Dossier. Il consumo consapevole. Il mercatino del biologico, promosso da Legambiente Monza fin dal 1993, si tiene in Città ogni quarta domenica del mese. Ne parliamo con Massimo Benetti, suo promotore e organizzatore che ne spiega i motivi e la qualità.
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ome è partita l’idea di fare un mercatino dei prodotti biologici a Monza?Dall’esigenza di far conoscere a più persone un tipo di agricoltura diversa, più in sintonia con l’ambiente i cui prodotti biologici fossero più disponibili alla cittadinanza, vista la difficoltà a reperirli. La Grande Distribuzione Organizzata (GDO) non era ancora attrezzata e l’acquisto di prodotti biologici era possibile solo in piccoli e pochi negozi specializzati.
In cosa consistono questi prodotti? Esiste una normativa?
L’agricoltura biologica segue un regolamento europeo CE N. 834/2007 del Consiglio del 28 giugno 2007, relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici, che abroga il vecchi regolamento CEE n. 2092/91, entrato in vigore il 27 luglio 2007, applicabile a decorrere dal 1° gennaio 2009.
Il principio fondamentale nell’agricoltura biologica è che non si utilizzano sostanze chimiche di sintesi e neppure Organismi Geneticamente Modificati
Qual è la differenza con altri prodotti alimentari, ad esempio gli OGM?
Il principio fondamentale nell’agricoltura biologica è che non si utilizzano sostanze chimiche di sintesi (concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, pesticidi in genere) e neppure Organismi Geneticamente Modificati (OGM) e che vengono seguite regole di coltivazione che sfavoriscono il nascere di antagonisti per le piante. Inoltre sono più ricchi di sostanze nutritive a differenza di quelli convenzionali che sono poveri di queste sostanze e snaturati delle loro funzioni vitali. Percentuali alte (dal 25 al 50%) della frutta e della verdura in Italia, presentano uno o più residui di pesticidi. E anche se fossero al di sotto delle soglie permesse dalle leggi, nessuno può sapere se l’assunzione giornaliera di queste sostanze, in abbinamento spesso con altre, possano essere pericolose per la propria salute.Le produzioni biologiche vengono controllate da organismi di controllo autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole (Mipaaf), che sono enti di certificazione a cui la legge assegna il compito di verificare il rispetto dei regolamenti.
Il primo Mercatino dei prodotti biologici - febbraio 1993 - Arengario - foto di Giorgio Majoli
Da quanto tempo, dove e da quanto si è esteso questo tipo di mercato del biologico?
Il biologico è sempre esistito. Una volta l’agricoltura era sempre stata “naturale”. Solo nel dopoguerra, anni ’50, le industrie belliche si sono trasformate e hanno iniziato a produrre prodotti di sintesi per l’agricoltura. Ma la natura è un ambiente complesso e non può essere semplificato all’eccesso, cosa che ha portato alla estrema vulnerabilità delle monoculture. Le maggiori produttrici di biologico si trovano al sud, con la Sicilia al primo posto con circa 8000 produttori bio, seguita da Puglia e Calabria. Seguono Emilia Romagna, Toscana e Lazio attorno ai 3000 produttori. La Lombardia è al 12° posto con circa 1700 produttori. Ultima la Valle d’Aosta.
Ora ci sono anche negozi e supermercati che vendono prodotti biologici. Cosa ne pensi?
Negli anni passati la GDO sembrava la soluzione alla facile reperibilità di prodotti bio. Ma nel tempo ci si è accorti che non era la strada giusta. La GDO richiede grandi quantità e un rapporto esclusivo del produttore con la stessa, cosa che si trasforma poi in un rapporto soffocante e ricattante. Prevede criteri estetici e imballaggi inutili senza privilegiare produttori locali e prodotti di stagione. Il rapporto diretto con il produttore poi elimina l’intermediazione di professione e abbatte i costi instaurando un rapporto di conoscenza e di fiducia tra produttore e consumatore. Da qui deriva l’importanza dei mercatini biologici che vengono organizzati in diverse città, tra le quali Monza. A Monza il mercatino si è radicato e ormai la cittadinanza conosce questo evento mensile ed è diventato nel tempo cliente abituale e affezionato.
C’è qualche rapporto con i Gruppi di acquisto solidale (GAS)?
I gruppi di acquisto solidale, nascono dalla necessità di porsi in modo critico verso il modello di consumo e di economia tradizionale. E’ solidale nei confronti dei piccoli produttori e dell’ambiente e crea una sorta di comunità aperta instaurando rapporti di convivenza pacifica, di amicizia e confronto costruttivo. Si approccia a prodotti di alta qualità (biologici), freschi, di stagione e a chilometro zero che evita lunghi trasporti inutili. I gruppi di acquisto solidali sono organizzati in una rete in stretto contatto gli uni con gli altri, così da scambiare esperienze locali con altre. La “Retina” è la rete che raggruppa circa quaranta GAS della Brianza. Questo tipo di acquisto è sicuramente una valida alternativa alla GDO che permette inoltre di fare la conoscenza diretta con il produttore, attraverso le visite periodiche che i componenti dei GAS effettuano sul campo.
