TEATRO MANZONI DI MONZA
Stagione 2017/2018
Direzione Artistica Paola Pedrazzini
SEZIONE GRANDE PROSA
Dal 5 all’8 aprile
Gioele Dix
Laura Marinoni, Elia Shilton, Sara Bertelà, Roberta La Nave
in
CITA A CIEGAS (Appuntamento al buio)
di Mario Diament
con Gioele Dix, Laura Marinoni, Elia Shilton, Sara Bertelà, Roberta La Nave
regia Andrée Ruth Shammah
Scena e costumi Gianmaurizio Fercioni
Musiche Michele Tadini
produzione Teatro Franco Parenti
Arriva a Monza il nuovissimo spettacolo diretto da Andrée Ruth Shammah che ha appena debuttato al Teatro Franco Parenti di Milano con enorme successo di critica e pubblico.
Il meraviglioso testo del pluripremiato drammaturgo argentino Mario Diament ha fatto innamorare la regista che ha fortemente voluto lo spettacolo affidato ad un gruppo di virtuosissimi attori: i big Gioele Dix, Laura Marinoni, Elia Shilton, Sara Bertelà e la giovanissima attrice monzese Roberta La Nave.
Un thriller appassionante, un avvincente intreccio di incontri apparentemente casuali dove violenza, inquietudine e comicità serpeggiano dentro rapporti d’amore.
Un uomo cieco è seduto su una panchina di un parco a Buenos Aires. È un famoso scrittore e filosofo – chiaramente ispirato all’autore argentino Jorge Luis Borges – che era solito godersi l’aria mattutina. Quella mattina, la sua meditazione viene interrotta da un passante: da qui una serie di incontri e dialoghi svelano legami tra i personaggi sempre più inquietanti, misteriosi e a tratti inaspettatamente divertenti. Come Borges, che crebbe parlando e scrivendo in inglese e spagnolo e visse in diversi paesi, Diament è uno scrittore interculturale, un emigrato e un esule che scrive della e sull’Argentina, sull’identità e l’isolamento, come fece il grande poeta argentino.
Andrée Ruth Shammah, nella bella scena di Fercioni, fa conoscere Diament con una regia di bella classicità, raffinata, luminosa, capace di valorizzare i significati del testo, la parola e l’attore. La complessità labirintica si scioglie nella regia in spire concentriche di verità impossibili, lungo un paradigma di schemi di relazioni interpersonali, sui quali è utile meditare. [...] ottimo Elia Schilton, bancario che corre, con bel sviluppo, verso un tragico assurdo, lungo le lancette impazzite del suo sentire. Brava Laura Marinoni, vibrante e ammaliante signora e Gioele Dix, misurato, sornione Borges. Sarà Bertelà e Roberta Lanave accanto a loro lungo i sentieri incrociati del thriller dei destini compiuti.
Magda Poli – Corriere della Sera
Tutta in levare, la regia di Andrée Ruth Shammah è un invito alla concentrazione e all’empatia con i personaggi, una mano invisibile che cura il dettaglio tessendo una ragnatela stregante di sussulti segreti […]. La felicità è un attimo, il resto è vita. Uno spettacolo di malinconica lievità cechoviana.
Sara Chiappori – la Repubblica
I destini incrociati. Tutti al limite tra dramma e commedia. Merito della regia di Andrée Ruth Shammah avere tenuto teso il filo, rischiando molto con una prima parte lungamente ma necessariamente monologante del bancario, cui corrisponde un Gioele eccezionalmente muto e comunicante. Poi l’esplosione Marinoni, il cambio di ritmo, un’accensione di passioni che la regista fa crescere inesorabilmente.
