Dopo il “pokerissimo”, composto da tre delibere che prevedono sconti e monetizzazioni a favore dei i costruttori edili; dopo la creazione di un “dream team” comunale (un gruppo da sogno?) per accelerare l’iter di approvazione di nuove costruzioni; ecco che sbarca in città anche l’Archistar (il brand). Queste espressioni da telemarketing urbano mostrano da subito la loro vera realtà. Nuovo cemento in vista, soprattutto con edifici alti sulle aree dismesse, in zone densamente costruite e popolate.

Peraltro, non è una novità per Monza: nel corso del tempo sono stati realizzati in varie parti della città alcuni edifici alti fino a 50 metri (Corso Milano, Piazza Trento, San Gerardo), soprattutto negli anni ‘60 e ’70, quando il Piano Regolatore prevedeva una sviluppo residenziale per Monza di oltre 300 mila abitanti, cifra rimasta invece ferma, negli ultimi 40 anni, a 123 mila residenti. Ma anche più recentemente basta ricordare le 2 torri da 40 metri sulla ex IMA di via Messa, attualmente in costruzione, in seguito a un Piano di lottizzazione approvato dalla Giunta Mariani nel novembre del 2011. Oppure quello approvato dalla stessa Giunta nel dicembre del 2011, con un edificio ricettivo, alto ben 40 metri, sulla ex Diefenbach di via Borgazzi. Non dimentichiamo infine anche l’ecomostro di via Lario, costruito sulla prospettiva storica del vialone dalla Villa Reale.

Ma veniamo ai giorni nostri, con la Giunta guidata dal Sindaco Allevi. In febbraio e marzo sono state approvate 4 delibere di indirizzo, di cui tre riguardano Piani attuativi già approvati in precedenza.  

Ex AutoMonza di via Foscolo: approvato dal Consiglio un Programma integrato di intervento (Pii) nel 2015, che prevedeva circa 29 mila metri cubi ad uso residenziale con edifici di 4, 5 e 6 piani, ecco invece in arrivo tre torri con altezze fino a 50 metri (16 piani). Si prevede poi un ulteriore aumento del volume di circa 6 mila mc (2.000 mq di nuova Slp). Così ha stabilito la Giunta con propria deliberazione n. 80 del 26 marzo scorso, di indirizzo agli uffici. Nuovo il progettista: Stefano Boeri, noto autore del “Bosco verticale” a Milano e recentemente, quasi identico, a Tirana (Albania), Nanchino (Cina) e Losanna (Svizzera). Secondo la stampa locale, Boeri riproporrebbe quella tipologia anche a Monza. Il luogo e il contesto urbanistico non contano nulla. Con la scusa di recuperare maggiori quantità di suolo libero e verde, viene ignorato il contesto urbanistico, le altezze degli edifici di 2/3 piani lungo il sistema lineare di via Foscolo, lo storico accesso al Cimitero urbano realizzato da Ulisse Stacchini (tra il 1920 e il 1930), già autore della Stazione centrale e del primo stadio Meazza di Milano. Si va così ad aggravare l’impatto urbanistico già pesantissimo di questo intervento sul quartiere. Già nel Pii approvato nel 2015, infatti, venivano stimati in 230 i nuovi veicoli che graviteranno su via Foscolo, arteria già oggi bloccata dal traffico nelle ore di punta del mattino e della sera. Avevamo esplicitato tutte queste considerazioni nelle osservazioni presentate dal nostro Coordinamento nel 2015 (con la precedente amministrazione e consultabili nel sito del Comune) rimaste peraltro inascoltate e respinte da quella maggioranza che oggi si trova all’opposizione (e che infatti oggi tace). Teniamo inoltre presente che quella dei due “boschi verticali” di Milano non è esattamente edilizia residenziale alla portata di tutti… avremmo anche qui appartamenti di lusso dove i fabbisogni cittadini di edilizia agevolata non avranno alcuno spazio. E ci auguriamo che non si tenti il giochetto di considerare i balconi come dotazione di verde pubblico!

