Il traffico proveniente da nord (Rondò e Valassina) e diretto al centro di Monza, “entra” in città tagliando regolarmente e impunemente la striscia bianca continua: costruiamo un cordolo
Caro sindaco, ho letto con interesse l’intervista rilasciata al mio direttore prima di Natale.
Mi permetto di richiamare la tua attenzione sul particolare del viale Lombardia di cui, dici, rivendichi la realizzazione della strada in sé e delle piste ciclabili, due per direzione, e prometti edicole, chioschi e bar, mercatini a tema e una festa di quartiere per far rivivere la zona.
Ora, sono certo delle tue buone intenzioni, ma ti prego di ripensarci. Viviamo, anzi, moriamo già di traffico per conto nostro senza che tu ce ne inventi dell’altro. Mi corre obbligo illustrarti cosa sta succedendo al Triante e strade limitrofe, da quando è stata istituita la nuova viabilità.
Il punto principale è che, a causa della serie di semafori sul viale Lombardia (che ormai più viale non è, essendo una stradina di una corsia per senso di marcia) che noi qui chiamiamo “la via crucis”, il traffico proveniente da nord (Rondò e Valassina) e diretto al centro di Monza, “entra” in città tagliando regolarmente e impunemente la striscia bianca continua all’altezza delle via Andrea Doria ed Emanuele Filiberto, nonché agli incroci di via Monte Lungo e Vittorio Veneto. Questo movimento irregolare provoca diversi inconvenienti che qui ti elenco:
- Entrata in collisione con gli amati ciclisti che viaggiano sulla pista ciclabile in direzione sud e che non si aspettano la svolta improvvisa di queste vetture alle proprie spalle (abbiamo già registrato parecchi incidenti);
- Entrata in collisione con il traffico della Via Duca degli Abruzzi (DdA) proveniente da nord (via Monte Lungo e quartieri a monte), e diretto a Milano, che, in forte aumento, non percorre più il viale Lombardia, ma la via DdA, più scorrevole, proseguendo spesso sino alla via Cavallotti e Val Seriana, per ritornare sul viale Lombardia all’altezza dell’ultimo semaforo;
- Rallentamento dello scorrimento in direzione sud della coda sul viale Lombardia, giacché queste vetture, pur di svoltare dove non si può o dove fa loro comodo, si disinteressano della coda che provocano; ma anche in direzione contraria perché molti, facendo sfoggio di stupida complicità, fermano la propria coda per permettere a questi di svoltare;
- La coda che si forma in direzione sud “risale” in breve sino all’incrocio di via Monte Lungo bloccando lo scorrimento delle vetture in direzione est-ovest, quando scatta il verde;
- Tutto il traffico così com’era stato programmato a tavolino ne è sconvolto;
- Aumento dell’inquinamento acustico e dell’aria per tutte le abitazioni residenziali che si affacciano sulle vie citate;
- Aumento del senso d’impunità di questi automobilisti che vedono in Monza una città senza controlli e nelle vie di Monza un loro territorio.
Non si tratta di un traffico da poco, parlo di circa quattromila nuovi transiti tra vetture, moto, ambulanze, tir, autobetoniere, furgoni, eccetera che, dalle ore 5 circa del mattino (o della notte, se preferisci), e nonostante il divieto di attraversamento della via DdA per i non residenti attualmente in vigore dalle ore 24 alle ore 6, ma da nessuno fatto rispettare, svegliano la gente , impazzano per le vie svoltando impunemente come già detto e ripartendo a folle velocità, rischiando di travolgere persone che stanno entrando o uscendo di macchina o uscendo dai rispettivi passi carrabili, di travolgere bambini (c’è vicino un oratorio) o anziani (c’è vicina una bocciofila) o disabili. Questo inferno quotidiano che inizia verso le cinque del mattino, si placa solo verso le dieci, per riprendere in senso contrario con il rientro serale. Neppure la domenica è risparmiata perché il rientro del finesettimana, specie nella bella stagione, è da incubo.
Sono ormai molti gli incidenti verificatisi, anche se per il momento non mortali. Ma dobbiamo proprio aspettare il morto? Dobbiamo farci dire anche qua che si chiude la stalla quando sono già scappati i buoi? Non sarebbe opportuno prendere qualche provvedimento prima che succeda “il fattaccio”, che sarebbe poi inevitabilmente denunciato all’opinione pubblica con il solito implacabile: “…lo sapevano ma non hanno fatto niente”?
Il punto di partenza è che se la via DdA (strada totalmente residenziale) è più scorrevole del viale Lombardia, il traffico dirotterà ovviamente sulla prima. Bisogna rendere eque le due strade, oltre che aumentare la vigilanza oggi pressoché inesistente.
Abbiamo proposto all’assessore Confalonieri, che so aver preso a cuore il problema anche se al momento senza risultati sensibili, varie soluzioni.
- La costruzione di un cordolo (ve ne sono di funzionali e anche esteticamente molto belli in tutte le città d’Italia) che impedisca la svolta abusiva e pericolosa delle vetture provenienti da Nord nelle vie Andrea Doria ed Emanuele Filiberto, unitamente alla postazione frequente di una vettura di Polizia Locale che, piazzata all’imbocco della via Vittorio Veneto, si pagherebbe sicuramente il proprio costo e contribuirebbe a portare in pareggio il bilancio del Comune;
- La sostituzione sul viale Lombardia di qualche semaforo con qualche rotonda;
- La costruzione di qualche dosso stradale anche in via DdA, e magari un semaforo all’incrocio con via Vittorio Veneto;
- L’istituzione di un senso unico contrario, nelle vie Andrea Doria ed Emanuele Filiberto.
Naturalmente la sola costruzione di un cordolo sul viale Lombardia (la più logica, la più fattibile, la più auspicata) tra l’incrocio con la via Monte Lungo e quello con la via Vittorio Veneto sarebbe sufficiente a risolvere molti problemi e francamente non si capisce perché non venga fatto nulla.
Ecco, caro sindaco, perché mi si drizzano in testa i pochi capelli rimasti se penso che dobbiamo aspettarci chioschi, bar, edicole, feste di quartiere, eccetera. In una situazione come questa ci mancano proprio le code di quelli che si fermano per bere un caffè o comprare un giornale o fare acquisti, per renderci la vita più godibile.
Caro sindaco, facci vivere sicuri e dormire tranquilli a casa nostra.
Tanto ci basta e ne avanza. Ti saluto con affetto.