Una serata dialettica e frizzante al convegno "Zero consumo di suolo: è possibile un nuovo progetto ecologico di territorio?"
«Noi siamo quelli del "Sì"», con questo attacco lunedì 3 novembre Roberto Brambilla ha iniziato la serata nella sala della biblioteca di Vimercate, gremita da circa 200 persone, in buona parte amministratori e operatori di Agenda21 del Vimercatese (qui il filmato).
Dopo le assemblee pubbliche dello scorso inverno - anche quelle molto partecipate dalla popolazione - nel circondario si era diffuso un certo senso d’impotenza, quasi di rassegnazione all’ineluttabilità dell’impatto e del consumo di suolo provocato in primo luogo dall’infrastruttura autostradale della Pedemontana. All'epoca, le amministrazioni infatti dovettero loro malgrado “gelare” il pubblico, riportando doverosamente l’avanzamento del progetto, in base alla legge obiettivo e all’iter dell’accordo di programma,
Nei mesi successivi, è in questo clima che tutti i comuni avevano avviato gli iter dei nuovi piani regolatori (PGT) previsti dalla legge regionale numero 12. A memoria d’uomo non si ricorda un’altra circostanza in cui i piani di governo del territorio si siano avviati in contemporanea allo stesso modo. Un'occasione da sfruttare per tentare di coordinare i comuni del circondario in un unico, grande progetto strategico; superando di slancio i limiti dei confini comunali e la sedimentata cultura campanilistica, accettando di affrontare la evidente pressione di conurbazione nel nord di Milano. Un'emergenza ormai oltre i limiti.
Un progetto strategico d’avanguardia, ecco cosa si apettano oggi tutti. Per riuscire ad intravedere, da qui a cinquant’anni, il possibile sviluppo di una metropoli dalla vivibilità accettabile. Nel suo intervento, Giorgio Ferraresi ha rimesso pazientemente mano agli studi e provato ad abozzare nuove direttrici, tenendo anche conto delle gravi modifiche che la realizzazione di Pedemontana porterà sul territorio. Un progetto d’avanguardia per l'Italia, ma in realtà indietro di dieci anni rispetto a città come Londra, Parigi o le metropoli tedesche, dove la riqualificazione agricola, le “filiere corte”, la bioedilizia e il risparmio energetico sono pratiche largamente acquisite da diversi anni.
Dopo l'intervento dell'urbanista del Politecnico di Milano è stato il turno di Domenico Finiguerra, il sindaco di Cassinetta di Lugagnano ha presentato il percorso intrapreso dal suo comune per raggiungere il lodevole risultato di consumo zero di territorio. Poi è toccato all'assessore Laura Curti presentare il progetto di PGT del Comune di Vimercate. Un piano non proprio a consumo zero, ma è improponibile un confronto con Cassinetta, i suoi 1800 abitanti e il suo attuale uso del suolo del 20% . Certo, Cassinetta di Lugagnano vuole essenzialmente essere uno stimolo a far meglio nel milanese, come è stato detto dallo stesso Finiguerra, essendo evidenti le difficoltà e complessità che hanno i PGT dei comuni più grandi.
La serata si è poi animata nel dibattito con il pubblico. Roberto Brambilla ha introdotto alcune osservazioni fatte dalle associazioni ambientaliste e riportate nell’Osservatorio PGT. In particolare sono state criticate alcune soluzioni urbanistiche dei comuni di Burago Molgora e di Agrate Brianza. Come spesso accade, in particolare dopo la riforma Gelmini, non tutti gradiscono il maestro unico e il voto in condotta e quindi si sono susseguiti diversi interventi di botta e risposta, anche aspri, tra cittadini, attivisti dell’Associazione Parchi e amministratori dei comuni criticati. Non sarà facile ricostruire il vecchio senso civico, quello della remota età pre-industrializzazione, quantomai necessario a rinsaldare il rapporto tra cittadinza e pubblica amministrazione. Negli ultimi decenni abbiamo, purtroppo, tristemente assistito al fenomeno ultra-localista dei comitati spontanei, il più delle volte nati come forma di contrasto e resistenza su problematiche che riguardavano piccole parti di popolazione. Come per il sottopassaggio ferroviario nel comune di Villasanta. Un caso che ha raggiunto limiti quasi comici: per gli oppositori era sufficiente spostarlo di qualche decina di metri dalle proprie abitazioni, scaricando tranquillamente le problematiche su altri concittadini.
La vivacità nel dibattito e la presenza elevata di pubblico, forse, possono essere un segnale preciso di come le preoccupazioni aumentino sempre più non solo nelle associazioni ambientaliste, ma anche in una fascia maggiore della popolazione, intravedendo una consapevolezza meno egoistica nell’approccio territoriale. Una rinascita del Vimercatese? Senza dubbio un punto di svolta che impegna le amministrazioni, le associazioni e la cittadinanza a un non più eludibile confronto-dialogo.
Tutti i video del convegno:
L'esempio di Cassinetta di Lugagnano
Giorgio Ferraresi e la riappropriazione del territorio
Noi siamo quelli del "Sì"