UNA «CASA» PER AVVICINARE I CITTADINI AL WEB
Il 5 febbraio in piazza Carducci di Monza apre uno spazio per fornire competenze digitali ai cittadini: dall’uso delle app alla prenotazione dei servizi digitali delle pubbliche amministrazioni
Monza, 30 gennaio 2019. «Digital divide» o divario digitale. Comunque lo si chiami, il suo effetto è negativo per chi lo subisce. «Il “digital divide” ha tante forme, dichiara l’Assessore all’Amministrazione digitale Annamaria Di Oreste. Tutte hanno il volto di un’esclusione dai vantaggi del progresso tecnologico e dell’innovazione. Per questo quella contro il divario digitale è una nostra battaglia».
Apre la «Casa digitale». Martedì 5 febbraio il Comune di Monza, insieme ai Comuni di Brugherio e Vedano al Lambro, aprirà le porte della «Casa digitale»: ogni martedì mattina, dalle 9 alle 13, in piazza Carducci per i cittadini di Monza (ingresso Sportello «REI») e, per i residenti a Vedano al Lambro e a Brugherio, ogni sabato, sempre dalle 9 alle 13, in via Piave, 11, i facilitatori digitali formati e coordinati dall'associazione «Smart Nation» saranno a disposizione per aiutare gratuitamente i cittadini nell'uso delle nuove tecnologie: dall’accesso a Internet alla navigazione su smartphone, dall’uso delle app alla prenotazione dei servizi digitali delle pubbliche amministrazioni, dall’apertura di una pec o dello «SPID», l’identità digitale. L’obiettivo è risolvere direttamente il problema, mentre in caso di particolari difficoltà sarà proposto un nuovo appuntamento. Il servizio è gratuito su prenotazione: 351/5588636 (anche con WhatsApp e Telegram) oprenota@casadigitale.org o www.casadigitale.org. Ogni utente sarà «profilato» e le informazioni saranno gestiti dall’associazione «Smart Nation», responsabile del trattamento dei dati.
Lavoriamo a una nuova strategia digitale. «Stiamo lavorando per accelerare la trasformazione digitale dei servizi del Comune, spiega l’Assessore Annamaria Di Oreste - ma il divario digitale esiste ancora, nonostante i numeri. I cittadini devono superare l’idea che le pratiche vanno fatte in determinati orari, che obbligano spesso a prendere permessi dal lavoro. Per questo siamo al lavoro per potenziare i servizi di e-government: da qualche settimana il Comune di Monza ha iniziato a erogare online i certificati di stato civile e quelli anagrafici sulla nuova piattaforma ed è possibile pagare via web le multe, mentre sono in fase di rilascio altri servizi. L’obiettivo è fare il salto digitale, cioè sostituire nei prossimi anni i vecchi documenti cartacei con fascicoli digitali. È un cambio culturale forte e la “Casa digitale” va in questa direzione».
Italia al 25° posto (su 28). Secondo il «DESI 2018» della Commissione europea, il «Digital Economy and Society Index 2018» che rileva i progressi compiuti dagli Stati membri in termini di digitalizzazione, l’Italia è al 25° posto fra i 28 Stati membri dell'UE. Per quanto riguarda l'utilizzo delle tecnologie digitali da parte delle imprese e l'erogazione di servizi pubblici online, l'Italia si avvicina alla media. La sfida è rappresentata dalla carenza di competenze digitali che rischia di frenare lo sviluppo economico e sociale.
Un passo verso la digitalizzazione dei servizi. «Cogliendo il senso pieno del concetto di cittadinanza digitale e partecipazione, le amministrazioni pubbliche locali stanno sviluppando degli ambienti personalizzati per i cittadini. Da queste riflessioni è nato il progetto “Casa Digitale”, spiega Marco Magni, Assessore allo Sviluppo del Territorio del Comune di Brugherio. “Casa Digitale” non è un punto di arrivo, ma una tappa importante del percorso che l’Amministrazione sta compiendo nella direzione della semplificazione delle procedure e della digitalizzazione dei servizi. Le sfide, infatti, sono ancora tante. Una su tutte: affrontare il problema del basso livello di competenze digitali. La prospettiva è quella di più case di impulso territoriale pubblico dove si dispongono servizi, dati e informazioni soprattutto a livello comunale, e di case digitali anche integrate da privati, con servizi aggiuntivi. Perché diversi studi e ricerche hanno registrato costi per 30 miliardi di euro per adempimenti burocratici inutili, ridondanti, che ogni anno costituiscono un blocco allo sviluppo sociale ed economico del Paese. È in questo contesto che si sviluppa il progetto. Avvicinare il cittadino ai servizi comunali senza appesantire la struttura pubblica».
Inclusione digitale. «Crediamo nel progetto di casa digitale perché ci permette di essere tra i primi comuni a realizzare la piena inclusione digitale dei cittadini resistenti alla tecnologia», ha dichiarato Pietro Rossi, assessore all’Innovazione tecnologica del Comune di Vedano al Lambro.
La scommessa. «La scommessa – spiega Federico Fratta, presidente dell’associazione “Smart Nation” – è quella di innovare il processo di alfabetizzazione digitale puntando alla risoluzione di un'esigenza contingente: partendo da necessità concrete, infatti, si interviene all'interno della soglia di attenzione degli individui trasferendo esclusivamente conoscenze da utilizzare immediatamente e per cui le persone sono naturalmente predisposte percependone il bisogno».
Lo sguardo a studenti e altri Comuni. Il progetto della «Casa digitale» ambisce ad allargarsi coinvolgendo i Comuni limitrofi e anche il mondo della scuola tramite appositi progetti di alternanza scuola-lavoro. «Coinvolgere gli studenti, i “nativi digitali”, nel processo di diffusione delle competenze digitali è uno “strumento” per accorciare la distanza generazionale tra i più anziani, che hanno maggiori difficoltà con le nuove tecnologie, e i giovani che sono nati con smartphone e tablet in mano», spiega Federico Fratta.