Lo Smart Working può essere un'opportunità, va fatto in un sistema di diritti e tutele
“Sono stati due giorni di confronto intenso quello che abbiamo avuto con le delegate e i delegati sindacali della Fiom dove abbiamo analizzato la situazione attuale di chi si trova a lavorare in Smart Working e dove abbiamo anche elaborato idee e proposte per dare a queste lavoratrici e lavoratori un sistema di diritti e tutele”. Ad affermare questo è Pietro Occhiuto, Segretario Generale della Fiom Cgil Brianza nel presentare il documento che la categoria dei metalmeccanici della Cgil brianzola ha elaborato per rilanciare il tema della contrattazione sullo Smart Working. “Quello che si sta facendo adesso – prosegue Occhiuto – ha poco a che vedere con lo Smart Working. Con l’emergenza Coronavirus e con le politiche del contenimento del contagio di questi mesi le persone si sono viste catapultate nel lavoro da remoto senza aver sottoscritto alcun accordo“. Il lavoro da remoto ha dimostrato una grande capacità di adattamento dei lavoratori ma, al tempo stesso, ha messo in luce alcune criticità sulle quali è bene riflettere: le rigidità con cui è stato organizzato che sono chiaramente in antitesi con la nozione di Smart Working, orari di lavoro dilatati e poca capacità di disconnessione la mancanza di qualsiasi tipo di formazione, l’assenza di dotazioni strumentali, le difficoltà sulla conciliazione di vita e di lavoro delle persone con particolare riferimento alla condizione femminile. “Tutte queste sono questioni di natura contrattuale che vanno normate e regolamentate – sostiene Pietro Occhiuto – ed è necessario costruire un sistema di diritti e di tutele per non sprecare le opportunità che lo Smart Working può offrire”. Proprio in questi giorni, in diverse aziende metalmeccaniche della Provincia di Monza e Brianza, si sta avviando il confronto sulla regolamentazione dello Smart Working.
Monza 4 giugno 2020