Apprendiamo da un comunicato stampa del Comune di Monza che è stata approvata in giunta la variante normativa al PGT vigente. Le parole d’ordine della variante, leggiamo, sono “sburocratizzare, velocizzare, incentivare gli investimenti” e “flessibilità in temi di destinazioni d’uso” per le aree dismesse. Per i proprietari delle aree dismesse sono previste “importanti premialità”. Memori del disastroso tentativo di variante al PGT della passata giunta Mariani, mai approvata, contro cui si mobilitò una grande sollevazione popolare, l’attuale giunta sceglie invece di intervenire sulla parte normativa con una variante leggera nella forma ma pesante nei contenuti. Di fatto, l’attuale variante si configura come un sostanzioso intervento di deregulation. Dietro al manto della semplificazione, si attuano una serie di provvedimenti che avranno l’effetto di favorire in modo significativo i proprietari delle aree e gli operatori immobiliari, danneggiando invece l’interesse pubblico della cittadinanza. Particolarmente grave è la situazione che si verrebbe a creare, in caso di approvazione della variante, con riguardo alle aree dismesse. Le aree dismesse infatti rappresentano l’antico patrimonio produttivo ed industriale monzese. Esse necessitano certamente di essere recuperate da stati di abbandono al più presto, ma questi interventi di rigenerazione urbana devono mantenere una importante diversificazione (polifunzionalità) nelle destinazioni d’uso, che comprendano una quota significativa di destinazione d’uso produttiva e commerciale. La dichiarata flessibilità nelle destinazioni d’uso nelle aree dismesse invece prelude alla inquietante prospettiva di sostituire il vecchio cuore produttivo della città con distese di edilizia residenziale: una prospettiva certamente allettante per operatori e proprietari, molto meno per la cittadinanza. Inoltre, le “importanti premialità” andrebbero a diminuire seriamente l’entità degli oneri di urbanizzazione, attraverso cui vengono realizzate opere pubbliche a beneficio della cittadinanza e della qualità della vita nei quartieri. Anche in questo caso, gli operatori ed i proprietari sarebbero avvantaggiati mentre la cittadinanza ne risulterebbe danneggiata.

LAB MONZA