“INCONTRIAMOCI AL MUSEO”

MUSEO CIVICO CASA DEGLI UMILIATI

VIA TEODOLINDA 4 MONZA

INGRESSO PORTA A VETRI

MERCOLEDI' 25 OTTOBRE ORE 18.00

GIOVANNA FORLANELLI- FONDAZIONE ROVATI

PRESENTAZIONE DEL PROGETTO DEL MUSEO DI ARTE ETRUSCA A MILANO

Fondazione Luigi Rovati progetto di un nuovo Museo di Arte Etrusca.

Ubicato nello storico Palazzo Bocconi-Rizzoli-Carraro in Corso Venezia 52 a Milano, il museo verrà inaugurato a fine 2018 dopo un’articolata operazione di restauro affidata allo studio Mario Cucinella Architects.

Il progetto prevede la ristrutturazione e l’ampliamento della storica proprietà immobiliare di Palazzo Bocconi-Rizzoli-Carraro, situata a Milano in Corso Venezia 52, dove prenderà vita un nuovo Museo di Arte Etrusca.

Il palazzo è costituito da cinque piani per una superficie totale di circa 3.300 metri quadrati. Un palazzo storico, in cui il lavoro di conservazione sarà importante, così come lo saranno gli elementi di novità affidati alla guida creativa e rigorosa dell’architetto Mario Cucinella.

Il progetto architettonico prevede tre macro interventi. Il primo riguarda l’ampliamento del livello interrato dell’immobile e la realizzazione del museo ipogeo che ospiterà la collezione di vasi e reperti etruschi. Il secondo è rappresentato dalla operazione di conservazione e restauro del piano nobile, progettato negli anni ‘60 dall’architetto Filippo Perego, una “casa ritrovata” pensata per esporre altri oggetti d’arte appartenenti alla Fondazione. Gli altri piani dell’edificio sono dedicati a ospitare gli uffici, la biblioteca, i laboratori, la sala conferenze e gli spazi per esposizioni temporanee; al piano terra, trovano invece posto la biglietteria, l’area bookshop, la caffetteria.

Il terzo intervento progettuale interessa la riqualificazione del grande giardino sul retro dell’immobile, progetto sviluppato in accordo con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici. Si tratta di un o spazio nascosto dalle mura perimetrali che lo racchiudono su tre lati, un’area verde privata che sarà aperta al pubblico e potrà essere fruita senza necessariamente visitare il Museo.

Il corpus cardine dell’esposizione museale sarà un’importante collezione di buccheri e impasti etruschi, la Collezione Cottier-Angeli, che nel suo insieme di oltre 700 reperti, è considerata dagli esperti la più completa raccolta di vasi del periodo arcaico, presa a riferimento dai grandi musei del mondo.

La vocazione per la ricerca e l’innovazione, la contaminazione tra i saperi, l’apertura al mondo, la dedizione allo studio e al lavoro, l’impegno civile sono i valori che guidano la nostra famiglia, dichiara Giovanna Forlanelli Rovati, Vicepresidente della Fondazione Luigi Rovati.

La Fondazione è intitolata a mio suocero, Luigi Rovati, medico, ricercatore e imprenditore farmaceutico, che ha sempre accompagnato il costante impegno per la crescita dell’azienda da lui fondata con la passione per l’arte classica. Contaminare la cultura d’impresa con l’arte ha generato un’esperienza che trova oggi continuità nelle nuove generazioni della famiglia.

La collezione è stata acquistata quest’anno in Svizzera ed è rientrata in Italia in virtù di un lungimirante accordo con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e la collaborazione con le Soprintendenze e i Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. L’operazione rientra nel tema fondamentale della restituzione e reintegrazione del patrimonio archeologico del nostro Paese da parte di privati: riportare in Italia reperti liberamente disponibili sul mercato antiquario internazionale, operazione tuttavia spesso vista con diffidenza e considerata un incentivo agli scavi clandestini.

Il museo, che accoglierà altre opere di collezioni private che la Fondazione raccoglierà rendendone possibile la fruizione, vuole proporsi come centro di eccellenza nel campo della conservazione, dello studio e della valorizzazione dei reperti antichi, configurandosi, in virtù della centralità di Milano, come un polo d’attrazione per le realtà legate all’archeologia etrusca dislocate sul territorio nazionale.

La scelta di Milano per la sede museale è legata alla visione di città metropolitana, dove Milano, nodo centrale di afflusso, si apre verso l’esterno e i flussi turistico-culturali si muovono in un territorio sempre più esteso e integrato.

La sfida sarà realizzare un museo archeologico che non si limiti a esporre oggetti, ma faccia rivivere le nostre origini in modo moderno e dinamico, attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie che possono contribuire in modo suggestivo a contestualizzare il singolo reperto all’interno di un percorso storico e culturale più ampio, un luogo dove dare spazio alle idee e farle girare.

Il nuovo museo ambisce appunto all’eccellenza proprio perché vuol fare dello studio, del pensiero, del dialogo il suo presupposto e il suo punto d’arrivo: vuole essere un laboratorio in cui sperimentare attività nuove, creare importanti partnership internazionali, organizzare convegni e seminari, diventare un centro di ricerca e un punto di riferimento per il restauro, ma anche un punto di incontro e di diffusione del sapere e della bellezza per la comunità, con un’attenzione particolare alla scuola, all’educational e al multimediale.

Questo progetto vuole contrapporsi all’approccio che vede spesso le attività filantropiche come un “hobby” o interpretate come il risultato di “buona volontà” legata a un interesse individuale. Occorre invece aprirsi al cambiamento ed essere disponibili a sperimentare, caratteristiche ben radicate nella cultura della imprenditoria familiare italiana, e intraprendere un percorso filantropico innovativo, che implichi progettualità, professionalità e partecipazione diretta.

Il compito specifico della filantropia è quello pionieristico: sperimentare nuovi modelli, con la rapidità e l’indipendenza che nessuna istituzione pubblica potrà mai mettere in campo.

Il privato può permettersi di sbagliare e di imparare dai propri errori, può inventare nuovi paradigmi di intervento che, una volta testati in scala più piccola, starà poi al pubblico applicare su scale maggiori, in un circolo virtuoso che li veda entrambi collaborare attraverso uno scambio costruttivo.