Dal disastro ambientale del Lambro nel 2010, Green Man di Monza è riuscita a ottenere la possibilità di utilizzare fondi europei per rilanciare le aziende in crisi del fotovoltaico e pompe di calore
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oberto Albanese, da decenni più conosciuto, nell'ambientalismo brianzolo, con il nomignolo Nick (qui la biografia) sta perseguendo con l'associazione Green Man la possibilità di utilizzare fondi europei finalizzati allo sviluppo di aziende produttive del fotovoltaico. Lo spunto era nato in seguito allo sversamento di idrocarburi nel Lambro, fuoriusciti dalle cisterne della ex Lombarda Petroli di Villasanta e poi finiti nel Lambro, incanalati alla rete dello smaltimento fognario. Subito dopo il disastro, le associazioni ambientaliste di Monza e Brianza si fecero promotori di una manifestazione che ebbe come conseguenza la creazione di un comitato finalizzato a ottenere il risarcimento dei danni ambientali. Durante questo percorso, fatto di petizioni e incontri in sedi nazionali ed europee, il comitato rappresentato da Roberto Albanese si è trovato in difficoltà, ma poi ha intercettato la possibilità di applicare alcune norme e risorse a sostegno della green economy, come variabile alla concessione del risarcimento del danno ambientale.
Assemblea di costituzione dei "Cittadini del Fiume" - Villasanta 2010
Roberto, come si è passati dall'inquinamento del Lambro al progetto attuale?
Si parte dal disastro ambientale del Lambro nel 2010, avvenuto con lo sversamento di idrocarburi della Lombarda Petroli. Abbiamo fatto un petizione all'Europa per prendersi carico del problema. Purtroppo il governo italiano alla fine aveva dichiarato non esserci necessità. Poi però abbiamo constato che il disastro era molto più grande di quello che si voleva far credere. Nel frattempo è esplosa la bolla della green economy legata al fotovoltaico. Sia per le malefatte di alcuni imprenditori, sia per la concorrenza del dumping cinese alle nostre aziende e sia perché il settore ha avuto una riduzione drastica degli incentivi.
Abbiamo cercato di dare una prospettiva per fare in modo che la struttura del fotovoltaico non scompaia dal panorama imprenditoriale locale
Vi siete concentrati alla nuova emergenza?
Abbiamo cercato di dare una prospettiva. Siccome la situazione cadeva nella casistica prevista dal regolamento del cosiddetto fondo di adeguamento per la globalizzazione (Feg), fondo che la Germania avrebbe voluto eliminare perché nei paesi del nord la crisi industriale è già superata. Il fondo invece è stato confermato. Allora abbiamo pensato: di fronte alla situazione Solarday- MxGroup (qui il servizio sulla chiusura) e di altre realtà, si fa in modo di creare delle prospettive, attraverso le politiche attive del lavoro, per fare in modo che la struttura del fotovoltaico non scompaia dal panorama imprenditoriale locale. Questo riguarda la Brianza ma anche altre situazioni del Veneto o del Sud Tirolo. L'intera filiera del fotovoltaico nel nord Italia.
Roberto Albanese interviene a una seduta della commissione petizioni del Parlamento Europeo
La petizione per Solarday e Mx-Group, scritta nel 2012, aveva queste finalità?
Si, abbiamo raccolto 200 firme. Sono state sufficienti e abbiamo iniziato a confrontarsi con gli uffici della Commissione Europea, verificando se queste realtà potevano rientrare. Abbiamo scritto una proposta di richiesta di Feg e l'abbiamo presentata al Ministero. Nelle ultime novità positive si è aggiunta l'intenzione della regione: sta pensando di utilizzare i fondi per sostenere i lavoratori con le politiche attive. Poi c'è anche il nuovo fondo per le politiche attive del governo Renzi, messo in movimento un anno fa e che ultimamente è stato finanziato Questo è un po' il quadro attuale.
Avete avuto un sostegno dalla politica?
