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uando si parla del recupero della Villa Reale di Monza ricorre molto spesso il paragone con Venaria Reale, dimora storica tra le più significative espressioni dell'arte barocca del XVII e XVIII secolo, a 15 km da Torino, che fino al 1996 versava in condizioni ben peggiori di quelle in cui si trova oggi la struttura monzese. Per comprendere meglio motivi e modalità che hanno guidato il recupero della Venaria, abbiamo rivolto qualche domanda ad Andrea Scaringella, responsabile delle relazioni pubbliche per il Consorzio di Valorizzazione Culturale La Venaria Reale.
Innanzitutto, Scaringella, è lecito fare un paragone tra il caso di Venaria Reale e quello monzese?
Il paragone è azzeccato. La situazione in cui si trovava Venaria era molto simile a quella della villa monzese, se non peggiore: durante gli anni '90 crescevano addirittura piante sui tetti e negli anfratti. Anche in questo caso, come a Monza, si parlò per anni di recupero, di investimenti cospicui, senza arrivare mai a un dunque. La villa, di proprietà del Demanio, rimase in condizioni critiche fino alla metà degli anni '90, quando, l'allora ministro per i beni e le attività culturali, Walter Veltroni si occupò della questione cercando un'intesa interistituzionale e mettendo le basi per la creazione di un progetto di rilancio. Una differenza sostanziale, tra il nostro caso e quello della Villa Reale di Monza, c'è, però: per Venaria, si formò prima un comitato tecnico-politico, presieduto da Veltroni, che guidò la stesura del progetto e la realizzazione dei lavori e, solo successivamente, venne costituito un consorzio di gestione. Nel caso monzese sembra, invece, che il consorzio si costituirà prima dell'inizio del progetto di restauro, divenendo l'ente di riferimento per la stesura e realizzazione dello stesso.
Com'è nato il progetto di recupero di Venaria, che tempi ha seguito, che enti ha coinvolto?
Il Progetto è stato promosso ed avviato nel 1997 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Piemonte, con il sostegno dell'Unione Europea ed in collaborazione con la Provincia di Torino, i Comuni di Torino, Venaria Reale e Druento, ed ha comportato un investimento finanziario di 200 milioni di euro. Per tale operazione sono stati stipulati due Accordi di Programma Quadro, una Convenzione tra Ministero e Regione Piemonte, un'Intesa Istituzionale di Programma tra Governo e Regione Piemonte, e definiti due Docup. Dopo una prima complessa fase progettuale e burocratica durata cinque anni, nella primavera del 2001 sono iniziati i lavori di effettivo restauro, poi terminati lo scorso autunno. La Villa è stata così inaugurata solo nell'ottobre 2007. Lo scorso 30 giugno si è tenuta presso la Reggia di Venaria la firma per l'atto costitutivo del "Consorzio di Valorizzazione Culturale La Venaria Reale" da parte di Sandro Bondi, Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Mercedes Bresso, Presidente della Regione Piemonte, Nicola Pollari, Sindaco della Città di Venaria Reale, Angelo Benessia, Presidente della Compagnia di San Paolo, Carlo Callieri, Presidente della Fondazione per l'Arte della Compagnia di San Paolo. Ogni ente coinvolto ha contribuito una quota di due milioni di euro, meno il comune di Venaria che, in cambio dei servizi offerti per il corretto funzionamento del complesso, ha contribuito una quota pari a 20.000 euro. Questo Consorzio è un soggetto giuridico che conferisce autonomia gestionale alla Venaria Reale, ad esso sono affidate la Reggia di Venaria, i Giardini, la Citroniera con le Scuderie, la Villa dei Laghi e parti di Borgo Castello del Parco La Mandria. L'ente entrerà in piena operatività alla fine del 2008 con la stipulazione del contratto di servizi e la definizione del primo piano strategico sulla gestione e le attività della Venaria.
Come viene utilizzata oggi la struttura?
La valorizzazione compiuta dell'unicuum venariese e le destinazioni polifunzionali che ne scaturiranno, sono destinate a far ricoprire alla Venaria Reale il ruolo di principale "porta d'accesso" del Circuito delle Residenze Reali del Piemonte, a sua volta connesso con il sistema museale concentrico del capoluogo di prossima progettazione. La riqualificazione sta portando la Venaria a caratterizzarsi non come luogo di "semplice visita", bensì come meta di permanenza in quanto vero e proprio polo territoriale dotato di molteplici opportunità di conoscenza e svago costruite attorno a una concezione moderna di fruizione: momenti dedicati alla cultura e alla tradizione, spettacoli, relax, enogastronomia, gioco, attività sportive e contatto con la natura.
Basti pensare che dall'ottobre 2007 a oggi sono arrivati 900.000 visitatori, con effetti positivi non solo per l'economia comunale e locale, che ha visto un enorme sviluppo dei servizi legati al turismo, ma anche per il prestigio del capoluogo.
La Venaria Reale si mantiene economicamente con i soli eventi a attività ospitate? Gli introiti dei biglietti d'ingresso quanto incidono sul bilancio della struttura?
Non posso rispondere a questa domanda con precisione, in quanto il consorzio di gestione si è formato all'inizio dell'estate e ancora si deve riunire il primo CdA; per questo motivo non è ancora disponibile alcuna previsione di bilancio. È realtà risaputa che nessun bene storico-architettonico è in grado di mantenersi con i soli biglietti d'ingresso; in futuro, anche per Venaria, sarà necessaria una compartecipazione finanziaria di tutti i soggetti coinvolti.
Venaria prima e dopo il recupero
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Le immagini sono tratte dal sito dell'istituzione.