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Da più di trent'anni un movimento ambientalista si batte per l'istituzione di un grande parco a nord della Brianza. Vuole salvare dalla urbanizzazione selvaggia quanto resta della natura. Ne abbiamo parlato con il presidente del Comitato per il Parco Regionale della Brughiera

 

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a storia, tra le più longeve, di un movimento ambientalista della Brianza: iniziata il 6 novembre del 1983 con una mostra organizzata da una associazione naturalista di Meda, si è caratterizzata nel corso di oltre trenta anni per la tenacia a perseguire gli obbiettivi e per la capacità di tessere relazioni complesse nel variegato panorama territoriale, composto dai comuni contigui delle province di Monza e Como: la Brianza nord occidentale. La culla dell'industria brianzola del legno. Ora il Comitato persegue l'obbiettivo di costituire un unico grande parco, esteso da Como fin quasi alla periferia nord di Milano, accorpando i territori nel Parco Regionale delle Groane.

 

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La prima iniziativa del 1983

 

Tiziano Grassi, perché nasce il Comitato per il Parco Regionale della Brughiera?
Il Comitato nasce per sensibilizzare le comunità e le amministrazioni comunali sull’importanza di tutelare i territori della Brughiera, attraverso l’istituzione del vincolo di parco regionale sulle aree individuate come zona D10, all’interno della Legge Regionale sui Parchi n° 86 del 1983.

Quando è nato?
E’ nato alla fine del 1983 per lo stimolo di Giorgio Akermann, promotore del Gruppo Naturalistico della Brianza. A questo si sono aggiunti il Gruppo Naturalistico Marianese, il WWF, il coordinamento delle associazioni medesi CAI-SEM-GAM, l'associazione la Puska di Lentate sul Seveso e altre associazioni. L'intento è stato di sollecitare l’istituzione del Parco Regionale della Brughiera, dopo l’approvazione della legge sui parchi di cui parlavo prima. Il Comitato ha poi proseguito nel suo impegno costante per tutti gli anni novanta e per la parte iniziale del secolo.

L'obiettivo principale è ottenere l'istituzione di un parco regionale sui territori a verde della Brughiera

Quali sono gli obbiettivi?
L’obiettivo principale è ottenere l’istituzione di un parco regionale sui territori a verde della Brughiera, sopravvissuti all’espansione urbana dei comuni a nord di Milano. A sostegno di questo impegno il Comitato ha promosso una prima grande campagna di raccolta firme per l’istituzione del parco regionale. Alla fine del 1993 sono state presentate 20.000 firme in Regione Lombardia. Durante il periodo della campagna si è favorito il coinvolgimento delle amministrazioni comunali. Finalmente, grazie a queste sollecitazioni, i comuni si sono decisi a sedersi tutte assieme ad un tavolo di lavoro regionale. Questo ha portato, verso la fine degli anni novanta, a una proposta di legge, che però non è stata approvata. Per circa 15 anni, oltre venti associazioni ambientaliste locali della Brughiera si sono impegnate, attraverso la costituzione del Comitato, affinché si potesse raggiungere lo scopo.

 

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Poi si è creato uno stallo?
Dopo l’affossamento del progetto di parco regionale, che alla fine degli anni novanta era ormai quasi cosa fatta (mancava solo l’approvazione della legge costitutiva in Consiglio Regionale con 24 comuni e tre provincie a favore!), ci sono stati per il Comitato alcuni anni di ricostruzione faticosa delle attività. Allentandosi l'interesse, la maggior parte delle amministrazioni comunali avevano purtroppo cambiato parere sull’istituzione del parco regionale. Altri comuni, visto che il progetto non era andato a buon fine, decisero tuttavia di aderire al PLIS Brughiera Birantea. Questo consorzio passò dai primi quattro comuni che lo fondarono negli anni ottanta, ai dieci che attualmente lo costituiscono: Meda, Lentate sul Seveso, Cabiate, Mariano Comense, i primi e poi Novedrate, Figino Serenza, Carimate, Cermenate, Carugo e Brenna.

