Come ogni anno abbiamo analizzato il bilancio della Sias e quest’anno anche quello dell’Aci, l’azionista di maggioranza (75%) di Sias. Ne risulta, per il 2017 un utile d’esercizio di quasi 1.9 mln (milioni) di €, derivato non dal valore della produzione (ricavi delle vendite e delle prestazioni)  – che anzi si sono ridotti del 2,1%,– bensì dalla riduzione dei costi (- 3,5 mln di €). Il che significa che non hanno avuto successo le ipotesi, sbandierate negli anni precedenti, di aumentare l’attività riportando a Monza le competizioni che se ne sono andate. Dal bilancio risulta chiaro che la Sias si mantiene a galla attraverso una drastica riduzione dei costi e grazie al sostegno di ACI. Quest’ultima ha deciso di organizzare in prima persona il GP di F1, intrattenendo direttamente i rapporti con la F.O.W.C. Ltd. (che esercita i diritti commerciali della F1) e stipulando un contratto di servizio con Sias. Il contratto prevede che Sias svolga le attività operative per la gestione del GP (organizzazione, vigilanza, biglietteria ecc.) e fatturi ad ACI il lavoro svolto; Sias incassa fisicamente i proventi della vendita dei biglietti, ma ne versa poi il valore ad ACI: 8.6 mln di credito di Sias verso ACI di contro a 12.3 mln di debito di Sias verso ACI.

Dai dati di bilancio di ACI si ricava altresì che  il giro d'affari nel 2017 è stato pari a 423 mln, per l'84% provenienti da attività esattoriali (PRA e riscossione di altre tasse) e solo per 67 mln da attività "istituzionali", cioè sportive, turistiche, assicuratrici, etc., nonché 35 mln di perdita delle attività  istituzionali. 

Venendo al GP 2018, le fonti di stampa (Gazzetta dello sport del 4 settembre 2018) parlano di 16 mln di € di incassi a fronte di una spesa di 24,5 mln: una perdita netta di oltre 8 mln può essere considerata un affare?

Non è certamente un affare per la collettività il costo del mantenimento della titolarità del GP a Monza che scade il prossimo anno (2019): Liberty Media, che ha sostituito Bernie Ecclestone nella gestione del calendario dei GP a livello mondiale, ha preteso per il triennio 2017-2019, 68 mln di $ per poter essere inseriti nel calendario e si appresta alle trattative con i diversi circuiti, fra cui Monza, per i rinnovi.

Nel dopo GP 2018 Sticchi Damiani (presidente ACI) ha affermato che tratterà con Liberty Media per rivedere al ribasso il contratto, ma il fallimento di questa ipotesi è quasi certo vista la forza non solo economica del Gruppo americano che, al contrario, è probabile vorrà trattare al rialzo stante il calendario sempre più fitto di gare (21 con la probabile aggiunta del circuito ‘domestico’ di Miami) e, in ogni caso, non avrebbe motivi per privilegiare Monza rispetto agli altri circuiti.

Si dovrà, dunque, mettere mano al portafoglio dei cittadini e già ora il denaro pubblico coinvolto non è poco: 5 milioni di esborso da parte della Regione Lombardia, somma rientra in un finanziamento di 15 milioni (5 all’anno nel periodo 2017-19)., a cui si somma il contributo dell’ACI: l’importo netto (tenuto conto dei ricavi da biglietteria e dei costi organizzativi) versato lo scorso anno è stato pari a 11.126.000. Il totale complessivo di danaro pubblico è pari a 16.126.000. 

Precisiamo che è legittimo parlare di denaro pubblico anche per quanto riguarda i soldi versati dall’ACI, considerando che il PRA (Pubblico Registro Automobilistico) dell’ACI, costituisce un inutile doppione di un altro registro automobilistico nazionale; situazione questa a causa della quale i cittadini italiani pagano due enti invece di uno e subiscono un mancato introito per le casse statali, valutato attorno a circa 60 mln di euro. Non a caso l’ACI è stato ritenuto un ente inutile, dunque da abrogare, dall’ex- commissario Cottarelli.

Ci si obbietterà che  vale la pena sborsare tanti quattrini (e di rischiare di versarne ancora di più) visto l’indotto per Monza e la provincia di Monza e Brianza generato dal GP e lo si potrebbe credere se fossero provate le cifre esorbitanti che ogni dopo GP vengono sbandierate.

Da tempo chiediamo che “ci facciano vedere gli scontrini” che confermino nei fatti le affermazioni, ma non l’hanno mai fatto. Per questo ci siamo impegnati direttamente ad analizzare i dati ricavati da: *stime fornite nel documento “Il turismo e l’immagine della Brianza – Sistema delle imprese, flussi turistici e percezione del territorio” (Uff. Studi CC MB, luglio 2011); *contatti diretti con esercenti di ristoranti, bar, alberghi, negozi di Monza nei due tre giorni che hanno preceduto il del GP di F1 del 2018; *numero di presenze durante il GP di F1 dal 2007, al 2018 come da dichiarazioni ufficiali (Sias, MBNews, Web, stampa). Ne emergono i seguenti dati (che potremmo ulteriormente dettagliare e che risultano arrotondati per eccesso):

Ricavi da pernottamenti in alberghi ed altre strutture ricettive:                    € 2.200.000

Ricavi per vitto nei quattro giorni di GP                                                      € 4.766.000

Ricavi per acquisti vari presso negozi                                                           € 1.674.000

Ricavi per spese nei BAR                                                                             €     725.000

                                                                                                  TOTALE     € 9.365.000

Una cifra che è ben lontana dalle stime roboanti del dopo GP che variano, a seconda di chi se ne fa portavoce, dai 24 ai 27 ai 30 mln di euro €. Quel che è certo è che in quasi 100 anni di presenza sul territorio del circuito, il settore ricettivo e ricreativo non ha guadagnato, ma ha addirittura perso in esercizi, tanto che il dottor Riga, noto esponente del commercio cittadino, ha dichiarato alla stampa che da anni la settimana del gran premio è un periodo di magra per gli esercenti monzesi.

L’alternativa c’è ed è sotto gli occhi di tutti tranne di chi non la voglia vedere: il complesso monumentale Villa, Parco, Giardini e Boschetti che potrebbe essere recuperato, reso fruibile e collegato alle altre bellezze della città, come il Duomo, potrebbe generare un flusso turistico per tutto l’anno e non solo per i 3 giorni del GP.

Basterebbe rendersi conto che i tempi sono cambiati e che non vale la pena di alimentare un’attività che, a livello locale, oltre a confliggere naturalmente con il Parco, è fonte di un esborso ingente per la collettività a scapito di investimenti in altri settori, fra i quali quello culturale ed educativo: basterebbe quanto noi tutti versiamo ogni anno a Liberty Media per restaurare Villa Mirabellino o l’ala nord della Villa Reale o l’ex Borsa o,………scegliete voi quel che più vi interessa.

COMITATO PARCO A. CEDERNA

COMITATO LA VILLA REALE E' ANCHE MIA