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 Tre obiezioni alla sistemazione del museo del design nel Belvedere dell'edificio. Alcune proposte e un auspicio: mai più la MIA nella Villa Reale di Monza!

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al  Corriere del 18/01/14 apprendiamo che la Triennale di Milano "ha avviato un progetto", in vista della Expo 2015 e della XXI Esposizione Internazionale delle Arti del 2016 (ne abbiamo parlato qui): "Allestire nella Villa Reale di Monza uno spazio permanente dedicato al disegno industriale. E accanto, creare incubatori d'impresa con momenti formativi e informativi per progettisti, industriali, studenti". 

Il luogo prescelto per inserire museo, incubatori e laboratori sarebbe il Belvedere della Villa Reale, in corso di restauro "con il concept dell'architetto Michele De Lucchi”. "E' proprio qui", informa l'articolo, "con il grande affaccio sul Parco, che la Triennale vorrebbe stabilire il proprio spin-off  monzese". "Ora bisogna capire  se il concessionario… accetterà di affittare gli spazi alla Triennale". Cosa auspicata dal Presidente della Camera di Commercio di Monza e Brianza, Carlo Edoardo Valli.

La Villa Reale dispone di ben 600 stanze. La realizzazione al suo interno di un "Triennale Design Museum" permanente, sembra senz'altro un’ottima  proposta. Ma che questo museo venga realizzato nella parte centrale della Villa, insieme ad atelier e incubatori d'impresa, e specificamente nel Belvedere, assolutamente no.

Le obiezioni sono almeno almeno tre.

1.  Lo spazio del Belvedere non è molto ampio. Sembra impossibile poter ospitare al suo interno un museo permanente di vasto respiro, e ancor meno incubatori, cioè, in sostanza,  uffici e laboratori.

2. La parte centrale della Villa "fatta costruire dagli Asburgo" (inciso  che dovrebbe far riflettere) presenta valenze monumentali, asburgiche, napoleoniche  e sabaude di un livello tale da renderla adatta esclusivamente a funzioni di rappresentanza, eventi culturali o politici straordinari, e a "museo di sé stessa". Si pensi solo al fatto, ad esempio,  che questa parte potrebbe essere riarredata con mobili asportati dalla Villa dopo il regicidio di Umberto I di Savoia, conservati nel palazzo del Quirinale e in  altre sedi pubbliche.

3. Il  Belvedere, dal quale la vista spazia  da una parte lungo il  cannocchiale dei Giardini Reali, idealmente verso Vienna, e dall’altra parte lungo il grande Viale Cesare Battisti (detto una volta "Vialone Reale"), verso Milano, costituisce una sorta di biglietto da visita visivo della "Imperial Regia" Villa e Parco di Monza, della sua storia come parte della storia di Monza, e non può quindi ricevere una destinazione, per quanto importante, solo parziale sia dal punto di vista storico che identitario.

Il Belvedere è da tempo oggetto di insani desideri. Nel Disciplinare della Concessione alla Nuova Villa Reale S.p.A., a cui è stato affidato il restauro e, purtroppo, la gestione ventennale della parte centrale della Villa, era previsto che il Belvedere fosse destinato a un ristorante esclusivo, cioè sottratto all'accesso dei visitatori comuni. In seguito a una sollevazione popolare e anche, probabilmente, a valutazioni tecniche (le cucine avrebbero dovuto restare al pian terreno) e a calcoli economici sulle scarse probabilità di successo del business, questa destinazione è stata abbandonata.

Ora arriva questa nuova, improbabile proposta della Triennale.

 

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Un dettaglio del pannello introduttivo alla mostra di Fortunato Depero in corso ad Aosta.

 

Eppure la sua destinazione naturale sembra evidente: il Belvedere dovrebbe essere il punto dove i visitatori, tutti i visitatori, possano, con l'ausilio degli  strumenti informativi  più innovativi, acquisire la consapevolezza dell'importanza del monumento che si accingono a percorrere, dalla Villa, ai Giardini, al Parco.

Significa forse tutto ciò  dire di no al Museo del Design proposto dalla Triennale? Assolutamente no. Come abbiamo detto sopra, la Villa dispone di ampi spazi, per molti dei quali non è prevista alcuna destinazione, e che probabilmente rivestono minore valore architettonico consentendo ristrutturazioni sia pure compatibili, per i quali la destinazione museale potrebbe essere la più opportuna.

In particolare la parte sud della Villa, adiacente alle aule dell'Istituto Statale d'Arte e Liceo Artistico, potrebbe essere adatta allo scopo. Anzi, le destinazioni  progettate dalla Triennale potrebbero esser coordinate con i progetti della "faculty" dell'ISA per uno  sviluppo della scuola con nuove e più importanti attività formative, in particolare  corsi post diploma e parauniversitari nel campo artistico e del design.

Questa proposta  sarebbe coerente con  quella che Ezio Rovida fece nel 2003 (l'abbiamo pubblicata qui) per un Museo Nazionale del Design e della Comunicazione, proposta inserita in una visione  completa e realistica  circa le possibili destinazioni di tutti gli  spazi della Villa Reale,  visione purtroppo dimenticata che Vorrei ha opportunamente riproposto. 

Nell'articolo del Corriere citato si parla anche di una esposizione "dedicata all'innovazione e al nuovo design (in realtà si tratta di una mostra che sta facendo il giro del mondo raccogliendo un grande successo)". Ben venga. Ma forse il Serrone sarebbe il luogo più adatto per il suo svolgimento.

Ultima considerazione. Per piacere: non risuscitiamo  i fantasmi della MIA, la Mostra Italiana dell'Arredamento, che per anni ha imperversato nella Villa dando un disastroso contributo al suo degrado.

Gli autori di Vorrei
Giacomo Correale Santacroce
Giacomo Correale Santacroce

Laureato in Economia all’Università Bocconi con specializzazione in Scienze dell’Amministrazione Pubblica all’Università di Bologna, ha una lunga esperienza in materia di programmazione e gestione strategica acquisita come dirigente e come consulente presso imprese e amministrazioni pubbliche. È autore di saggi e articoli pubblicati su riviste e giornali economici. Ora in pensione, dedica la sua attività pubblicistica a uno zibaldone di economia, politica ed estetica.

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