Evento “SFIDA ALLO SMOG”: una risposta concreta
Il 3 febbraio, nella sede dell’Urban Center di via Turati, si è tenuto l’incontro pubblico “Sfida allo Smog”, promosso dal comitato monzese di POSSIBILE, il movimento guidato dal Parlamentare Giuseppe Civati. L’incontro ha visto la partecipazione di un numeroso gruppo di cittadini, di rappresentanti dei comitati cittadini e di associazioni, oltre che degli Assessori Dell’Aquila (politiche culturali e di sostenibilità), Confalonieri (mobilità, sicurezza e servizi ambientali) e Colombo (politiche del territorio).
In apertura Massimo Badalucco, portavoce del comitato di Possibile, ha ricordato una delle motivazioni che hanno spinto Possibile a questa iniziativa: il risultato di un’indagine fatta in città e nei quartieri monzesi nella primavera/estate del 2016. Dal questionario, sottoposto ai cittadini e divulgato tramite la stampa cittadina a settembre 2016, le azioni ritenute prioritarie per migliorare la vivibilità cittadina risultavano essere gli interventi volti alla riduzione dello smog, all’ottimizzazione del traffico cittadino, ai collegamenti efficienti tra i quartieri e il centro città.
Dai dati dell’ARPA emerge come nel corso del 2016 Monza abbia superato i livelli d’inquinamento dell’aria (valori per PM10, PM5 e Co2) per oltre 70 giorni. Dal 19 al 25 dicembre, ad esempio, la centralina Arpa di via Machiavelli (una via poco trafficata del quartiere San Giuseppe) ha registrato una media giornaliera di 68 microgrammi per metro cubo di Pm10 nell’aria.
Dai dati degli ultimi anni pubblicati dall’OMS (Organizzazione Mondiale della sanità), Monza risulta essere una delle città più inquinate d’Italia. Infatti, il limite di Pm10 stabilito dall’Oms, di 70 microgrammi per metro cubo fino al 2005 e poi abbassato a 20 μg, è stato più volte superato dal capoluogo brianzolo, dal 2008 al 2013, con una media di 47 μg, ma non superato per il D.lgs. 155/2010 che prevede il limite a 50 μg/m3.
Stando alle ultime stime, a livello europeo ogni anno l’inquinamento dell’aria causa oltre 467 mila morti ed i costi sanitari associati quantificabili sono tra 400 e 900 miliardi di euro all’anno; sempre secondo l’Oms in Italia l’inquinamento ha causato più di 84mila morti premature. Si calcola inoltre che la città di Monza, negli ultimi 10 anni ha immesso nell’aria una media di oltre 500.000 Tonnellate di CO. Di queste, il contributo prevalente è quello del settore residenziale, pari al 40%, il settore terziario contribuisce per il 23% e quello dei trasporti per il 16%.
Questi dati rilevano come sia urgente intervenire in quest’ambito con una pianificazione pluriennale di azioni che vedano il coinvolgimento non solo delle istituzioni, ma di tutti i cittadini.
Gianluca Ruggieri - ricercatore Università Insubria e autore del libro “Civiltà Solare” - il dott. A. Bisignano - già responsabile ufficio mobilità del Comune di Milano - e Laura Brambilla, Presidente del circolo Legambiente “Alex Langer” di Monza, hanno evidenziato come sia ineluttabile l’abbandono del modello di vita incentrato sull’uso del “fossile” (petrolio, carbone, gas) e quanto sia impellente programmare e attuare la conversione a un modello di vita che veda le istituzioni e tutti i cittadini, uniti in modo consapevole, in azioni che portano alla riduzione dello spreco di energia, a realizzare infrastrutture per la produzione e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, agendo anche sugli aspetti formativi ed informativi.
Sugli aspetti economici di queste azioni si è soffermato Ruggieri, evidenziando che gli incentivi ad oggi disponibili a favore della pubblica amministrazione e dei privati consentono detrazioni, in dieci anni, tra il 50% e il 70% della spesa sostenuta e che l’opportunità di trasferire gli stessi benefici a terzi (eventualmente alla ESCO che si fa carico del progetto e della realizzazione con contratto di risultato certo) può ridurre l’impatto economico.
