L'assessore Cassanmagnago "Il suolo è un bene comune: questa variante è l'inizio di un più ampio percorso per un progetto che la città attende da tempo”.
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ella medesima sera di martedì 4 ottobre, mentre il Consiglio Comunale di Monza ha adottato la mega variante con i suoi 4 milioni di metri cubi edificabili (qui l'articolo di Vorrei), a Desio l'assessore Daniele Cassanmagnago ha avviato in commissione urbanistica l'iter procedurale di variante al piano vigente, delineando un indirizzo diametralmente opposto.
La variante cancella infatti il 60% della superficie che il piano in vigore, approvato dalla precedente amministrazione Pdl-Lega, destinava ad ulteriore urbanizzazione e restituisce all’agricoltura, al verde pubblico e alla non trasformazione più di 1 milione di metri quadri.
Non ci sono precedenti nella storia urbanistica di Desio: in regione Lombardia un qualcosa di simile era avvenuto nel 1993 a Monza, dove una bozza di piano affidata all'architetto Benevolo prevedeva la cancellazione di 3 milioni di metri cubi edificabili. Questo piano nasceva nel contesto movimentato di tangentopoli, anni in cui finirono sotto inchiesta giudiziaria anche alcuni amministratori monzesi, tra cui l'ex Sindaco Rossella Panzeri.
Come era avvenuto a Monza, anche Desio ha recentemente attraversato un mandato amministrativo movimentato e costellato di inchieste giudiziarie che hanno portato allo scioglimento del Consiglio Comunale. Nella cittadina brianzola si accesero i riflettori delle inchieste giornalistiche e televisive che portarono alla luce evidenti segnali di infiltrazioni mafiose. La città scoprì di avere il territorio decorticato e disseminato di discariche abusive e un Pgt, da poco approvato, con in previsione il 10% di consumo di suolo, un parametro raddoppiato rispetto all'indicazione del piano provinciale (PTCP).
La nuova amministrazione eletta in primavera si è assunta l'impegno di riportare Desio in standard più umani di vivibilità: “Il Piano urbanistico non può essere un patto esclusivo con gli imprenditori immobiliari da cui escludere la grande massa degli altri cittadini, la maggior parte dei quali vuole una città funzionante e vivibile e che mai chiederà un permesso di costruire” Dice Daniele Cassanmagnago. “E’ un’idea che rifiutiamo perché antiliberale, antisociale, in definitiva antiurbana, che pretende di privatizzare scelte che riguardano beni per loro natura “collettivi”.
L'Assessore al territorio del Comune di Desio Daniele Cassanmagnago
Le tappe successive prevedono, oltre al passaggio procedurale in commissione e in aula per l'approvazione finale, anche un progressivo ricorso agli strumenti di partecipazione, ben oltre a quanto già individuato dalla legislazione vigente. La Rivista Vorrei seguirà con altri servizi le tappe principali di questa che si annuncia essere una rivoluzione dei modelli amministrativi visti fino ad ora: abbiamo messo in agenda interviste al Sindaco Roberto Corti, all'Assessore arch Daniele Cassanmagnago e alle associazioni ambientaliste desiane.