Ex Buon Pastore di via Cavallotti: L’area del Buon Pastore, situata nel quartiere Triante, verso il centro di Monza, posta tra le vie F. Cavallotti e S.M. Pellettier, occupa una superficie territoriale di circa 30.000 mq. Rappresenta un complesso architettonico di notevole interesse storico, pur avendo subito nel tempo diverse alterazioni e versando, oggi, in uno stato di abbandono. Il complesso ruota attorno alla vecchia ‘Villa Angela’ (Uboldi), e alla Chiesa panottica, costruita nei primo anni del secolo scorso, vincolate dalla Soprintendenza. La cascina Porcellina, presente fino agli anni’80 in questa vasta area, probabilmente più antica della chiesa, anch’essa “protetta” dalle Belle Arti, è stata invece distrutta per far posto al centro commerciale, terziario e residenziale ‘Taneda’. Nel Piano di Governo del Territorio (PGT) approvato nel 2017 (Ambito AT_07), si prevedono circa 42 mila metri cubi di nuova edificazione, di cui 80% ad uso residenziale ed i restanti a terziario – commerciale, con un consumo di suolo di quasi 6.000 mq, su quello che era un giardino storico! Per il PGT l’altezza massima degli edifici deve essere uguale a quella della Villa storica (2 piani) e di 5 piani nel sito non vincolato. Ecco che ora, la Giunta, con propria deliberazione n. 81 del 26/3/2019, ha dato indicazione perché le altezze massime degli edifici possano essere aumentate fino a 32,50 metri (10 piani) e consentire un incremento del volume realizzabile in loco di altri 15.000 mc (mq 5.180 di Slp), oltre a un nuovo centro commerciale (MSV)! Ancora una volta si ignora il contesto urbano, sia dal punto di vista dell’impianto storico sia degli insediamenti posti vicino a quel sito. Uno scempio degno dei peggiori anni della storia monzese! Chiediamo che l’Ambito AT_07 venga rivisto in direzione di una forte riduzione se non un azzeramento delle nuove volumetrie consentite. Inoltre, come noto, quel raro spazio verde si colloca subito a ridosso del polo scolastico superiore (Hensemberger, Frisi, Mosè Bianchi), che potrebbe trovare parziale localizzazione in quegli immobili recuperati, in quanto in carenza di spazi.

Pii ex Feltrificio Scotti in viale Battisti: il 26/2/2019 è stato approvato dalla Giunta un atto di indirizzo per modificare il Pii in questione, approvato dal Consiglio comunale il 24/9/2015, con forti opposizioni al progetto. Il “Teatro della Musica” (auditorium) viene ora eliminato, aumentata la Slp residenziale e portate le altezze da 18 a 27 metri (da 6 a 9 piani). Come noto, anche quel Pii si trova in zona vincolata, sia per la presenza del vialone Battisti (fascia di 100 metri), sia per specifico vincolo sugli edifici di Villa Azzurra e sulla ex Casa delle Aste. Il progetto presentato dal privato è in corso di valutazione e, a quanto si legge nella delibera, avrà un iter non breve in quanto costituisce variante agli strumenti urbanistici. Quella del “Teatro della musica” è una questione annosa e tormentata: viene previsto nell’ex Feltrificio Scotti (con una forma cilindrica assai discutibile rispetto a quella zona urbana e senza considerare la carenza di parcheggi) quando si sarebbe potuto adeguare l’ex Cinema Maestoso, che invece viene demolito per costruire un altro supermercato, con un Pii approvato nel 2015 che non contempla più la realizzazione del Centro civico, previsto nel progetto iniziale approvato nel 2014. Parrebbe quasi che l’amministrazione stia facendo il “gioco delle tre tavolette”, in assenza di una visione d’insieme che consenta di valutare le presenze funzionali, storiche e gli impatti ambientali. In questa sciarada edilizia, perché invece non inserire in questo Pii il nuovo Centro civico, tolto dal progetto dell’ex Cinema Maestoso, considerato che quello attualmente in uso in via Bellini, oltre a essere inadeguato (es. sala riunioni seminterrata), è l’unico, su 10 Centri civici, che risulta ancora in affittanza? Inoltre, questa operazione all’amministrazione comunale non costerebbe nulla, ai sensi dell’art. 8 della nuova convezione sull’ex Cinema Maestoso, approvata da questa Giunta con delibera 341 del 30/10/2018, smettendo così ti pagare un affitto costoso. Salvo il caso che, con quella modifica alla primigenia convenzione, si voglia solo fare cassa (1.100.000 euro).