Tuttavia a un certo punto il Comitato ha ricevuto un nuovo impulso?
Si. Nel 2008 è partita una nuova campagna, sempre dall'ambito del Comitato, dove alcune associazioni di Meda, (Proloco Promeda, il gruppo Sinistra e Ambiente, i Caminadasi ecc.) richiamano tutte le vecchie e nuove associazioni ambientaliste locali ad una rinnovata e più incisiva attività di sostegno al parco regionale. Nasce in quegli anni l’idea di organizzare numerose escursioni nel parco. Un veicolo per sensibilizzare cittadini e amministratori. Inserite in un programma che si chiamerà in seguito “Le stagioni del Parco”. Tuttora viene riproposto annualmente, con diverse escursioni molto seguite.

 

Nel 2011 è maturata la proposta di dare una veste ufficiale al Comitato

Quali sono stati i momenti più importanti dal 2008 nel percorso per la costituzione del parco?
La svolta decisiva è avvenuta con la caduta della giunta di centrodestra a Cantù nel 2012 (dal 2.000 è stata sempre contraria al parco regionale) e con l'elezione contestuale del gruppo Lavori in Corso. Questo gruppo è stato in prima fila con noi tra i promotori per il parco regionale. Ci siamo trovati poi a coinvolgere le altre amministrazioni comunali della Brughiera. Ma questa volta coinvolgendo più facilmente alcuni sindaci. Perché la maggior parte di loro era di nuova nomina: all'inizio del mandato e attrezzata di buone intenzioni. Nel 2009, dopo la ripresa delle attività, il Comitato ha promosso una seconda campagna di raccolta firme, presentandone 4.000 nel dicembre dello stesso anno in Regione Lombardia. Questo ci ha permesso di riattivare l’interesse dei cittadini e delle amministrazioni verso la tutela della brughiera e per il parco regionale. Nel 2011 è maturata la proposta di dare una veste ufficiale al Comitato. Dieci associazioni ambientaliste e gruppi che operano nel Comitato, accogliendo l'invito, decidono di registrare legalmente la costituzione del Comitato: è stato votato uno statuto condiviso e acquisito un codice fiscale. Ora il raggruppamento può operare a pieno titolo nelle varie relazioni ufficiali.

 

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Comitato per il Parco della Brughiera

 

Chi aderisce attualmente?
Sono circa venticinque associazioni ambientaliste, gruppi locali che ritengono strategica la costituzione del parco regionale. Tra queste ci sono sezioni locali di Legambiente, WWF, LIPU e il Comitato per l'Ampliamento del Parco Brianza Centrale.

Il progetto ha avuto degli ostacoli nel tempo? Da parte di chi?
Gli ostacoli alla costituzione del Parco Regionale della Brughiera sono stati un'infinità. Ancora oggi ne vediamo alcune dimostrazioni. Anche se fortunatamente in forma ridotta. Si potrebbero indicare nomi e cognomi, sigle di partiti, funzionari comunali, provinciali e regionali e via dicendo. Ma ci potrebbe dire poco, ormai. A un percorso trasparente e serio, hanno sempre creato problemi le cose non dette. Motivazioni che stavano però alla base delle scelte di ognuno degli attori. Negli ambiti di competenza avrebbero dovuto prevalere decisioni sensate. Invece, da parte di alcuni, non si voleva evidentemente il parco. Per tanti motivi: interessi personali o degli amici/parenti su aree o fabbricati o possibili progetti futuri nel parco; la paura di perdere il consenso politico di lobby varie e locali, cacciatori, pescatori, agricoltori e altri; la superficialità nell’affrontare la questione, non ritenendola degna di attenzione per scarsa sensibilità; cambi amministrativi con un portato di stereotipi politici buoni per ogni momento.

Questa è l'unica opzione che l'amministrazione regionale ritiene di accettare

Quale è lo stato attuale?
Ci vede molto impegnati con alcune amministrazioni, Lentate sul Seveso, Cantù e altre, nel sollecitare i ventiquattro comuni della Brughiera ad approvare un testo di Delibera di Consiglio Comunale, redatto da Regione Lombardia. Nel testo si chiede espressamente di aderire al Consorzio del Parco Regionale delle Groane, individuando le proprie aree a verde da inserire e tutelare. Questa è l’unica opzione che l’amministrazione regionale ritiene di accettare. La regione ha dichiarato di sostenerla in pieno, con la finalità di tutelare al meglio i territori della Brughiera. Perché, afferma la regione, non può dare corso all’istituzione di un nuovo ente parco regionale specifico della Brughiera. Nel bilancio regionale mancano le risorse necessarie. Perché c'è stata una drastica riduzione dei finanziamenti per nuovi enti e strutture di tutela ambientale.

