“Lavoro Agile” al via: Monza tra le 15 Amministrazioni italiane chiamate alla sperimentazione
Monza, 30 luglio 2019. Il Comune di Monza è stato selezionato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri tra le 15 pubbliche amministrazioni italiane presso cui sarà attivata una sperimentazione pilota per l’introduzione del Lavoro Agile. Una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzata dall'assenza di vincoli orari o spaziali e da un'organizzazione del lavoro per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra il dipendente e il datore di lavoro. Tra le altre città coinvolte Firenze, Cagliari, Bologna, Reggio Calabria, Macerata, Roma, Catania e Napoli.
Gli step attuativi. Il Comune, che conta ad oggi circa 900 dipendenti, si prepara ora ad entrare nel vivo della sperimentazione: nel corso del 2019 già 10 lavoratori potranno lavorare in “Smart-Working”, con una formula che consente al dipendente di prestare la propria attività lavorativa da remoto un giorno alla settimana; altri 15 lavoratori agili sono previsti nel 2020 e ulteriori 20 nel 2021. Per individuare il primo gruppo di sperimentatori sarà pubblicato un Avviso interno rivolto al personale la cui attività può essere prestata anche in modalità agile. Oltre ai requisiti professionali previsti anche i criteri di priorità: tra questi la presenza di bimbi piccoli o disabili in famiglia e la distanza tra abitazione e sede di lavoro.
“Più agile meglio per tutti”. La nuova modalità di lavoro inciderà sull’intera organizzazione rispondendo a un bisogno di flessibilità in un contesto organizzativo talvolta ancora rigido, in termini di tempi e luoghi con uno sguardo rivolto all’innovazione e ai nuovi processi di digitalizzazione. Benefici sono attesi anche in termini economici ed ambientali.
Gli obiettivi. Rendere flessibili luoghi e tempi della prestazione lavorativa risponde al duplice obiettivo di aumentare la qualità dei servizi e la produttività e favorire una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Il lavoro agile rappresenta una leva di innovazione organizzativa che consente - tra gli altri - la progressiva revisione dei processi organizzativi, l’aumento delle competenze di pianificazione, gestione e coordinamento, l’abbandono della logica dell’adempimento a favore di una attenzione all’obiettivo, l’accelerazione dei processi interni di digitalizzazione e l’aumento delle competenze tecnologiche e culturali.
Il quesito tra i dipendenti. All’inizio dell’anno la Direzione delle Risorse Umane ha somministrato un questionario ai 110 responsabili intermedi e apicali dell’Ente, compresi i Dirigenti, per indagare la propensione ad aderire allo Smart-Working: hanno risposto alla survey, dimostrando interesse al tema, 6 Dirigenti, 47 responsabili di servizio e 57 responsabili d’ufficio, per un totale di 110 persone delle 140 intervistate.