Villa Reale ancora chiusa, nessuna risposta ai lavoratori. Intanto, parte la richiesta di cassa integrazione per i dipendenti di “Cultura Domani”. Ma il datore non anticipa.
“È stata finalmente richiesta la cassa integrazione da parte dell’azienda, dal 3 di agosto e per le successive 18 settimane. Le ferie sono già state esaurite e ci sono ancora poche certezze sul futuro. A tutto questo si somma l’attesa dell’assegno da parte dell’Inps, perché il datore di lavoro ha già più volte ribadito l’indisponibilità ad anticipare le somme dovute ai propri dipendenti”; la sintesi degli ultimi avvenimenti che stanno tenendo sulle spine otto dipendenti di “Cultura Domani” è di Fabiana Cabras, sindacalista della Filcams Cgil Monza e Brianza.
Un silenzio assordante aleggia sulla villa costruita dall’architetto imperiale Giuseppe Piermarini per l’arciduca Ferdinando d’Asburgo. I cancelli della reggia, infatti, si sono chiusi a marzo durante il lockdown e non si sono più riaperti. Le visite sono consentite solo agli appartamenti reali, gestiti direttamente dal Consorzio della Villa (la biglietteria è chiusa, le prenotazioni si effettuano solo on-line), mentre il corpo centrale, affidato a Nuova Villa Reale di Attilio Maria Navarra, società controllata a sua volta da italiana Costruzioni in cui Navarra è consigliere delegato, resta chiuso.
Patrimonio culturale di assoluto valore, simbolo della città di Monza, oggi la Villa, con i cancelli chiusi, sembra lanciare un messaggio inquietante sulla città e sulle aspettative di un territorio che desidera ripartire dopo i mesi più difficili della pandemia.
A farne le spese, finora, sono stati i lavoratori: oltre agli otto dipendenti, ci sono anche le guide turistiche e le altre realtà professionali che gravitavano attorno alle attività della reggia piermariniana.
“È sempre mancata una visione strategica a lungo termine”, ci ha raccontato Leonardo Marcos Martello che, insieme ad Alberto Locatelli, è la RSA in azienda. “Il nostro obiettivo – spiega Martello – è di stimolare le istituzioni affinché si pubblichi il prima possibile un bando per la nuova gestione”. E, amaramente, aggiunge: “Ci troviamo nuovamente di fronte al fallimento amministrativo della gestione consorzio-privato di un bene pubblico di pregio, un fallimento per tutti, in primis per i cittadini monzesi”.
“Siamo esterrefatti da questo immobilismo istituzionale – rincara la dose Angela Mondellini, segretaria generale della Cgil di Monza e Brianza –. È tempo che chi ha la responsabilità delle scelte strategiche si impegni in un progetto di ampio respiro per il rilancio della Villa, uno dei gioielli di questo territorio che non possiamo accettare rimanga chiuso oltremodo. Stiamo seguendo la vicenda con interesse con l’obiettivo di tutelare i posti di lavoro – continua Mondellini – e faremo di tutto perché non si perda altro tempo. Crediamo che, dal complesso della Villa, la città possa ricevere la spinta giusta per il rilancio economico che serve”.