Una prima analisi dei programmi presentati dal Consorzio Villa Reale e Parco di Monza. I rischi di burocratizzazione, il ruolo del fund raising e l'assenza del “Piano strategico di sviluppo culturale”
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irca un anno fa su questo giornale (“Tre Milioni di euro e 81 pagine vuote”, 7 luglio 2012) ho commentato i documenti programmatici e finanziari del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza leggibili sul sito “Reggia di Monza”, esprimendo critiche severe sul contenuto e sul metodo.
Concludevo con queste parole: “Entro il prossimo mese di novembre il Direttore dovrà presentare il vero “Documento programmatico annuale e pluriennale di attività e relativa previsione di bilancio per il 2013 e per il periodo 2013-2015”. Esso dovrebbe tradurre in proposte concrete le indicazioni di un “Piano strategico di sviluppo culturale” che rientra tra i compiti del Consiglio di gestione... Sembra logico pensare che anche la proposta di questo Piano strategico debba coinvolgere il Direttore, al quale lo Statuto attribuisce “funzioni di proposta e impulso”.
Ebbene: solo il mese scorso sono stati pubblicati sul sito questi documenti, peraltro in modo incompleto. In particolare manca il “Piano strategico di sviluppo culturale”, e le relazioni che accompagnano i bilanci sono estremamente carenti, come cercherò di dimostrare.
Bilancio 2013.
Il bilancio complessivo del Consorzio passa dai 3 milioni 835 mila euro del 2012 ai 3 milioni 315 mila della previsione 2013, con una diminuzione di 502 mila euro.
Le minori entrate sono dovute sostanzialmente ai mancati contributi della Provincia e della Camera di Commercio di Monza e Brianza. Se questi enti hanno azzerato il loro contributo all’insegna di una spending review, la decisione dà la misura di quanto essi considerino prioritaria la Villa con il Parco. E comunque, viene da chiedersi , a questo punto, a quale titolo siedano nel Consiglio di Gestione del Consorzio.
Quanto al Comune di Monza e al Comune di Milano, nessun contributo è previsto a loro carico. E’ da presumere che questa esenzione sia dovuta al fatto che la maggior parte delle entrate del Consorzio (2 milioni 386 mila euro) provengono dai proventi delle concessioni e dei servizi dei beni da essi conferiti al Consorzio. Per quanto questo possa apparire plausibile, far dipendere la contribuzione di alcuni consorziati solo dai frutti di concessioni di pezzi della Villa e del Parco a privati, al di fuori di una visione e di una strategia unitaria, costituisce un incentivo a compromettere i valori culturali e ambientali del monumento, nonchè le relative ricadute economiche di medio termine sul territorio.
Tralasciando le variazioni delle entrate da concessioni minori, in parte in aumento (affitti delle cascine ad uso abitativo, Roseto) in parte, non si dice perché, in diminuzione (Allevamento Colosio, Arma dei Carabinieri nella Cascina Cernuschi), colpisce la mancanza di qualsiasi stanziamento sotto la voce “Proventi da vendita di legna e prodotti agricoli”. Vi sono esperti che non escludono la possibilità che il Parco, pur con i vincoli dovuti alla sua natura paesaggistica, possa configurarsi anche come una grande azienda agro-forestale autosufficiente. Per non dire che, nello spirito e nella prospettiva dell’Expo 2015 (“Nutrire il pianeta, Energia per la vita”) si potrebbero proporre iniziative esemplari di sperimentazione agricola, coerenti con la natura e la tradizione del Parco stesso.
E’ presumibile che questi mancati proventi siano dovuti a qualche compensazione con qualche concessionario che utilizza o vende questi prodotti. Ma in tal caso verrebbe violato il principio della “integrità” del bilancio che, secondo il D.Lgs 2000/267 (oltre che le elementari regole di contabilità), richiamato diligentemente nella Relazione del Direttore, “obbliga l’ente a non effettuare detrazioni o somme algebriche nell’iscrizione di spese ed entrate”. Quindi: A quanto ammonta o è valutata la vendita di legna e prodotti agricoli del Parco? A chi va? in compensazione di cosa?
Ma la prova che la gestione del monumento si riduce a una scarsa ed esclusiva manutenzione ordinaria, priva di qualsiasi strategia, è data, oltre che dalla mancanza di un avanzo di parte corrente (tutte le entrate ordinarie sono assorbite da spese ordinarie), dal vuoto completo di entrate destinate ad investimenti (nel 2012 vi era uno stanziamento, per quanto modesto, di 252 mila euro, da parte della Regione e della Cariplo. Ora nulla).
Nella sua Relazione, il Direttore afferma che “è intenzione del Consorzio partecipare a bandi per l’ottenimento di risorse da destinare alla valorizzazione del compendio Parco e Villa Reale”, ma l’affermazione appare troppo generica per essere credibile.
