“La cultura sportiva? Inutile lamentarsi dicendo che in Italia non c’è, la cultura sportiva non è un dato di fatto ma qualcosa che sta a ciascuno di noi creare e plasmare. Ed è gisuto che ci impegniamo a farlo, a tutti i livelli, su piccola e grande scala”. Queste le parole iniziali di Josefa Idem, intervenuta sabato 26 novembre, al convegno Sport e diritti umani, organizzato all’Urban Center di Monza dalla UPF. La campionessa olimpica, ora senatrice, che detiene il primato di aver partecipato a ben otto edizioni dei Giochi, ha aperto i lavori dopo l’introduzione di Silvano Appiani, delegato allo sport del Comune di Monza, e del messaggio del Sindaco Roberto Scanagatti.
Molti gli interventi - tra relazioni e semplici testimonianze sull’interazione tra sport e diritti umani, come quella di Alex Djomo Wafo, ex calciatore della nazionale del Camerun, sottolineati dagli applausi del numerosissimo pubblico - che hanno ricordato a tutti come sia possibile creare un dialogo tra i popoli attraverso l’attività sportiva. Il dibattito che ha preso forma è stata l’occasione per parlare di sport come strumento di integrazione e accoglienza, anche attraverso le testimonianze di ragazzi e ragazze provenienti da paesi e da culture differenti, che hanno spiegato ai presenti il valore della pratica sportiva per chi come loro è costretto ad attraversare momenti difficili.
Tra gli esempi di buone pratiche sportive, il sottoscritto si è soffermato sulla descrizione del Trofeo della Pace, giunto quest’anno all’undicesima edizione e che ha visto giocare circa 150 giovani tra il torneo interetnico di calcio a 7 e quello di pallavolo femminile, di cui alcuni partecipanti hanno dato le proprie impressioni, riuscendo a trasmettere non solo la passione per lo sport ma anche i valori stessi che derivano dalla pratica sportiva. In chiusura arriva l’appello di Dino Dolci, ex Assessore allo sport: “non dobbiamo restare confinati nel nostro orticello, ma lavorare insieme perché tutte le piccole buone pratiche, che abbiamo visto oggi, si trasformino in un grande sistema virtuoso, e perché sia valorizzato, anche a livello di politica dello sport, il contributo dato dal volontariato e dal terzo settore”.
La mattinata si è chiusa con la nomina di alcuni nuovi Ambasciatori di Pace della UPF: la giornalista Francesca Radaelli, il coordinatore sportivo del Centro Mamma Rita Antonio D’Ovidio, il coordinatore dirigenti del progetto Yaka Volley Antonio Lisca, la giovane pallavolista di origini egiziane Dalia Saad e l’intera squadra de I Patrini, attuali campioni d’Italia di baseball per non vedenti.
Per approfondimenti si invita a leggere gli articoli pubblicati dai giornali on line Il dialogo di Monza, vedi link : http://www.
Altri articoli in merito sono usciti sul quotidiano Avvenire e sui settimanali ora in edicola Il Cittadino e Il Giornale di Monza.