Stazione, Monza Possibile: la polizia non basta, serve una radicale lotta alla povertà e all'esclusione, chiediamo ancora una volta l'intervento dell'Assessora alle Politiche Sociali Bertola

La questione della sicurezza della Stazione di Monza continua a essere centrale. Da una parte, si susseguono ininterrottamente episodi di violenza, arresti e perquisizioni da parte delle forze dell'ordine, dall'altra abbiamo visto le peggiori strumentalizzazioni di questa situazione: lo striscione appeso dall'estrema destra in Piazza Castello dimostra come i movimenti neofascisti facciano leva sulla paura partendo da queste situazioni di degrado e di abbandono.

Come comitato monzese di Possibile da tempo seguiamo la vicenda: abbiamo chiesto più volte all'Amministrazione un intervento, già nel 2016, anche per evitare strumentalizzazioni da parte delle destre. Per troppo tempo l'Amministrazione Comunale ha chiuso gli occhi, non ha voluto ascoltare le nostre proposte, ha evitato il confronto con Possibile.

Adesso è intervenuto addirittura il Ministro Minniti, che promette misure straordinarie. Ma l'Amministrazione non può pensare di risolvere tutti i problemi con l'intervento della polizia. Soprattutto non bastano i blitz e i controlli occasionali: occorre che i pendolari percepiscano di essere protetti a qualsiasi ora, che la zona sia presidiata anche con attività commerciali o concedendo gli spazi della Stazione, per esempio l'atrio dell'ingresso di Piazza Castello, in locazione alle associazioni che ne fanno da tempo richiesta.

Ma ciò che chiediamo con forza è che siano risolti i problemi alla base di questa situazione, come la povertà, la mancanza di integrazione, il disagio giovanile. A volte si vedono in Piazza Castello ragazzi che giocano a pallone: l'Assessora Bertola pensa davvero che l'unica risposta possibile sia l'intervento della polizia? C'è un problema di carattere sociale alla base. Da tempo diciamo che occorrono politiche di integrazione adeguate: chiediamo di coinvolgere educatori, assistenti sociali e mediatori culturali. Per questo ci rivolgiamo all'Assessora Bertola, facendo appello ai valori di solidarietà e di accoglienza che pensiamo condivida con noi, chiedendole di metterli in pratica anche in una situazione complessa come quella della Stazione.

Possibile a Monza non è in campagna elettorale, ma teniamo alta l'attenzione sui temi sentiti dalla gente e sui valori di solidarietà, di accoglienza e di giustizia sociale in cui crediamo.

Per quanto riguarda i c.d. “decreti Minniti”, non ne condividiamo i valori di fondo, sembrano fatti per inseguire la destra. Possibile, anche a livello nazionale, ha denunciato come le misure sulla sicurezza delegittimino prefetti e questori (indipendenti perché sottratti ai condizionamenti della politica, dando invece potere ai sindaci, che sono condizionabili dalle vicende politiche), criminalizza il disagio sociale e sacrifica le libertà dei cittadini in nome del decoro urbano e dell’ordine pubblico. Nella parte sull'immigrazione riduce invece i diritti dei richiedenti asilo, eliminando un grado di appello, e prevedendo, di fatto, la riapertura dei CIE.

Possibile crede invece che la povertà non si contrasti con ordinanze e sanzioni, ma con il welfare, e che si debba incentivare il sistema dell'accoglienza diffusa, perché l'immigrazione ben gestita costituisce una risorsa per i territori. Per questo nei prossimi giorni lanceremo un appello alle forze politiche e alle associazioni di volontariato per chiedere che il Decreto Minniti non sia applicato nel territorio del Comune.

Il Comitato monzese di Possibile

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