In cosa consiste la proposta di annessione della Brughiera al Parco Regionale delle Groane?
Consiste nell’aggregazione di due grandi aree a verde per formare un unico soggetto amministrativo. Probabilmente con almeno due sedi di gestione, vista la vastità dell’area interessata e il numero dei comuni che dovrebbero aderire. Infatti il Parco Groane, istituito nel 1976, oggi ha una superficie di circa 3.700 ettari con 16 comuni aderenti, due provincie (MB e MI) e il Comune di Milano. Mentre la Brughiera (se aderissero tutti i comuni, ma non è indispensabile per la definizione del progetto di annessione, bensì auspicabile, naturalmente), secondo i dati del 1996, ha una superficie a verde di circa 7.600 ettari (!) ed è formata da 24 comuni e due provincie (MB e CO). Quindi, se aderissero tutti i 24 comuni, la Regione Lombardia avrebbe il secondo parco più vasto del suo territorio, dopo in Parco del Ticino, con circa 11.300 ettari e 40 Comuni aderenti. Si comprende da questi numeri l’importanza innegabile di questo progetto ed anche le criticità che possono emergere. Ci vedranno impegnati a chiedere alle amministrazioni comunali di non desistere e proseguire il percorso, affrontando le problematiche con determinazione. Attualmente i comuni che hanno già deliberato in tal senso sono nove: Cantù, Carugo, Carimate, Meda, Lentate sul Seveso, Mariano Comense, Cucciago, Vertemate e Fino Mornasco.

 

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A Shepherdess Resting - 1912 - Peder Mørk Monsted (1859-1941)

 

Ci sono elementi di continuità nelle caratteristiche del Parco Groane e della Brughiera?
L’area protetta compresa nel perimetro del Parco delle Groane ed il territorio della Brughiera, sono il risultato dei medesimi fenomeni di evoluzione geologica e geomorfologica che hanno prodotto i terrazzi fluvioglaciali dell’Alta Pianura. La comune fase evolutiva, la gran parte dei territori di Groane e Brughiera sorgono sull’altopiano generato dalle fase fluvioglaciale del periodo Mindel, ha determinato la formazione del tipico suolo rossastro, argilloso e impermeabile, denominato “ferretto”, che ha consentito lo sviluppo dell’attività estrattiva che ulteriormente accomuna, con le fornaci, a caratterizzare il paesaggio antropizzato. Il suolo è quindi acido, ha pochi nutrienti e risulta inadatto ad attività agronomiche, ma, al contrario, ha agevolato l’insediamento della brughiera, praterie caratterizzate dalla presenza del brugo, arbusto della famiglia delle ericacee, o Calluna vulgaris. Ad ulteriore sostegno dell’omogeneità degli aspetti naturalistici anche la considerazione che il termine “Groana” significa anch’esso “Brughiera”, a confermare un legame assoluto tra i due territori, divisi solo a causa del differimento nei tempi della tutela in forma di parco regionale. Elementi comuni, oltre a quelli geomorfologici, pedologici e vegetazionali, si ritrovano anche nell’assetto forestale, con la tipica associazione a querco-carpineto che si affianca ad ampie pinete, ambiti boscati con evoluzione naturale ed in parte prodotti da rimboschimenti della brughiera, a partire da quelli favoriti da Maria Teresa d’Austria.

Avete aderito al coordinamento Insieme in Rete. Siete anche voi contrari alla Pedemontana?
Con le altre associazioni che hanno costituito il coordinamento di Insieme in Rete ci siamo trovati subito all’inizio della collaborazione, in accordo sull’inutilità dell’opera Pedemontana e sui danni ambientali che ha provocato e provocherà sui territori che attraversa e anche sulle aree circostanti. (qui una intervista al geologo Gianni Del Pero ndr.). Quindi, si siamo totalmente contrari a questa nuova e devastante autostrada. Abbiamo condiviso con il coordinamento le diverse azioni intraprese per capire, conoscere e poi contrastare il più possibile l’opera. Ovviamente con i mezzi che può avere un raggruppamento costituito da volontari.

