venuto meno, riducendo opportunità di valorizzazione e riqualificazione di alcuni ambiti urbani in fase di trasformazione, come la zona tra S.Carlo e S. Giuseppe dove parallelamente a proposte più dirette al quartiere rispondenti a reali esigenze sono state fatte delle proposte con una bacino di ipotetici fruitori ben più ampio del quartiere. Crediamo che il modello partecipativo sia stato carente dal punto di vista dei luoghi della partecipazione, mancando nel modello adottato un reale coinvolgimento progettuale cognitivo ( progettazione partecipata ) dei cittadini con la forma ad esempio di work-shop ed attivabile dalle consulte.
Il modello partecipativo avviato dall'amministrazione, a mio modesto parere ha messo in luce le criticità di uno strumento sicuramente migliorabile in particolare modo per quanto riguarda l'aspetto qualitativo. Nello specifico l'amministrazione nel valutare le proposte, basandosi prioritariamente sui risultati della piattaforma online, non ha tenuto conto della del grado di coinvolgimento e della capacità della proposta di generare aggregazione, spirito di comunità e senso civico, dalla fase ideativa alla fase progettuale alla fase realizzativa e di gestione mettendo in rete le realtà associative presenti nel quartiere, secondo una prassi diffusa nei paesi anglosassoni e del nord Europa, dove i cittadini e le associazioni, partecipano con le amministrazioni, oltre ogni retorica, diventando parte attiva, nella gestione e controllo della cosa pubblica e dell' attività delle pubblica amministrazione in un'ottica di resilienza urbana. Entrando nel merito credo che sia mancata quell' attività di sensibilizzazione che pone l'accento sul tema degli ecosistemi urbani come forma equilibrata tra relazioni umane e attività insediate. La logica che sottende il metodo dovrebbe essere quello della civitas, realizzabile attraverso la condivisione di problemi e bisogni e quindi di possibili soluzioni. Nonostante la scelta dei progetti da realizzare si sia basato sul numero di voti riteniamo che ci sia stata una scarsa partecipazione ( 3600 cittadini su 1200 circa ). Nella presentazione di Bipart si evidenziava l'importanza dello strumento partecipativo, proprio per la sua capacità di garantire trasparenza delle scelte, permettendo ai cittadini di sapere come e dove quando vengono utilizzate le risorse nei quartieri.
Riteniamo che nell' anno di sperimentazione lo strumento partecipativo adottato dall'amministrazione, si sia trasformato da un sistema flessibile, snello ed efficace ad un sistema rigido, complesso ed ingrovigliato ben adattato alla faraginosità della burocrazia, casa della scarsa partecipazione, a scapito della qualità delle proposte basate sul confronto, sulla condivisione e scambio di idee che vede nella rete relazionale aparta ed inclusiva il fattore critico di successo. L'altra faccia della medaglia è che lo stesso metodo che permette ad ogni cittadino di fare proposte e di votarle anche in altri quartieri da quello di residenza a favorito interventi a scala urbana maggiore a discapito di interventi di rango inferiore cioè a livello di quartiere. Per fare un esempio concreto alcune proposte inerenti il quartiere San Carlo in particolare il miglioramento dei giardinetti di via Pacinotti, o la realizzazione di orti urbani comunitari, sono state annichilite, dalla proposta seppur necessaria per tutta la città di una pista ciclabile lungo C.so Milano che collega Monza con Sesto S. Giovanni alla futura Stazione di Monza Bettola che da sola assorbirebbe la quota capitale destinata al quartiere con uno stanziamento di 60.000 € che permetterebbe di realizzare solo in parte il collegamento.
Riteniamo che una singola opera infrastrutturale che da sola assorbirebbe tutto il budget destinato al quartiere debba essere finanziata con strumenti specifici per finanziare opere pubbliche in conto capitale, come oneri di urbanizzazione e scomputo standard, con contributi regionali, fondi comunitari, o i classici mutui richiesti alla Cassa Depositi Prestiti, finalizzate alla realizzazione di opere pubbliche inserite nel Piano Triennale delle opere pubbliche ho nell'ambito di interventi statali per le riqualificazione delle città. Ritornando al Bilancio partecipativo si ha il caso paradossale che sono state considerate meritevoli di realizzazione opere che verranno finanziate con il Bilancio per il quartiere e verranno realizzate in altri quartieri seppur contermini. Essendo il primo anno di sperimentazione del Bilancio partecipato siamo consapevoli della possibilità di qualche debug, tuttavia auspichiamo che per i prossimi anni l' amministrazione valuti con maggior coerenza ed attenzione, quelle proposte con ricadute positive sul quartiere, e che sono state elaborate dai cittadini e dalle consulte attraverso processi di progettazione partecipata anche di tipo spontaneo che per la loro natura generano processi aggregativi, nuove relazioni, senso di cittadinanza, solidarietà .
Comitato quartiere San Carlo
Villy Deluca