Roberto Mussapi – Avvenire
La regia di Andrée Ruth Shammah, orchestrando con aggressiva determinazione le poetiche sospensioni e le inaspettate violenze di questo dramma di anime, ha saputo armonizzare con ricercate finezze i temperamenti di tutti gli interpreti, tutti prodighi in generosa partecipazione. Paolo Paganini – lospettacoliere.it
Testo apparentemente delicato ma con una sua durezza interiore e perfino drammatico, Cita a Ciegas ha potuto contare sulla regia affilata, profonda, oserei dire innamorata di Andrée Ruth Shammah che si è calata con passione e rara introspezione in questo lavoro. Che ha avuto un esito felice anche grazie all’ottima direzione di attori. delteatro.it – Maria Grazia Gregori
Il rigore registico si fonda su una reciproca meditazione tra il personaggio e il suo spettatore e punta tutto sulla descrizione delle debolezze umane nelle loro vicissitudini intime e sconcertanti, calandosi dentro la tortuosità della vita. La scena iniziale è semivuota e decorata da una cornice di fiori e da una bianca panchina che si trasforma in un confessionale a cielo aperto, mentre il lento passare dei minuti (e delle stagioni) frammentano le pensierose esistenze di cinque personaggi, apparentemente lontanissimi e ben distinti tra di loro, ma essenzialmente stretti da un legame che si svela scena dopo scena. Il muro dietro alla panchina di legno si apre e si chiude come un copione steso in itinere dalla mano esperta di un poeta. Cita a ciegas non è solo un appuntamento al buio, ma un graduale svelamento verso la luce della ragione e del cuore; è uno spettacolo che mostra la pungente confusione dei pensieri umani e degli atti fisici, delle parole e dei corpi. Se lo spettatore si può confondere all’inizio, il finale diventa la testimonianza di tanti spaccati realistici, così assurdi da sembrare veri. Mentre gli attori recitano è in atto un’impietosa autoanalisi nel labirinto del nostro passato, attraverso l’apparente serenità dell’oggi. Impossibile uscire dalla sala senza essersi innamorati di tutte le vicende incrociate, senza aver ammirato i bei costumi di Nicoletta Ceccolini e senza sentirsi dei tangueros in balia della vita. Per gli amanti di un teatro ancora in grado di stupire e consigliato a chi non sa dare pieno ascolto ai propri sentimenti, cioè a tutti. cultweek.it – Matteo Resemini
Il bellissimo testo di Mario Diament viene riadattato e portato in scena da una regia incisiva ed emozionante curata da Andrèe Ruth Shammah, nella scena di grande effetto di Gianmaurizio Fercioni, le luci di Camilla Piccioni, i costumi di Nicoletta Ceccolini e le bellissime musiche di Michele Tadini. Uno spettacolo profondo che tocca il cuore e commuove, in cui non mancano momenti di genuina ironia. Da vedere. modulazioni temporali.it – Roberta Usardi
La regia attenta crea lo spazio adatto perchè semplice, adattando e traducendo il sapore argentino del racconto bello e complesso del romanziere e drammaturgo Mario Diament. Cita a Ciegas – Appuntamento al buio è l’esperimento magnificamente riuscito della speranza inesorabile di capire, della possibilità infinita di poter vedere oltre, sempre più di quanto sia concesso o dovuto. La primavera sfiorisce in un autunno lieve, oscillando nella dolcezza delle mezze stagioni, presagio del cambiamento, anticipazioni del divenire, suggerito come dimensione temporale fluida, della possibilità continua, cambiamento perenne, attuale perché sempre in atto, che mai si ferma, informe malleabile fascino della possibilità. Il tempo ruota attorno a un presente sfuggevole, per liberarsi dal vincolo di un punto fisso a cui dovrebbe essere necessariamente ancorato per permettere allo spettatore di intravedere nell’ascolto delle parole l’eternità, da raccogliere come un fiore appena sbocciato o una foglia che cade silenziosa. frammentirivista.it – Anastasia Ciocca
Ma a parte questo, il testo di Diament si impone, per le due ore e più della pièce, come protagonista totale al cui servizio si pongono la regia sobria di Ruth Shammah e la bravura degli attori. Andrea Pietrantoni – Sipario.it
E non c'è nulla di statico in quelle due scenografie statiche che girano regalandoci dialoghi raffinati, sulla panchina di un parco come nello studio di una psicoterapeuta, mentre i fiori della Jacaranda iniziano ad appassire proprio come un matrimonio arrivato stanco al proprio capolinea. Mentre si chiude il cerchio di una narrazione tragicomica consegnandoci la morte e la speranza, l'addio e l'incontro. lettera43.it – Jacopo Marchesano
Il ritmo è sostenuto per consapevole scelta della regista Andrée Ruth Shammah, anima del teatro Franco Parenti che per questo testo ha curato anche la traduzione e la regia. La scena è scarna ma evocativa di un lontano latinoamerica dalla precisa identità nell'immaginario europeo, fatto di natura, libertà, passione e tormento. dramma.it – Daniele Stefanoni
