Amici della Brianza, Slow Food Monza Brianza, Desbri e Cata propongono un progetto culturale di integrazione e turismo, in sintonia con Expo 2015
IL
giro del mondo in 80 orti fa parte del progetto più ampio Orti in Brianza, sostenuto dall’Associazione Amici della Storia della Brianza, dalla Condotta di Slow Food Monza Brianza, dal Desbri e dal Cata. Ne avevamo trattato qui.L'Orazione nell'orto - Tempera su tavola di Andrea Mantegna - 1457-1459 - Musée des Beaux-Arts di Tours
Il progetto proposto è di carattere sociale e ha soprattutto finalità d’integrazione. L'idea è stata concepita per favorire l’interazione fra le diverse culture del mondo e in particolare a stimolare lo scambio dei saperi fra i cittadini brianzoli e gli stranieri residenti in Brianza, attualmente stimati di essere oltre il 10% della popolazione locale. Gli ideatori hanno pensato anche a un possibile effetto di ricaduta che il progetto potrebbe avere nel territorio: se si sviluppata in sintonia con le tematiche dell’esposizione universale di Expo 2015, potrebbe rappresentate un’attrazione turistica e quindi potrebbe attrarre sul territorio brianzolo un turismo interessato a queste particolari tematiche.
Per attuarlo è possibile creare parternariati internazionali con altri paesi partecipanti all’Expo, realizzando dei micro orti sia in campagna e sia nei centri urbani, in collaborazione con cittadini stranieri. A seconda della situazione gli Orti del Mondo potranno essere realizzati in piena terra oppure all’interno di cassoni fissi o mobili. Si ipotizza il coinvolgimento di numerosi attori: le scuole, che potranno realizzare l’orto nel proprio giardino, oppure su una parete verticale, valorizzando l'apporto dei loro alunni stranieri; i negozi, che potranno allestire un Orto del Mondo nel proprio cortile, oppure in uno spazio pubblico antistante concesso in uso dal Comune; i privati, che potranno realizzare l’orto in un angolo del proprio giardino; le aziende, che possono realizzare l’orto internazionale all’ingresso della fabbrica o degli uffici, magari con qualcuno dei loro dipendenti di altra nazionalità.
Raccolta delle fragole nell'orto di Agrate
La particolarità di questi orti sarà privilegiare la conoscenza di coltivazioni diverse da quelle abituali dei cittadini italiani e brianzoli. Per questo saranno in preferenza direttamente gestiti da cittadini stranieri residenti in Brianza. Oltre a creare un percorso turistico, si potranno creare eventi per favorire l’integrazione culturale con scambio di ricette, degustazioni, show cooking, e altro ancora. In alcuni casi sarà anche possibile creare dei parternariati internazionali con le istituzioni di altri paesi, valorizzando le relazioni già in essere di gemellaggi fra comuni di diverse nazioni o con gli scambi commerciali attuati da aziende locali attive all’estero.
Un’idea aggiuntiva è la possibilità di affiancare all’orto internazionale un piccolo orto brianzolo storico, coinvolgendo nel progetto le associazioni locali e gli anziani e intraprendendo una ricerca sulle colture tipiche della Brianza fino alla prima metà del novecento. In alcuni casi si è già trovata disponibilità a realizzare gli orti internazionali: un negozio di ortofrutta che sta di fianco alla chiesa parrocchiale nel centro storico di Agrate Brianza si è reso disponibile a creare un orto marocchino nel cortile retrostante il proprio spazio vendita, dove in un’area verde di circa 20 metri quadrati, realizzerà in collaborazione con una famiglia marocchina, qui residente, l’orto a tema. Tra le colture particolari impiantate c’è il coriandolo, utilizzato in Marocco per le minestre e vari tipi di peperoncini piccanti.
C'è un oratorio, il cui parroco ha avuto l’anno scorso come coordinatore un giovane prete thailandese che ora è ritornato nel suo paese. Durante la scorsa estate ha mandato in Tahilandia un gruppo di ragazzi a collaborare con le missioni locali del Pime. I ragazzi hanno visto come si coltivano gli ortaggi e con l’aiuto dei nonni impianteranno nel 2015 nel giardino dell’oratorio un orto thailandese. C'è un agricoltore di Agrate, il cui orto si trova ai margini di un quartiere dove la via principale, via Vismara, è intitolata al missionario Padre Clemente, che è stato missionario in Birmania. Destinerà una porzione del suo campo per realizzare un orto birmano. C'è un ristorante, dove alcuni collaboratori provenienti dall’Egitto, realizzeranno nel proprio giardino un orto egiziano. Al ristorante, che offre normalmente piatti tipici del territorio è stato proposto di inserire qualche piatto tipico egiziano nel menù.
Un’osteria di Monza, che ha un collaboratore pakistano, realizzerà nella propria area di pertinenza un orto pakistano. Il collaboratore sta coinvolgendo nell’idea altri suoi connazionali. A Muggiò un cittadino proveniente da Cuba si è reso disponibile a realizzare un orto cubano, in collaborazione con un’associazione locale di anziani che a fianco realizzerà un orto brianzolo tradizionale con ortaggi antichi locali che verranno scelti sulla base di un’apposita ricerca storica. Infine un comune gemellato con una cittadina della Germania realizzerà un orto tedesco, in collaborazione con una locale associazione di volontariato, che a fianco realizzerà anche un orto brianzolo e in primavera organizzerà degustazioni e scambio di ricette per mettere a confronto le due culture.