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omà Nunch è un’associazione di Uboldo, si occupa di protezione dell’ambiente e promozione della cultura locale all’interno dell’Insubria, area che eleggono a habitat di riferimento, naturale e culturale, della loro azione. Tra rivalutazione delle cultura e identità locale, definizioni di subregione, attaccamento al territorio, utilizzo del dialetto quale forma di comunicazione privilegiata, abbiamo riscontrato molti elementi prossimi ai temi cari al mondo leghista. Abbiamo così pensato di intervistare i suoi associati per capire se dietro questa prossimità culturale ce ne fosse anche una politica, attraverso domande che volevano essere anche irriverenti e che hanno trovato risposte ancor più “sfrontate”. E il gioco non ci è dispiaciuto affatto. A rispondere è Lorenzo Banfi, il presidente.

Osservando il degrado cui è giunta la nostra Terra, abbiamo deciso, in seguito, di testimoniare e di lottare per salvarla, costituendo un’associazione militante

Come nasce e come sta evolvendo la vostra realtà associativa? Siete una realtà già piuttosto estesa e ramificata.
Se ho ben capito, l’intervista è in relazione al mondo che voi, con spocchia classica di circoli intellettualoidi e girotondini, definite spregiativamente legaiolo? Non c’è problema, risponderemo a queste domande “irriverenti”.
La nostra associazione nasce da un’esperienza comune ai fondatori, non politica ma, e qui non ci credereste mai, di carattere spirituale. Ci siamo, infatti, ritrovati a condividere la riscoperta del nostro legame con la Madre Terra, che per noi si chiama Insubria, dal nome che essa ha da almeno 2700 anni. Abbiamo costatato come la Terra nel suo totale rappresenti il concetto di Madre, mentre il corrispondente della Madre carnale è la Terra dove sei nato, quella che, per dirla con Francesco di Bernardone, ti nutre e ti sostiene. Non è un concetto astratto, è la tua Terra, composta da un paesaggio, dai suoi profumi, dai suoi colori, dal suo carattere. Così, la Terra partorisce i suoi figli, umani, animali, vegetali... e questi sono le nazioni, ovvero le popolazioni che da essa sono nate. Esse devono vivere in armonia con la madre, non sfruttarla egoisticamente. Osservando il degrado cui è giunta la nostra Terra, abbiamo deciso, in seguito, di testimoniare e di lottare per salvarla, costituendo un’associazione militante, che accogliesse tutti coloro che condividono questo legame con la Terra che li ha partoriti o che li ha accolti come figli adottivi.


Ritrovate dei tratti comuni tra voi, la Lega e il suo movimento?

La prossima domanda potrebbe essere: trovate la figura unendo i puntini? Pensavo fosse una rivista diversa dalla Settimana Enigmistica. Voi siete quelli intelligenti, datevela voi la risposta.

C’è qualche aspetto riguardo al quale perseguite obiettivi comuni? Siete d’accordo con quelle definizioni che hanno assimilato la Lega ad un “sindacato del territorio”?
La parola sindacato non mi piace molto, e se la Lega si definisce così, è un problema suo, non crede? Qualche obiettivo comune ci potrebbe essere, ma occorrerebbe sapere come affronterebbe la questione della territorialità Insubre. In questo momento non mi sembra sia una priorità del partito di Bossi. Per quanto riguarda le questioni di tutela del territorio, abbiamo avuto di recente un incontro con l’assessore leghista in Regione Lombardia Davide Boni, il quale ci ha chiesto di aiutare con le nostre critiche e le nostre proposte il suo operato. Se son rose...

Qual è la cosa che più vi differenzia dai verdi padani?
Innanzitutto non siamo padanisti ma econazionalisti Insubri. In secondo luogo, per noi autonomismo e federalismo possono essere considerati solo some dei mezzi per arrivare all’autodeterminazione dell’Insubria.