Passando alle spese, la prima voce che ancora sorprende è la “Indennità di risultato del personale dirigenziale”. Essa integra uno stipendio del Direttore e del Personale Dirigenziale (un’altra unità) pari a 187 mila euro, e ammonta a 64 mila euro. Quanto meno, nella Relazione si sarebbe dovuto spiegare a quali parametri è commisurata questa indennità di risultato. In un contesto di riduzione delle risorse complessive, si dovrebbe immaginare un drastico ridimensionamento, o addirittura un annullamento di questa voce di spesa.
Per il resto, la contrazione delle entrate ha portato a una riduzione degli stanziamenti su tutte le voci più rilevanti della spesa: le “Manutenzioni ordinarie e prestazioni di servizio sui fabbricati del Parco” scendono da 140 mila a 95 mila euro; la “Gestione integrata del verde” da 800 mila a 375 mila euro. Complessivamente gli stanziamenti per le “Funzioni riguardanti la gestione del territorio e nel campo della tutela ambientale” sono dimezzati: da 1 milione a 555 mila euro. Voci come “Trattamenti fitosanitari alberature Parco e Giardini Reali”, “Spese per manutenzione ordinaria strade e fabbricati”, “Manutenzione ordinaria patrimonio arboreo Giardini Reali e Parco”, “Servizio di presidio sicurezza Parco e Villa Reale”, “Pulizia Parco e Giardini Villa Reale”. “Spese per manutenzione attrezzature, automezzi e macchine agricole” non ricevono alcuno stanziamento.
Per quanto riguarda le spese in conto capitale, cioè gli investimenti, si registra il vuoto più assoluto.
Un accenno alla Relazione del Direttore che accompagna il preventivo 2013: al di là di una diligente esposizione di regole contabili elementari, è priva completamente di qualsiasi contenuto, cioè di quale politica presieda alle scelte espresse dagli stanziamenti nelle diverse voci.
E questo ci rimanda alla strategia, cioè alla visione che dovrebbe presiedere alle previsioni programmatiche per il triennio a venire.
Relazione previsionale e programmatica 2013-2015.
Questa relazione dovrebbe corrispondere al “Documento programmatico pluriennale” che, a termini di Statuto (art. 15 p.4), deve essere redatto dal Direttore entro il novembre dell’anno precedente, accompagnato da un “Piano strategico di sviluppo culturale” di competenza del Consiglio di Gestione (art.4 p. 6b), di cui dovrebbe essere la traduzione in programmi e cifre specifiche.
Ora, nessun “Piano strategico di sviluppo culturale” è stato espresso dal Consiglio di Gestione.
Quanto alla “Relazione previsionale e programmatica”, si può tranquillamente affermare che non esiste alcuna relazione scritta, e nessun programma. Le 71 pagine del documento contengono in parte tabelle nelle quali i dati di bilancio del 2013 vengono ripetuti per i due anni successivi, in parte inutili grafici, in parte sono semplicemente vuote.
Anche quest’anno si insiste nell’uso di uno schema destinato alle comunità montane che, oltre ad essere di per sé discutibile dà luogo, applicato a Villa e Parco come un vestito largo e sgraziato cucito da sarti inesperti, a risultati piuttosto esilaranti, per non dire sconcertanti.
Mi limiterò a un florilegio, peraltro abbastanza completo.
Si inizia con una “Sintesi”. In mancanza di una Relazione, ci si aspetterebbe almeno un “one page report”, come si usa fare per offrire una visione d’insieme di un documento. Nulla di tutto questo. Si parla solo del 2013, si accenna in tre righe alla “posta fondamentale.. relativa al passaggio del personale dal Comune di Monza al Consorzio”, e in quattro righe al “particolare impegno verso le attività di valorizzazione del compendio contestualmente ad una gestione programmata degli interventi di manutenzione del verde e dei fabbricati”. Punto.
Si passa poi alla Sezione 1, “Caratteristiche generali della popolazione, del territorio, dell’economia insediata e dei servizi dell’Ente”. In un vuoto pneumatico, dopo tre voci dedicate ai "Rilievi montagnosi e collinari”, ai “Laghi” e ai “Fiumi e torrenti”, sotto la voce “Cascate” leggiamo che “il Parco di Monza è uno tra i maggiori parchi storici europei”, ovviamente cintato.
Sotto la voce “Particolarità culturali”, viene fornito un elenco certosino di siti di Monza, dalle ville, alle chiese, fino ai cinema (non si dice però che cosa si prevede per il dismesso Maestoso!). Tra le associazioni, vengono citate solo, chissà perché, l’Associazione Calcio Monza e il Coro Anthem. Qui la minuziosità viene a mancare!
Nella Sezione 2, “Analisi delle risorse”, troviamo un elenco di cifre, ripetitive dal 2013 al 2015, senza alcun commento.
La Sezione 3 dovrebbe essere la più importante, perché è dedicata ai “Programmi e progetti”.
I Programmi sono: 1. Personale; 2. Organi istituzionali; 3. Comunicazione ed eventi: mostre ed eventi culturali; 4. Funzionamento e gestione del Consorzio; 5. Gestione integrata del verde nel Parco di Monza; 6. Villa Reale e fabbricati Parco: manutenzione ordinaria e straordinaria.
