In Consiglio regionale la Lega ottiene le sue "vittorie".
Chiara Cremonesi di SEL "Noi pensiamo che le priorità per la Lombardia siano tutt’altre"
Riceviamo e pubblichiamo
Saranno contenti, da oggi, molti cittadini lombardi. Sì. I tanti cassintegrati o disoccupati pesantemente colpiti dalla crisi economica, i pendolari che ogni giorno viaggiano su treni affollati, sporchi e spesso in ritardo, gli studenti privati del tempo pieno che frequentano edifici scolastici inagibili, gli anziani in difficoltà con servizi socio-assistenziali sempre più scarsi avranno di che consolarsi. Perché, grazie alla strenua battaglia della Lega Nord sulla legge per i 150 anni dell’unità d’Italia, la Lombardia avrà la sua bandiera e la sua festa regionale entro 90 giorni. Due indiscutibili priorità.
Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere, di fronte a un dibattito desolante, durante il quale i consiglieri padani hanno dato il peggio di sé, sfoggiando felpe targate Lombardia, cimentandosi in ricostruzioni storiche di fantasia al limite del ridicolo, creando confusione su una festività, quella del 17 marzo, decisa a livello nazionale. Dimostrando, insomma, tutto il proprio scarso senso delle istituzioni.
Per noi la politica è una cosa seria. Non possiamo tollerare strumentalizzazioni, tanto più di basso profilo come quella inscenata in Aula dal gruppo della Lega, che ha invece trovato il sostegno aperto del Pdl e, sorprendentemente, anche il voto favorevole delle opposizioni tranne il nostro.
E’ vero, bandiera e festa regionale sono previste dallo Statuto. E senza dubbio, noi pensiamo che le priorità per la Lombardia siano tutt’altre. Ma se pure vogliamo rimanere in tale ambito normativo, ci preme sottolineare che diversi adempimenti statutari necessiterebbero di essere affrontati con urgenza ben maggiore. A partire da quello, richiesto anche dalla Costituzione, della legge elettorale e delle incompatibilità. Cosa che consentirebbe di mettere fine una volta per tutte alle scandalose vicende del listino, dalle questione delle presunte firme false a quella delle discutibili candidature