Sono stati citati casi di realizzazione d’impianti fotovoltaici per le scuole o di riconversione energetica degli edifici che hanno visto la partecipazione attiva di cittadini/famiglie nella fase di finanziamento del progetto (caso del comune di Castelleone o del comune di Inzago).
Che cosa fare per contenere l‘inquinamento dovuto ai trasporti senza bloccare le attività commerciali e rendendo più vivibile la città? Questo è stato l’argomento affrontato da Bisignano, che ha parlato di quanto sia stato fatto dal Comune di Milano negli ultimi 6 anni, partendo dal dato consolidato che a Milano, città da 1,5 milioni di abitanti, sono registrate 518 auto per ogni mille abitanti ( Monza 610, Madrid 480, Monaco 350, Londra 310,Parigi 250) e che ogni giorno all’interno della città avvengono circa 3.176.000 spostamenti da parte di un milione di utenti (dati relativi al 2014).
La scelta politica di limitare l’accesso alla città con l’introduzione dell’Area C, utilizzare una segnaletica semaforica intelligente, introdurre il Bike Sharing prima e a seguire il Car Sharing, ampliare la rete ciclabile e le aree pedonali, estendere le linee metropolitane, ha consentito di impostare e praticare un piano di mobilità dolce e sostenibile.
Il risultato di queste scelte è la riduzione del 27% delle emissioni annuali di CO2 dovuta a una riduzione degli ingressi giornalieri di 30.000 unità, un controllo in tempo reale della fluidità del traffico cittadino, una ridotta dipendenza dell’auto privata per la presenza di una flotta di Car Sharing di oltre 3000 auto di cui 850 elettriche, una rete ciclabile di 200 km con 380 stazioni 4.650 biciclette di cui 1.000 elettriche, l’ampliamento delle aree pedonali.
Su come far uscire le città dalla cappa di smog, si è soffermata anche Laura Brambilla, che ha aperto l’intervento ricordando a tutti i presenti che il successo della sfida allo smog è soprattutto il frutto di precise scelte politiche. Le Amministrazioni sono invitate a disegnare le città di domani, utilizzando le migliori esperienze che già oggi sono una realtà: metropoli innovative e sostenibili, con sempre più aree verde e dove gli alberi tornano a essere i protagonisti del centro e delle periferie, sposando anche l’architettura innovativa, per dar vita a palazzi che respirano. E poi reti ciclabili, mezzi pubblici e auto elettriche, eco-quartieri, edifici che tornano a nuova vita grazie a progetti di rigenerazione urbana per Centri urbani sempre più smart, partecipativi e inclusivi.
Nell'ultimo report annuale, ‘Mal’aria di città 2017’, Legambiente indica le 10 mosse che liberano dallo smog le città: ridisegnare strade, piazze e spazi pubblici delle città; aumentare il verde urbano, indirizzare la mobilità verso “emissioni zero”; dare priorità alla mobilità pubblica, eliminare i diesel e i veicoli più inquinanti dalle città; inserire Road pricing e ticket pricing; incrementare la riqualificazione degli edifici pubblici e privati; riscaldarsi senza inquinare, utilizzando fonti rinnovabili; rafforzare controlli su emissioni auto, caldaie, edifici; intervenire sul settore industriale, responsabile del 75% delle emissioni di gas tossici (ossidi di zolfo).
I relatori sono stati concordi nel ritenere che nel prossimo futuro (5–10 anni), la mobilità nelle città cambierà fortemente, non solo per il numero di auto elettriche circolanti, ma anche per l’introduzione delle innovative auto senza pilota. E’ questo lo scenario che l'Amministrazione anche a Monza dovrebbe aver presente nella ridefinizione del piano di azione per l’energia sostenibile (PAES), predisponendo nella città aree di servizio per la ricarica elettrica, attrezzare gli edifici pubblici per la produzione in proprio di energia elettrica da fonti rinnovabili e una rete di accumulo e distribuzione che ne consenta l’utilizzo ai cittadini.