Lo “sportello pensioni dell’INCA” in Carcere
Il Patronato Inca Cgil di Monza e Brianza apprende, a mezzo stampa, che è stato istituito presso il carcere di Monza uno “Sportello del Garante dei detenuti” allo scopo di favorire la rieducazione e il reinserimento sociale dei detenuti.
Già lo scorso mese di maggio Inca Brianza aveva assistito alla sottoscrizione di un protocollo da parte di 23 soggetti territoriali, tra i quali si evidenziavano la Casa Circondariale di Monza, il Comune di Monza, la Prefettura, la Provincia, il mondo delle imprese, AFOL e gli Ordini professionali di Monza e Brianza, che si poneva come obiettivo di favorire la formazione e il reinserimento nel mercato del lavoro dei detenuti.
“Si legge sulla stampa locale - dichiara Davide Cappelletti, Direttore provinciale del Patronato Inca Cgil Brianza - “di un ufficio messo a disposizione dei detenuti e delle loro famiglie in cui si potranno presentare anche richieste o istanze analoghe a quelle per cui è già in vigore un Protocollo con il carcere di Monza".
Inca Brianza ribadisce che è apprezzabile qualsiasi iniziativa che nella sostanza, e non solo nell’apparenza, miri a garantire il rispetto dei diritti civili e sociali che senza un supporto adeguato potrebbero subire limitazioni o restrizioni durante una detenzione.
"Lo sa bene Inca Brianza - prosegue Cappelletti - che da molti anni senza protagonismi lavora in tal senso.
Non si comprende tuttavia la ragione per cui tra le tematiche gestite dal Garante dei detenuti ve ne siano incluse alcune per le quali viene già garantito un impegno all’interno del carcere da parte del Patronato Inca.”
“La vigilanza rispetto ad un regolare corso dei procedimenti relativi a pratiche in materia di pensioni, invalidità, disoccupazione è già garantita da Inca Brianza - sottolinea Cappelletti -dato che il Patronato stesso da circa un decennio svolge all'interno del carcere analoga attività di tutela in virtù di un protocollo sottoscritto dal carcere stesso”.
Cappelletti, in assenza del lavoro svolto dal Patronato internamente al carcere, evidenzia alcune possibili criticità rispetto ad una concreta gestione di tali attività “in quanto il ben noto processo di telematizzazione delle richieste di prestazione o di servizio, introdotto dalla legge 30 luglio 2010, n.122, prevede di fatto un colloquio telematico tra i contribuenti e gli Enti previdenziali”.
Se lo scopo era mettere insieme le risorse e le competenze di tutti, il Patronato deve evidenziare che vi sono segnali inequivocabili rispetto al reiterarsi di certi comportamenti tendenti all’esclusione.
Non a caso all’inaugurazione ufficiale dello “Sportello del Garante dei detenuti”, che si è tenuta presso la Casa circondariale di Monza, nonostante una nutrita presenza, tra gli altri, dei rappresentanti delle istituzioni cittadine e dei vertici del mondo delle associazioni, del sistema formativo e dei Tribunali, il Patronato non è stato invitato a partecipare.
“Errare humanum est, perseverare autem diabolicum”, conclude Cappelletti.
Inca rinnova comunque l’impegno preso con l’istituzione carceraria, al servizio dei detenuti, e nei prossimi mesi valuterà quale iniziativa intraprendere per esigere chiarimenti rispetto agli impegni assunti reciprocamente nel Protocollo.
Monza, 18 luglio 2018