Hai qualche dato a livello nazionale e oltre, sui prodotti biologici?
L’Italia è il quinto produttore al mondo di biologico (fatturato di 1600 milioni nel 2011) e settimo per superficie coltivata (più di un milione di ettari). E’ l’unico settore alimentare in crescita. I produttori, anche questi in crescita, sono circa 50.000. A livello mondiale le vendite di bio sono circa 60 miliardi di dollari, distribuite in gran parte tra Europa (41%) e Stati Uniti (44%). In Europa il primo Paese è la Germania (6500 milioni di euro), seguito dalla Francia (3900). In quanto a superficie coltivata, l’Australia è il primo paese al mondo con 12 milioni di ettari coltivati a biologico, seguita da Argentina con 4 milioni, l’Italia, come già detto è a 1.1 milioni di ettari, con una SAU (Superficie agricola Utilizzata) del 9% a biologico.
Ci puoi parlare dell’esperienza di Monza? Che difficoltà ci sono state?
Nei primi anni ’90 mi stuzzicava l’idea di poter proporre prodotti bio nella mia città. In famiglia si cercava di consumare biologico, la sensibilità verso un cibo pulito era dettata anche da nostro figlio che cresceva e aveva bisogno più di tutti di alimentarsi in modo sano. Ma come già detto, il prodotto biologico era di difficile reperibilità. Sulla stregua di altre poche esperienze di mercatini, l’idea di poterlo promuovere anche a Monza, mi era piaciuta moltissimo. Il primo ostacolo è stato sicuramente quello di trovare un interlocutore nell’amministrazione comunale, interessato a questa iniziativa. Ma inizialmente c’era stata molta indifferenza, dal momento che per anni si pensava che la chimica di sintesi avrebbe risolto tutti i problemi sia di tipo economico che quantitativo e la fame nel mondo sarebbe sparita dalla faccia della terra. Naturalmente questo non corrispondeva a verità. Fortunatamente un assessore di Monza ci diede fiducia e il conseguente permesso per organizzare un evento in piazza. I produttori erano ben felici di esporre i propri prodotti in una piazza importante come quella di Monza, ne trovammo una ventina che coprivano quasi tutta la gamma dei prodotti biologici. Il permesso ci venne concesso proprio nel punto più centrale di Monza, piazza Roma, all’Arengario e proprio sotto i suoi portici. Legambiente garantiva la qualità dei prodotti che venivano venduti.
Precisamente quando nasce il Mercatino del biologico a Monza?
Nel mese di febbraio del 1993 nacque il primo mercatino bio. Il successo fu immediato, tanto che da allora la quarta domenica di ogni mese viene organizzato il mercatino biologico di Monza denominato “Grazie Natura”. Nel corso degli anni, per esigenze logistiche, il mercatino ha cambiato svariate volte la sua sede, dall’Arengario a via Santa Maddalena, poi in piazza Duomo, in piazza San Paolo e attualmente in piazza Carrobiolo. Ma questo non ha comportato, né per i produttori né per i clienti monzesi, alcun tipo di problema. L’anno scorso abbiamo festeggiato il ventesimo anniversario del mercatino, offrendo assaggi di prodotti, con musica e la presenza dell’amministrazione comunale. Il mercatino biologico rappresenta oggi un evento consolidato e conosciuto in città e riferimento per altre città che vogliono sperimentare lo stesso tipo di esperienza.
Uno sviluppo dell’agricoltura biologica, oltre ad essere un’importante fonte di lavoro per i giovani, rappresenta un presidio e una conservazione del territorio fondamentale
Cosa si potrebbe fare per una maggiore promozione del bio e la sua qualità?
Maggiori risorse a livello governativo verso l’agricoltura in generale e in particolare per l’agricoltura biologica, per aiutare le nuove generazioni che vogliono affacciarsi al mondo dell’agricoltura di qualità. E’ necessaria anche una massiccia opera di sensibilizzazione per far comprendere che oltre ad un fatto salutistico individuale, l’agricoltura senza la chimica di sintesi, favorisce la salubrità dei terreni ed elimina i vari inquinanti che entrano poi nell’ecosistema e nella catena alimentare. Inoltre sviluppa la biodiversità, indispensabile all’equilibrio della natura.
Possiamo affermare che uno sviluppo dell’agricoltura biologica, oltre ad essere un’importante fonte di lavoro per i giovani, rappresenta un presidio e una conservazione del territorio fondamentale. In questi tempi dove il suolo è considerato alla stregua di una merce da sfruttare e viene consumato e cementificato per scopi inutili per le comunità a livelli inauditi, l’agricoltura biologica potrebbe rappresentare un valido argine a questa pericolosa deriva.
Vedi anche “L’Italia del biologico è al decimo posto nel mondo”
Massimo Benetti è laureato in biologia molecolare, da sempre impegnato nel volontariato ambientalista. E' stato presidente del Circolo Legambiente di Monza, fondatore e presidente della FIAB MonzainBici a Monza. E’ iscritto ad un G.A.S. monzese. Sensibile a tutte le tematiche ambientaliste