A Lissone nasce un'associazione per gli africani di Brianza
Un punto di riferimento per gli africani trapiantati in Brianza e per i brianzoli che convivono con gli africani. Questo è quello che spera di diventare Akora, la neonata associazione culturale che vuole promuovere l’integrazione attraverso l’incontro interculturale, l’educazione e il reciproco avvicinamento. L’associazione ha visto la luce ufficialmente l’1 gennaio scorso, con inaugurazione il 6 gennaio nella propria sede, un piccolo appartamento-laboratorio di Lissone. Qui si terranno tutte le attività, dai corsi di inglese a quelli di italiano, passando per quelli di mandinga e di wolof, le lingue parlate dai popoli del Senegal, della Guinea, del Gambiaa, paesi da dove proviene gran parte dei membri dell’associazione. Non solo seminari di lingue ma anche musica, tanta musica, come base per costruire un gruppo di persone. Kora e balafon sono i nomi degli strumenti tradizionali africani suonati dal vivo da alcuni musicisti dell’associazione, che i membri presenti e futuri potranno imparare a conoscere ed apprezzare.
Cuore pulsante di Akora è una famiglia, quella di Maria Rosaria Marra e di Omar Suso, italiana lei, ghanese lui, dalla cui unione è nata una bellissima bambina, Geneva, oltre che l’idea che sta alla base dell’associazione di cui fanno parte anche Giorgia Conte e Christian Gennari: fornire un supporto, un punto di incontro per tutte le famiglie “miste” della zona, oltre che per tutti gli africani del territorio monzese. «L’idea dell’associazione è quella di unire in un gruppo le famiglie composte da africani ed italiani – ha dichiarato Maria Rosaria – di creare uno strumento per insegnare agli africani come si vive in Italia, ed agli italiani ad avvicinarsi alle tradizioni, alla lingua, al modo di vivere delle persone provenienti dall’Africa. Imparare la lingua del proprio marito o convivente, i suoi usi, la sua musica, è importantissimo per migliorare la propria unione, per aprirsi maggiormente. Inoltre stiamo pensando a corsi di educazione stradale, civica, sessuale per stranieri, spesso troppo poco presenti a quelli organizzati dalle istituzioni locali». Una grande famiglia, insomma, quella di Akora, una famiglia che poggia le proprie basi sull’ideale di una convivenza possibile, e soprattutto ben organizzata, una famiglia che ora è pronta per allargarsi.