LE STRADE DEL CORBERI SONO LASTRICATE DI BUONE INTENZIONI
Ancora nulla è dato sapere sul destino del presidio Corberi. Negli ultimi anni ci hanno lavorato gruppi di studio, è stata proposta una non meglio precisata cittadella delle fragilità, si è ipotizzato di trasformare le attuali strutture in residenze socioassistenziali accreditabili, si sono organizzate in pompa magna iniziative per annunciare l’ennesimo inizio di una nuova storia. Si passano il testimone le Direzioni aziendali, cambiano i Sindaci, si realizzano riforme regionali “epocali” e si sprecano gli articoli sui giornali, ma il Corberi sembra rimanere ancora una struttura pubblica destinata all’ineluttabile chiusura. Non una notizia, non la presentazione di un progetto.
Si alternano le riorganizzazioni interne senza che sia chiaro il progetto che dovrebbe orientarle, mentre gli unici fatti tangibili degli ultimi anni sono gli spostamenti di utenti presso centri privati. All’interno si persegue l’intento di ridurre i costi generali della struttura, all’esterno si agita il vuoto: sono anni che Regione Lombardia tace sul futuro del Corberi. In questo periodo caratterizzato dalla riforma del welfare lombardo, confuso e instabile, che dovrebbe occuparsi di pazienti cronici e investire sulle strutture territoriali per fare prevenzione, ci pare che il silenzio sia diventato davvero inaccettabile. Siamo convinti che sia possibile dare vita a un progetto in grado di definire un nuovo ruolo della struttura e di restituire un’identità ad un centro che ha una storia di luogo “speciale” e multidisciplinare. Il presidio Corberi può tornare ad essere un luogo dove dare una risposta agli attuali pazienti (cresciuti e persino invecchiati dentro quella struttura) e dove offrire spazi per i tanti utentiche avrebbero bisogno di luoghi protetti e di servizi innovativi.
Le lavoratrici ed i lavoratori che hanno operato in questi anni all’interno del presidio Corberi non sono stati solo custodi dei pazienti, ma persone che hanno intrecciato ogni giorno con loro stati d’animo, tentativi, delusioni, sguardi e gioie, hanno espresso competenze e professionalità importanti, da valorizzare, da implementare, certamente da non disperdere. Lo hanno fatto con grande passione ed energia, anche quando il loro lavoro è stato rappresentato solo come un costo. Essi sono disponibili a mettersi in gioco, consapevoli da molto, troppo tempo che cambiare si deve, ma sfibrati da anni di parole e di inutili attese e promesse.
Chiediamo di tenere accese le luci sul destino del Corberi, per tentare di trasformare impegni e intenzioni in un progetto condiviso e un investimento per il territorio e per tutti i cittadini. Un progetto che deve diventare un accordo tra i diversi livelli istituzionali che indichi anche quante risorse economiche vengono investite e quale impegno viene preso dai diversi soggetti che partecipano.
Comunicato stampa di Walter Palvarini, segretario generale Funzione Pubblica CGIL MB