RISTABILIRE I DIRITTI DEI LAVORATORI DEGLI APPALTI SCOLASTICI E PART-TIME CICLICI
RISPETTARE LE DIRETTIVE DELLA COMUNITA EUROPEA
EVITARE MILIONI DI EURO DI SPESE LEGALI PER L’INPS
Così inizia il videomessaggio che le organizzazioni sindacali di commercio terziario turismo e servizi (filcams-cgil, fisascat-cisl, uiltucs-uil) della Lombardia hanno inviato oggi 12 luglio al Presidente del Consiglio, al Ministro del Lavoro e ai 945 parlamentari eletti il 4 marzo 2018.
Le OO.SS. hanno deciso di illustrare le condizioni che vivono le lavoratrici, degli appalti scolastici affinché il governo e il parlamento pongano rimedio ad una discriminazione, già sanzionata dalla Corte di Giustizia Europea nel giugno 2010.
Mentre si parla di riformare la Fornero, ci si dimentica che le lavoratrici degli appalti scolastici e i part-time ciclici sono oggi costretti a lavorare almeno il 25% in più degli altri lavoratori per aver accesso alla pensione; stiamo parlando di una penalizzazione che riguarda circa 100mila lavoratrici, 10000 in Lombardia.
Per ottenere il riconoscimento di un diritto, queste lavoratrici sono costrette a promuovere vertenze nei confronti dell’INPS. Vertenze che vedono inevitabilmente soccombere l’INPS in tutti i 3 gradi di giudizio.
Lo stesso direttore regionale dell’INPS Lombardia ha pubblicamente dichiarato (vedi video La7) che l’INPS è costretto a resistere (appello e cassazione) nei confronti delle lavoratrici che, in numero sempre maggiore, promuovono e vincono vertenze nei confronti dell’INPS anche se sa di perderle con costi sempre crescenti.
Solo in Lombardia sono 2300 le lavoratrici che hanno già dato mandato alle OO.SS. di promuovere vertenza.
Come evidenziato nel video, ogni vertenza (solo per le spese di lite) costa mediamente all’Inps 9.200 euro per i 3 gradi di giudizio.
Questo significa che se il Governo e il Parlamento non prendono rapidamente un provvedimento nel senso indicato dalla Corte di Giustizia Europea, solo in Lombardia, i costi per le 2300 lavoratrici che hanno dato mandato alle OO.SS. di promuovere vertenze ammonterebbero a oltre 21,6 milioni di euro.
Basterebbe un provvedimento del governo o del parlamento per evitare inutili spese.
Per questo le OO.SS. hanno scelto di evidenziare la situazione con un video che si può vedere sui siti e sulle pagine social delle OO.SS., oppure cliccando https://youtu.be/VC5h9jnhLPc, in modo che tutti possono conoscerla.
Nel video si evidenzia anche l’altra discriminazione che vivono le lavoratrici degli appalti scolastici.
In Italia tutti i lavoratori che hanno lavorato per almeno 13 settimane negli ultimi 4 anni hanno diritto ad indennità di disoccupazione (naspi). Le lavoratrici degli appalti scolastici che di settimane ne lavorano 40/44 ogni anno, invece, nei periodi in cui sono incolpevolmente senza lavoro non ricevono né reddito, né disoccupazione né assegni famigliari. Nel momento in cui si parla di reddito di inclusione, di dignità e di cittadinanza, il Governo dovrebbe seriamente porsi il problema di queste lavoratrici che dopo aver assicurato servizi indispensabili al funzionamento delle scuole italiane si trovano tutte le estati senza reddito.