L’accentuazione marcata dell’identità locale non potrebbe avere effetti inattesi dal punto di vista dell’accettazione dell’altro, dello straniero. Davanti ai crescenti e variegati flussi migratori l’econazione come si comporta, come cambia?
Gli effetti inattesi possono arrivare solo da una malintesa cultura dell’accettazione a ogni costo dello straniero, dettata più da un latente complesso di superiorità che da autentico spirito compassionevole. Noi siamo perfettamente coscienti che i fenomeni migratori sono parte della storia delle diverse umanità, ma crediamo anche che vi siano dei limiti nella disponibilità all’accoglienza in un territorio che ha, per definizione, dei limiti. Noi non facciamo differenze di razza - non considerando la biologia come dogma di fede - ma di nazione. Crediamo che in una nazione nativa forte e consapevole della propria identità, vi sia posto per l’assimilazione di persone provenienti da luoghi e culture diverse. Siamo invece contrari all’integrazione di nuclei culturali che solitamente finiscono per costituire ghetti o zone franche che spesso sfuggono a qualsiasi controllo. Ovviamente, per coloro che non desiderano essere assimilati e condividere il nostro destino, ci deve sempre essere la possibilità di essere ospitati dignitosamente nel pieno rispetto reciproco. Il nostro timore, invece, è che per molte parti della sinistra più pseudointellettuale, l’accettazione del cosidetto diverso stia finendo per degenerare in un cainismo che esalta tutto quello che è forestiero e mortifica il proprio simile. Una xenofilia malata originata da un pericoloso squilibrio tanto quanto la xenofobia.

abbiamo collaborato e collaboriamo con persone che condividono le nostre battaglie per l’ambiente e per l’identità, a qualunque parte politica appartengano

Collaborate talvolta anche con gruppi ambientalisti di ispirazione neo-nazista. Neonazismo ed ecologia sono conciliabili? Voi come vi ponete di fronte a tali collaborazioni tra associazioni? E singolarmente con persone che sostengono questa identità politica?
Questi gruppi di cui parlate hanno collaborato anche con WWF e Legambiente. Avete posto anche a loro la stessa domanda? Neonazismo ed ecologia sono conciliabili come lo sono il veterocomunismo e l’ecologia o il capitalismo e l’ecologia e lo zen della manutenzione della motocicletta e il fengshui. Talvolta sono più conciliabili del buon senso e di un intellettuale. Insomma, a domanda stupida... Se volete possiamo continuare. Comunque, se le conoscete, perché non lo chiedete a loro?
In ogni caso abbiamo collaborato e collaboriamo con persone che condividono le nostre battaglie per l’ambiente e per l’identità, a qualunque parte politica appartengano. Ma forse volevate una risposta diversa...

Quali sono per voi oggi le priorità per la difesa del nostro territorio e dell’ambiente in generale?
La nostra battaglia si svolge su diversi fronti. Il primo è quello delle emergenze, come l’eccessiva cementificazione, le pedemontane, le TAV, prendendo posizioni spesso dure contro chiunque intenda distruggere il nostro territorio. Un altro è quello della tutela della nostra nazione in quanto identità culturale e storica, proponendo un inserimento massiccio della lingua locale, insieme all’italiano, e della nostra storia nelle scuole di ogni ordine e grado, previa formazione degli insegnanti, ovviamente. Vogliamo che inizi dai bambini la riappropriazione delle nostre radici, insegnando loro una geografia del territorio più vicina alle nostre tradizioni, alla nostra storia. Occorre insegnare loro che noi apparteniamo alla Terra e non viceversa, che dobbiamo convivere in armonia con le altre nazioni e non pensare soltanto che ci “servano” e che possano essere “sfruttate”. Lo sfruttamento cosidetto sostenibile non è un concetto che ci appartiene. Tutto ciò fa parte della nostra azione di testimonianza della rivoluzione Econazionalista.

E quali le maggiori difficoltà incontrate finora nella vostra “missione” associativa?
Il pregiudizio.

Il sito di Domà Nunch ("solo noi"), ricco di informazioni e aggiornamenti

Gli autori di Vorrei
Alfio Sironi

Mi occupo di tematiche geografiche dentro e fuori la scuola.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.