La regia è leggera, non cerca spettacolarizzazione. Sa che l’autunno è sempre più breve a Buenos Aires e nella vita; per questo, prima del grande inverno e in punta di piedi, arriva all’essenza, scava con coraggio nell’inadeguatezza umana dei personaggi, nel loro terrore di amare.Amare è lasciarsi cadere in un abisso; per questo loro, (come molti di noi), si costruiscono gabbie per proteggersi dai sentimenti che fanno perdere il controllo. Raffaella Roversi – 2righe.com
“Cita a ciegas” sa toccare tanti registri, rendendo evidenti le sfumature del sentire e le contraddizioni, diventando via via un thriller dai contorni sinistri, dove violenza e romanticismo sanno camminarsi accanto, e sa guardare precisamente e a fondo nel punto di non ritorno che segna il bivio rivelatore della natura di un amore. Una tavolozza intensa ed un ritmo incalzante, dove nell’apparente immobilità si susseguono colpi di scena, e narrazioni intime, in cui ognuno potrà rivelare la parte più vulnerabile di sé. notonlymagazine.it – Michaela Solbiati
La musica, pudica e discreta, entra in punta di piedi per accarezzare alcuni passaggi, per lasciare un profumo di note su alcune battute. Mentre la scenografia, che ha la panchina come topos irrinunciabile, incorniciata da rami, proietta se stessa come una sorta di stampa giapponese, come un essenziale haiku, in cui esprimere una stagione ed uno stato d’animo insieme. Il muro, che ci lascia l’insopprimibile desiderio di Altro, si apre per farsi camera psicanalitica, in cui è la stessa psicoterapia a stendersi sul lettino. L’attesa si è finalmente liberata del suo oggetto, del suo Godot, e può godere di se stessa, intanto, nel silenzio degli dei, che ostinatamente si ritraggono, rifiutando di sciogliere apertamente le umane vicende, degli eroi just for one day si arrangiano come possono, e cantano in minore le loro gesta un po’ più a sud degli ultimi santi, nella città di Buenos Aires. Danilo Caravà – milanoteatri.it
La scenografia è molto sobria, quasi minimale. L’efficacia della rappresentazione è lasciata completamente al testo. Brillante e tagliente riesce a essere perdutamente romantico, centrando l’obiettivo di risultare contemporaneamente classico e contemporaneo. Ricorda in alcuni temi e in alcuni toni le ossessioni di Patrick McGrath, ma al contrario di quanto avviene nelle storie dello scrittore inglese qui, anche nei momenti più drammatici, interviene sempre un tocco lieve che spinge il testo sempre più verso la farsa piuttosto che verso il dramma. Il suo Cita a ciegas è stato un vero e proprio colpo di fulmine per la regista Andrée Ruth Shammah. Una riflessione sul caso e sul destino che ci guida in maniera brillante verso un finale commovente; una storia intrisa di grande romanticismo e poesia. Lorenzo Peroni- Artslife.it
TRAMA
La storia inizia con un uomo cieco seduto su una panchina di un parco a Buenos Aires.
È un famoso scrittore e filosofo - ispirato a Borges - che è solito godersi l’aria mattutina. Quella mattina, la sua meditazione viene interrotta da un uomo...
Comincia così una serie di incontri apparentemente casuali, alcuni appassionati, alcuni poetici, uno brutalmente violento – fatti di conversazioni apparentemente sconnesse, che svelano legami sempre più inquietanti, misteriosi e a tratti inaspettatamente divertenti.
Borges aleggia sull’opera in modo tale che a tratti è palese e in altri, nascosto.
La fama dello scrittore cieco dell’opera, la sua mente inquisitiva e il suo imponente atteggiamento indubbiamente rimandano a Borges.
Il malinconico ricordo di un amore lontano mai consumato, porta con sé l’eco del tormentato innamoramento di Borges per una giovane bellezza argentina che si sposò con un altro uomo. Le discussioni che si succedono nell’opera riguardo il tempo, gli incontri e i disincontri e le molteplici mutazioni a cui siamo soggetti, alludono tutte al noto interesse di Borges per questi temi.
Diament non imita Borges; ciò che fa è onorare e portare in scena il maestro, che, ovviamente, è uno dei modelli di Diament, tanto stilisticamente quanto filosoficamente.
Come Borges, che crebbe parlando e scrivendo in inglese e spagnolo e visse in diversi paesi, Diament è uno scrittore interculturale, un emigrato e un esule. Diament scrive della e sulla Argentina, sull’identità e l’isolamento, tanto come fece Borges. Tuttavia Cita a ciegas non è solo un omaggio a Borges: è un regalo creativo di Diament, un gesto d’amore per il maestro.
Contatti e info
Biglietteria del Teatro Manzoni (via Manzoni, 23 a Monza), nei seguenti giorni e orari di apertura al pubblico:
- martedì, giovedì, venerdì e sabato dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00 - mercoledì dalle 15.00 alle 19.00
- da 30 minuti prima dell’inizio degli spettacoli
Biglietti acquistabili anche on line dal sito del teatro
Telefono: 039.386500
E-mail: info@teatromanzonimonza.it