 

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Il comitato costituente

 

 

Infrastrutture: in questi anni sono state avanzate proposte oscene e devastanti per la Brughiera

Anche il Parco della Brughiera è preso di mira da opere viabilistiche simili a Pedemontana? Si. Nella parte a nord della Brughiera in zona Capiago – Montorfano – Orsenigo è prevista un’opera complementare a Pedemontana: la tangenziale di Como 1° e 2° lotto. Il 1° lotto è stato già realizzato e sarà a breve inaugurato, ma termina la sua “corsa” sulla vecchia rete viaria locale a Senna Comasco, in piena Brughiera. Il secondo lotto non è stato autorizzato dal CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica). Consiste in un tracciato sotto il Monteorfano, in galleria per circa 7,5 km.Tuttavia è sempre in agguato l’ipotesi di completare la Tangenziale di Como. Insomma, in questi anni sono state avanzate proposte oscene e devastanti per la Brughiera. Per ridurre i costi in regione Lombardia è stato proposto di far passare l’autostrada a sud del lago di Montorfano, in una delle zone più agricole, boschive, belle e conservate della Brianza Comasca. Il progetto è ancora bloccato. Ma è un tratto importante anche per l’altro scempio che spesso viene posto all’attenzione di tutti: l’autostrada Varese-Como-Lecco. Altra opera assolutamente inutile! (Qui una manifestazione di protesta al progetto ndr.)

Cosa vedi nel futuro della Brianza Ovest?
Confido che con le recenti prese di posizione di tante amministrazioni comunali, dell’assessorato ai parchi di Regione Lombardia, delle provincie di Monza e Brianza e di Como, dell'ente Parco Groane, del PLIS Brughiera Briantea, si riesca finalmente ad attivare il processo che ci possa condurre alla tutela regionale sulle aree della Brughiera. Ritengo che tale processo può e deve, in un futuro prossimo, coinvolgere anche aree attualmente semi-tutelate attraverso i PLIS esistenti o che non hanno tutele e che gravitano intorno a quello che speriamo possa diventare un Grande Parco Groane - Brughiera. Penso al Parco Brianza Centrale con il suo auspicabile ampliamento verso Desio, Lissone, Albiate e Sovico (Qui un servizio sul tema ndr.); al Parco del Grugno Torto; al Parco del Lura; al Zoc del Peric di Alzate Brianza e così via. Tutte aree a verde, le ultime rimaste, che devono essere considerate veramente strategiche per la nostra “sopravvivenza. Devono concorrere anche queste a raggiungere un grado di tutela seria, attraverso quello che attualmente è l’unico strumento legislativo a disposizione: rientrare tutti nella categoria di parco regionale unico a nord di Milano, come a sud “dovrebbe” rappresentare il Parco Sud Milano. (Qui il servizio del progetto PANE nel Vimercatese ndr.)

 

 

Chi è Tiziano Grassi

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Sono nato a Seregno il 20 agosto 1961 e vissuto a Meda (MB) dove sono attualmente residente.
Sono coniugato e di professione faccio l’architetto libero professionista. Lavoro soprattutto per un’industria di Cantù che si occupa di arredamenti e stand fieristici in Italia e all’estero. Mi sono laureato in Architettura al Politecnico di Milano nel 1987 con indirizzo urbanistico.

Il mio impegno nell'ambientalismo è iniziato alla fine degli anni ottanta, sia partecipando alle attività del Comitato per il Parco Regionale della Brughiera di allora, sia lavorando in una lista ambientalista, in quegli anni appena costituita a Meda: Lista Ambientalista Alternativa per Meda.

 

Il sito del Comitato per il Parco Regionale Brughiera.

Per consultare i documenti riguardanti il Parco Regionale Groane – Brughiera.

Per tenersi aggiornati sulle iniziative del Comitato per il Parco Regionale Brughiera.

 

Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.