Siamo allarmati e preoccupati per la condizione di ROVAGNATI Spa. Importante Azienda Alimentare brianzola con diversi stabilimenti tra cui i più importanti: Arcore, Biassono e Villasanta. Realtà che occupano, considerando anche i lavoratori degli appalti, circa 700 persone. L’Azienda sta subendo una importante modificazione dovuta dal passaggio da una conduzione tipicamente familiare ad un’altra tipicamente manageriale. Abbiamo già assistito a tali processi storici. Per citarne alcuni pensiamo alla STAR di Agrate Brianza (da Fossati a Galina Blanca) e la LATBri di Usmate Velate (da Cogliati a Granarolo). Processi complessi che il Sindacato, nell’insieme dei Lavoratori, si è sempre assunto la responsabilità di gestire ed affrontare. Anche individuando e proponendo un proprio contributo. Ma sempre in un rapporto dialettico ed a volte conflittuale. In Rovagnati sta invece accadendo qualcosa di cui siamo preoccupati. Cioè la cosiddetta trasformazione manageriale sta peggiorando e condizionando l’andamento industriale e la vita dei lavoratori. Di questo ne siamo testimoni di fronte ad un peggioramento delle relazioni sindacali. Quando le cose vogliono essere cambiate indipendentemente dal punto di vista del Lavoro e dei Lavoratori, allora non si può che far male. Al Lavoro.
Negli ultimi anni abbiamo ripetutamente sollecitato la Direzione Aziendale in merito alla “revisione del Sistema di Appalti” presenti nei principali stabilimenti di ROVAGNATI. Abbiamo gradualmente ottenuto la corretta applicazione del Contratto Collettivo della Industria Alimentare in molte parti tipicamente non logistiche e di confezionamento. Abbiamo sempre chiesto di rivedere un sistema malfatto e non corretto che si basava sulla promiscuità di lavoratori (Rovagnati e Cooperativa). Una promiscuità sulla pelle e sulle spalle dei lavoratori. Costruire profittabilità e marginalità competendo sul costo del lavoro. Ed anche accantonando i propri lavoratori. Come? Affidando a Consorzi di Cooperative la gestione delle attività anche di produzione e trasformazione del prodotto. Una scelta folle e scellerata compiuta da molte Industrie delle Carni nel nostro Paese. Una scelta in barba al CCNL e che a volte, dall’Emilia Romagna alla Lombardia, ha determinato sistemi di economia illegale ed anche di malaffare. Un sistema di fronte al quale un Paese avrebbe la necessità di intervenirne con forza cercando soluzioni nell’interesse del Lavoro e dei Lavoratori. Vorremmo che il “prima gli Italiani” si traduca più responsabilmente in “prima i Lavoratori”. Abbiamo discusso per mesi proponendo alla Direzione Aziendale diverse soluzioni. Ma di fronte a noi un muro sordo. L’eccellenza industriale e commerciale di Rovagnati ed i suoi migliori prodotti “escono complessivamente da Rovagnati”. Alla domanda: chi li fa? Si risponderà: i lavoratori della Cooperativa. Certo stiate sereni. Le etichette splenderanno del nome ROVAGNATI.
In estrema sintesi la miglior produzione tipica del know-how aziendale, e della riconoscibilità di Rovagnati nel mercato italiano, viene consegnata all’esterno dei perimetri di responsabilità aziendale. Perché? Semplice. Costerà meno e garantirà maggiore flessibilità esercitata sula ricattabilità della precarietà lavorativa. Noi sosteniamo che le attività di trasformazione e produzione del prodotto alimentare si debbano ricondurre al Committente ed alla sua Responsabilità. Garantendo ai Lavoratori un sistema inclusivo di Diritti e salvaguardandone la loro Salute. A parità di Lavoro deve corrispondere parità di Diritti. In Rovagnati lavorano molte persone, soprattutto se Donne, che dopo decenni di attività usurante si trovano di fronte a condizioni di salute molto delicate. Una Azienda che si vanta nel sostenere Famiglia, Coraggio e Fede in Dio .. Dovrebbe avere senso e criterio anche di praticarlo a partire dalle disponibilità ad individuare le migliori opportunità di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. Anche in questo senso abbiamo proposto di costruire percorsi di turn over che permettano a queste Donne di accudire e dedicarsi alla propria Famiglia immaginando che il loro posto di lavoro possa essere preso da persone oggi precarie e presenti nelle Cooperative. Invece No. Ci pare che il No possa essere inteso come la fatica e la pesantezza nel sopportare i propri Lavoratori addirittura colpevoli, invecchiando, di peggiorare la propria condizione di salute. Ad esempio a Villasanta, ad oggi, lavorano 120 persone in Cooperativa e 70 persone di Rovagnati!
Noi vogliamo costruire una prospettiva industriale fondata sulla prospettiva di miglioramento delle condizioni del Lavoro di chi è occupato negli stabilimenti Rovagnati. A partire da Villasanta! Ed anche costruendo condizioni di miglior prospettiva industriale per altri stabilimenti come ad esempio Arcore. E non sottovalutiamo la centralità e le problematiche di Biassono. Riteniamo che sia sbagliato e controproducente appaltare definitivamente alcune Linee di Sala Bianca senza alcuna prospettiva di stabilizzazione occupazionale delle persone di cooperativa né tanto meno di re internalizzazione di tali attività. Per queste ragioni abbiamo comunicato alla Direzione, nelle scorse settimane, la sospensione di qualsivoglia trattativa. Non accettiamo che la soluzione sia dividere i lavoratori e farli competere tra di loro. Questo non può che peggiorarne la condizione di loro e di ciò che producono. Non accettiamo che alla maggioranza delle Persone occupate negli stabilimenti di ROVAGNATI non siano dipendenti diretti e non gli venga quindi applicato il CONTRATTO NAZIONALE della INDUSTRIA ALIMENTARE. Costruire un sistema di Impresa con queste caratteristiche danneggia Lavoratori e Consumatori. Ed il Paese Italia non ne ha bisogno. Certo ci piacerebbe che anche ASSOLOMBARDA (Confindustria) prendesse posizione su una vertenza così esplicita.
I lavoratori si riuniranno nuovamente in Assemblea il 25 Febbraio e valuteranno di promuovere iniziative di SCIOPERO.
19 febbraio 2019