“Chi lavorava con i voucher può continuare a lavorare”

La CGIL di Monza e Brianza con N.I.diL. (Sindacato CGIL delle Nuove Identità del Lavoro) ha organizzato un’iniziativa rivolta in particolare a tutti quei ragazzi e quelle ragazze che venivano retribuiti con i voucher e che potrebbero trovarsi in difficoltà a seguito dell’abolizione di questa forma di retribuzione.

La CGIL mette a loro disposizione un indirizzo mail (vouchermb@cgil.lombardia.it) che consente di ottenere una risposta specifica a qualsiasi quesito sull’abolizione dei voucher e le forme di contratto alternative oppure di avere un appuntamento con un esperto della materia. In ogni caso venerdì 7 aprile alle 17 presso la CGIL di Via Premuda 17 a Monza ci sarà un incontro tra gli interessati per confrontare storie, esperienze e soprattutto per conoscere le modalità nelle quali è possibile conservare il lavoro anche senza i voucher.

Maurizio Laini, Segretario Generale della CGIL MB, la racconta così:

“Sembra che l’abolizione dei voucher sia la fine del mondo. Si accusa la CGIL di aver costretto migliaia di giovani al lavoro nero o alla disoccupazione totale. In realtà non solo la CGIL ha avanzato proposte per nuovi strumenti rispettosi del diritto dei lavoratori in sostituzione dei voucher, ma è in grado (leggi e contratti alla mano) di suggerire a ciascun lavoratore soluzioni contrattuali legittime già oggi disponibili per tutti”.

E non rinuncia a difendere la scelta della CGIL di proporre il referendum abrogativo dei voucher, supportato da milioni di firme raccolte lo scorso anno:

I voucher erano una vergogna; un rapporto di lavoro senza nessuna regola, addirittura un rapporto di lavoro nel quale il nome del lavoratore neppure compariva; niente di scritto, nessun contratto, nessuna regola, nessun diritto. E ricordo solo che la grande massa dei voucher è servita per lo più per togliere i diritti contrattuali a lavoratori che in grandi imprese avrebbero dovuto goderne. Il lavoro familiare ha rappresentato non più dello 0,6% dei voucher a livello nazionale. Tutte le aziende, grandi e piccole, hanno a disposizione più di 40 forme contrattuali precarie e flessibili: che però – almeno – riportano il nome e cognome della persona che lavora….”.

Monza, 3 aprile 2017

Ufficio Segreteria e Comunicazione

CGIL Monza e Brianza