Pii in Piazzale Virgilio (ex Silvio Colombo): Con deliberazione n. 47 del 26/2/2019 la Giunta ha approvato gli indirizzi per la modifica al Pii approvato nel 2013. Si prevede una diminuzione della Slp residenziale, un aumento della superficie a servizi, però un aumento della superficie commerciale per una Media Struttura di Vendita e lo spostamento in quel sito del “Teatro della musica” previsto nel Pii dell’Ex Feltrificio Scotti. Ricordiamo che parte dell’area ricade nei vincoli di tutela paesistica del Codice dei beni culturali, posti con Decreto nel 1965 lungo i vialoni di accesso alla Villa Reale. Francamente non si comprende il motivo per cui inserire una superficie commerciale (MSV) a poche centinaia di metri dal grande Centro Commerciale Auchan di via Lario. Inoltre la scelta di dove localizzare il Teatro della musica non può dipendere dalle disponibilità dei singoli operatori privati: perché non scegliere piuttosto la chiesa panottica all’ex Buon Pastore per tale destinazione, in sinergia tra gli stessi operatori privati? Tale scelta scongiurerebbe un uso incongruo della chiesa (si parla anche di una discoteca…!!!) e, unitamente alla ricostruzione del giardino storico, potrebbe dar luogo ad un gioiello architettonico fruibile dall’intera cittadinanza.

Per ultimo, ma non ultimo per importanza, l’Ospedale vecchio.

Accordo di Programma (AdP) sul vecchio Ospedale di via Solferino: Come noto, con l’intento di finanziare la ristrutturazione del nuovo Ospedale San Gerardo nel quartiere Cazzaniga, era stato siglato nel 2008 dal Sindaco Mariani, tra Regione Lombardia, Azienda Ospedaliera e Comune di Monza un AdP riguardante l’Ospedale vecchio di via Solferino, il quale faceva riferimento al PGT approvato nel 2007 (Ambito 40). Corpose le quantità previste sui 63 mila mq di superficie territoriale di quell’immobile, con alcune parti storiche vincolate dalla Soprintendenza e altre ancora verdi: 129.000 mc residenziali (43.000 mq di Slp) e 19.500 mc di terziario – commerciale (possibile anche una media struttura di vendita). Messo all’asta, prima per 50 milioni di euro e poi per 37, il vecchio Ospedale però non ha mai visto acquirenti, tanto che nell’ottobre del 2018, dopo 10 anni, quell’Adp è scaduto senza alcun esito. Non contenti, quelle tre amministrazioni pubbliche, hanno poi approvato nel 2018 un atto integrativo all’Adp del 2008, prorogandone gli effetti, anche urbanistici (Ambito 40 del PGT 2007), senza alcuna scadenza, decisione di dubbia legittimità. Tre Comitati del nostro Coordinamento hanno presentato in Comune, al Coordinamento delle Consulte di quartiere e inviato anche alla Stampa, un documento di proposte che prevede per quell’area e i relativi immobili delle possibili destinazioni pubbliche e private che tengano conto del valore storico dell’immobile e dei suoi possibili usi. Tra queste: biblioteca digitale e spazio per mostre, hospice, reparti sanitari e di ricerca, sedi AST ora in affittanza, aule per le scuole e distaccamenti universitari, fondazioni assistenziali. Nessuna risposta è finora pervenuta. Di certo, il fatto che le aste di vendita siano andate deserte sconsiglia di ripercorrere quelle stesse quantità e funzioni del PGT 2007 (residenziali e commerciali) che neppure il mercato immobiliare potrebbe assorbire.

In conclusione, la cosiddetta “rigenerazione urbana”, se da un lato può servire per non occupare preziose e ormai rare aree libere, dall’altro rischia di trasformarsi in una sorta di “degenerazione urbana”, con tipologie edilizie slegate dai contesti urbani storici e consolidati, devastanti ricadute ambientali (densità edilizie, traffico e inquinamento indotto). E’ quanto mai necessario che i cittadini dei quartieri interessati da questi interventi si mobilitino per evitare fenomeni meramente speculativi ed economici (cassa per il Comune) che poi pagheranno ogni giorno sulla propria pelle con una città e quartieri sempre più invivibili.

Infine non dimentichiamo che il consumo di suolo continua ad avanzare nei quartieri (Cazzaniga, Triante, San Fruttuoso, Sant’Albino) e quindi si chiede all’Amministrazione Comunale un provvedimento di salvaguardia su tutte le aree libere, per evitare ulteriore cementificazione di aree attualmente verdi ed agricole, sino all’approvazione di una Variante al PGT a ZERO CONSUMO DI SUOLO che favorisca invece gli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente.

Il Coordinamento di Associazioni e Comitati di Monza

Aderiscono al Coordinamento: Legambiente Circolo di Monza, CCR Gruppo ambiente e territorio, Comitato Parco di Monza A. Cederna, Comitato Bastacemento, Comitato via Boito-Monteverdi, Comitato via della Blandoria, Comitato Triante, Comitato quartiere S. Albino, Comitato quartiere San Donato, Comitato quartiere San Carlo e San Giuseppe, Comitato Buon Pastore

Monza, 11 maggio 2019