Incredibile: sono più di ottant’anni che ai monzesi viene promessa la realizzazione di un metrò “Necessario e impellente” nel 1933 (figurarsi oggi)
Natale del 1933. Monza trova sotto l’albero un progetto di riqualificazione urbanistica che prevede una ferrovia metropolitana. La città ha lanciato un concorso di idee al quale partecipano quattro studi di progettazione. Vincitore risulta il piano denominato CMNP22, messo a punto da un gruppo di quattro professionisti coordinati dall’architetto razionalista Aldo Putelli, lo stesso che ha disegnato la sede GIL (oggi “Binario 7”). Putelli guarda a Parigi e Versailles. Nella capitale francese la prima linea metro è del 1900, l’anno dell’Expo, ed è quanto di più moderno e rivoluzionario sia immaginabile in termini di trasporto pubblico. “Necessaria e impellente” tra Monza e Milano, dicono i progettisti. Come usava all’epoca, la proposta Putelli è clamorosa. Il progetto prevede di spostare il Lambro in un nuovo alveo artificiale all’esterno della città, per usare la sede naturale del fiume, coprendola, come galleria del metrò. Alle spalle della stazione ferroviaria, verso ovest, la metropolitana era previsto salisse in superficie per poi collegarsi a Milano sulla direttrice oggi seguita dalla M1. Sono più di ottant’anni, quindi, che ai monzesi viene prospettata l’idea di una metropolitana. Promessa registrata in tutti i Piani Regolatori successivi, dal 1935 a oggi. Una riga tracciata sulla carta e sempre giustificata, anche in anni molto lontani, con il grande movimento di persone tra Monza e Milano e con il crescente aumento del traffico assolutamente da frenare. Dice Isabella Tavazzi, portavoce dell’Associazione HQMonza: “Leggendo i documenti ufficiali, si evidenzia una cosa: si ripetono per decenni gli stessi identici ragionamenti su mobilità e traffico, tanto che le osservazioni degli anni trenta risultano valide ancora oggi. Poi in concreto mai niente. Ma adesso basta: è il momento di passare finalmente ai fatti, utilizzando in modo intelligente i rilevanti fondi europei disponibili per queste opere pubbliche”.