Già l’articolazione è discutibile: la gestione del personale e il funzionamento del Consorzio dovrebbero essere imputate ai singoli programmi. Ma forse le cose diventavano troppo complicate.
Per il “Personale”, gli “Organi istituzionali”, il “Funzionamento e gestione del Consorzio” non si fa altro che descrivere la situazione esistente, salvo l’accenno al nuovo organico di cui parlerò in seguito.
Il Programma che riceve più attenzione è quello relativo a “Comunicazione ed Eventi” (ben 21 righe). Vi si parla diffusamente della “conclusione del progetto ‘Circuito lombardo di musica antica’”. Per il resto solo parole generiche su iniziative vaghe e di breve termine, con la conclusione: “Nel corso dei prossimi mesi saranno programmate una serie di iniziative ludico-sportive e culturali che offriranno nuove proposte ai 6o mila fruitori che utilizzano il Parco e i Giardini nel weekend”. Nient’altro (verrebbe da dire: "Per fortuna! Anche se la vaghezza delle indicazioni è allarmante).
Per il Programma n.5 “Gestione integrata del verde nel Parco di Monza”, il commento si riassume in sei righe, tutte dedicate alla transazione tra il Comune di Monza, la Società “L’Erba Voglio” srl e la Cooperativa sociale Il Ponte Onlus! Del resto, gli stanziamenti ordinari per il programma sono pari ad appena 375 euro per ciascun anno del triennio, e zero per le spese d’investimento.
Ben quattro righe sono dedicate al Programma n. 6, per dire semplicemente che verranno destinati 70 mila euro all’anno per la manutenzione degli impianti tecnologici della Villa Reale, e 95 mila euro per la manutenzione ordinaria di fabbricati e strade del Parco.
Nell’articolo che scrissi un anno fa avevo parlato di 81 pagine vuote. questa volta sono “solo” 71. Ma sempre vuote!
Una piccola osservazione finale, ma di qualche rilievo. Di questo documento è responsabile solo ed esclusivamente il Direttore del Consorzio. Perché è controfirmato dal Presidente? Mi sembra un inammissibile coinvolgimento, magari basato su un cavillo burocratico.
Burocratizzazione del Consorzio e nuovo organico.
Alle povertà di contenuti delle relazioni sul bilancio annuale e sul programma pluriennale, fa riscontro una grande prolissità degli atti burocratici di approvazione, con una profluvie di riferimenti a norme di legge e regolamentari, spesso ripetitivi. Naturalmente non sono in grado, da non addetto ai lavori, di valutare in che misura questa prassi sia obbligatoria o ridondante. Resta l’impressione di un eccesso di lavoro inutile, che la struttura consortile sarebbe meglio dedicasse ai problemi del monumento.
In questo quadro si legge con preoccupazione la delibera del 15 marzo 2013 che amplia l’organico da 29 a 40 dipendenti.
Non metto in discussione il numero delle persone. Credo anzi che esso sia congruo, e magari appena sufficiente rispetto alle esigenze di un complesso culturale e naturalistico come La Villa e il Parco.
Quello che induce una qualche perplessità è l’organigramma.
Esso si articola in quattro aree: “Amministrativo-legale e gestione patrimoniale”; “Finanziaria”; “Tecnica”; “Valorizzazione e Fruizione”.
E’ una struttura che mi sembra poco aderente alle complesse funzioni richieste dal complesso Villa e Parco. Che sono culturali, naturalistiche, architettoniche, paesaggistiche, di produzione agro-forestale, faunistiche, idrauliche, sportive, turistiche, di rappresentanza. L’organizzazione del Consorzio dovrebbe il più possibile rispecchiare questa multifunzionalità storica del monumento. Sembrano invece prevalere, nelle dotazioni dell’organico, le funzioni amministrative e finanziarie, seguite da quelle dedite agli eventi e alla comunicazione, e solo in ultimo le funzioni destinate ai grandi e urgenti problemi di restauro e manutenzione del monumento (solo 11 unità su 40).
E’ chiaro che se le assunzioni dovessero essere fatte secondo questa logica, invece che secondo esigenze di efficenza rispetto alla tutela e di esaltazione dei valori culturali e ambientali del monumento, sarebbe poi difficile tornare indietro. La costruzione di un carrozzone burocratico è dietro l’angolo.
Per finire, due piccole annotazioni sulla struttura, che tuttavia contribuiscono a capire l’impostazione non dichiarata della visione e della strategia del Consorzio (come è noto, tra strategia e struttura c’è un rapporto molto stretto). Prima: la funzione di fund raising, che dovrebbe essere competenza strategica della Direzione , è relegata in un sotto ufficio della “Comunicazione e stampa”, come marketing degli eventi. Seconda: dall’area “Valorizzazione e Fruizione” dipende l’ufficio “Gestione eventi sportivi e culturali”. Si noti, prima quelli sportivi, poi quelli culturali.
In fondo, come è stato detto a suo tempo da un assessore della Giunta Mariani ma come è condiviso in modo inespresso da molti incolti, il Parco viene considerato semplicemente come un impianto sportivo a cielo aperto.