Abbiamo avuto il sostegno della Lista Ambrosoli in regione e dalla senatrice Monica Casaletto. A Bruxelles ci siamo resi conto che la situazione di crisi del settore fotovoltaico riguarda anche altri paesi come la Spagna e anche la Francia. Il tema su cui si deve spingere è quindi creare una prospettiva per l'industria europea del fotovoltaico. Prospettiva utile agli interessi dei lavoratori, dei cittadini e dei consumatori europei. L'Unione Europea spinge per le politiche di protezione del clima, per la riduzione delle emissioni e per il risparmio energetico. Però non è coerente non potere utilizzare gli strumenti finalizzati agli scopi, progettati e prodotti in Europa e invece usare impianti prodotti in Cina e in oriente, o quando va bene in Germania. Devono esserci prodotti tecnologici d'avanguardia e di punta europei.
Primavera in Val Sassina – Leonardo Dudreville, 1907-08 – Pinacoteca Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona
Perché nel progetto avete allargato alla possibilità di inserire i lavoratori ex Carrier?
L'interesse si è spostato al tema Carrier perché, se da una parte c'è l'importanza della filiera del fotovoltaico con la produzione locale e non soltanto del montaggio di prodotti provenienti dalla Cina, agli impianti fotovoltaici si possono abbinare macchine a pompa di calore, per aumentarne la resa e l'efficienza. Quindi è nostro interesse avere nel territorio attività produttive anche di questo tipo di tecnologia avanzata. Producendo in Italia, qualora una famiglia decide di utilizzare questo genere di impianti, c'è la possibilità di usufruire di prodotti tracciati e di qualità e inoltre il nostro sistema produttivo può stare al passo con il progresso tecnologico globale. Questo sarebbe un arricchimento dei nostri territori. Non doversi necessariamente accontentare di prodotti e tecnologia scadente, ma favorire la crescita e il collegamento della ricerca tecnologica con le università. Insomma un sistema che sviluppi tecnologie di punta nei nostri territori. Stiamo pensando di considerare, come accennavo prima, anche le pompe di calore come prodotti strategici.
Ci sono a disposizione contributi. In particolare c'è un sostegno diretto per ogni singolo lavoratore di 15 mila euro
E l'idea della riconversione dei lavoratori in cooperative, da dove nasce?
Quando abbiamo incontrato i funzionari dell'Unione Europea questi ci hanno reso noto la presenza nel regolamento Peg di un articolo finora non utilizzato: si tratta di una norma che favorisce la creazione di aziende da parte di lavoratori cassintegrati, licenziati ecc. Ci sono a disposizione contributi. In particolare c'è un sostegno diretto per ogni singolo lavoratore di 15 mila euro, se questi decidono di costituire una cooperativa e prelevare attività lavorative in crisi. Il contributo viene devoluto per la costituzione del capitale sociale delle cooperative. Questo articolo non è ancora stato usato, se non lo scorso anno: ho visto che un progetto presentato dalla Romania per il settore tessile ha ottenuto i contribuiti e ora si sta avviando.
Nick Albanese e di spalle Vito Ciriello, presidente di Green Man, presso la sala del camino di Villa Camperio a Villasanta
Nel caso Carrier non si è un po' in ritardo? Non si è perso il know-how?
Si tratta di mettere insieme i vari elementi, i lavoratori e quanto è rimasto e trovare le soluzioni. Bisognerà trovarsi e ragionare insieme. Per il momento abbiamo aperto un confronto con i lavoratori del fotovoltaico. Qui la situazione è assai più compromessa e la ripresa non sarà immediata. Tuttavia è emersa una proposta: si può intervenire da subito per esempio creando una rete di manutentori degli impianti fotovoltaici già installati. Questa attività è necessaria, perché gli impianti possono subire una perdita di efficienza fino al 40%. Gli operai si possono trasformare in energy manager. Si possono creare queste particolari figure professionali, anche perché nel territorio ormai sono numerosi gli impianti fotovoltaici installati e quindi può trovare spazio una proposta di questo genere di servizio che andrebbe a intervenire su quanto esistente. Peraltro ha ormai una certa consistenza.
Avete incontrato la società? L'area non è troppo grande per la dimensione di una cooperativa?
Non ancora. Per il momento abbiamo attivato la procedura per il finanziamento ai progetti presso il Ministero del Lavoro. Sappiamo che la società è disposta a lottizzare la superficie dismessa. Questo può essere utile, qualora si delineano le possibilità di far partire un progetto per la pompe di calore.
Qui si può scaricare il comunicato:
Green economy in crisi - Spiragli di sole per i lavoratori del fotovoltaico e delle ecotecnologie dell’efficienza energetica in provincia di Monza e Brianza?