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Riprendiamo un intervento di Elena Colombo,
consigliere della Lista Faglia al Comune di Monza, dal titolo:

Inquinamento ambientale, rischi per la salute e l’auspicio
della promozione di una vera politica ambientale

La newsletter dell’azienda ospedaliera San Gerardo, nell’ultimo numero (anno 10, n. 2) pubblica un interessante intervento dal titolo “Inquinamento ambientale e apparato respiratorio” a cura del direttore della clinica Pneumologica del S. Gerardo, dott. Pesci.

Fitta rete stradale, elevati volumi di traffico, elevata densità di popolazione con esigenze di mobilità, diverse attività produttive industriali, riscaldamento domestico e altri fattori contribuiscono all’inquinamento dell’aria nelle aree urbane come la nostra e, di conseguenza, attentano alla salute di noi tutti.

In particolare gli inquinanti come il particolato (PM10) penetrano nelle vie aeree bronchiali, il PM 2,5 raggiunge gli alveoli polmonari e può addirittura essere assorbito dal ciclo sanguigno.

L’ARPA ha rilevato a Monza il superamento della soglia di allarme (50 micro grammi per metroq) nel 2007 per 130 volte. Nel gennaio 2008 la situazione è peggiorata con un valore medio di 66 micro grammi/mq e 20 superamenti del valore soglia. Un ulteriore peggioramento nel febbraio 2008, 21 superamenti con valori medi di 98 micro grammi/mq. La campagna predisposta da ARPA tra marzo e aprile 2007 a Monza ha rilevato come le principali fonti di inquinanti siano il traffico veicolare, soprattutto di mezzi pesanti, e gli impianti di riscaldamento.

La ricerca (voluta dall’amministrazione Faglia) eseguita dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano a cura del prof. Ballarin Denti ha effettuato una valutazione dell’inquinamento atmosferico nel nostro comune: monitoraggio estensivo del territorio e l’analisi delle criticità. Questo studio ha prodotto mappe di rischio potenziale, realizzato monitoraggi per la costruzione delle mappe di isoconcentrazione dei singoli inquinanti e, infine, ha realizzato una stima dell’esposizione per la popolazione. Inoltre ha evidenziato come sia importante fare attenzione alla qualità e alla quantità di traffico che attraversa le zone più critiche della città, in particolar modo il centro storico: soprattutto ci ha suggerito che solo riducendo in modo selettivo il traffico in queste zone, puntando a una maggiore scorrevolezza soprattutto laddove il ristagno degli inquinanti risulta particolarmente favorito (canyon urbani) si potrà migliorare la qualità dell’aria delle zone particolarmente inquinate della città, che presentano spesso anche un alto rischio di esposizione da parte della popolazione.

Tornando all’articolo sulla newsletter del San Gerardo, il direttore della clinica di Pneumologia arriva a parlare di allarme sanitario (aumento di ricoveri per asma grave, riacutizzazione di patologie come le broncopatie croniche ostruttive) che necessita da parte dei politici “di immediate azioni per cercare di ridurre l’inquinamento atmosferico”.

Una piccola digressione: l'Unione europea ha adottato una direttiva relativa alla qualità dell'aria nell’aprile 2008. La direttiva prevede che nelle aree urbane gli Stati membri riducano mediamente del 20% l'esposizione al PM2,5 entro il 2020 rispetto ai valori del 2010, obbligandoli a portare i livelli di esposizione in queste zone al di sotto di 20 microgrammi/m3 nel 2015. A livello dell'intero territorio nazionale, gli Stati membri dovranno rispettare il valore limite di 25 microgrammi di PM2,5 al m3, da raggiungere obbligatoriamente entro il 2015 e, se possibile, già nel 2010.

Sappiamo che in questo momento il nostro paese si trova in una situazione di isolamento in tema di politiche ambientali e contesta le cifre di Bruxelles sui costi dell'adeguamento alla direttiva 20-20-20, ossia - 20% di emissione di gas serra, + 20% energia rinnovabile, + 20% efficienza energetica. Non siamo soli, ma in compagnia di Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Estonia, Lettonia e Lituania.

In quanto all’inquinamento atmosferico diversi interventi sono possibili e auspicabili. Alla giunta precedente è stato proibito di approvare il Piano Urbano del Traffico: a che punto è il piano della nuova amministrazione?

La precedente amministrazione aveva realizzato piste ciclabili, esteso le zone ZTL, effettuato una programmazione dei parcheggi interrati per togliere traffico in superficie, inserito nelle programmazioni regionali e cofinanziato il prolungamento della M1 e della M5 a Monza, cofinanziato l'interramento Viale Lombardia, avviato il car sharing.

E soprattutto voluto e progettato un PGT ecologico con tutela delle aree agricole e incentivi alla bioarchietttura e all'utilizzo di energie rinnovabili (fotovoltaico, teleriscaldamento). Verranno ripresi dall'attuale amministrazione questi interventi/progetti?

Non c’è stato il potenziamento dei mezzi pubblici e nemmeno è stata promossa una nuova cultura della mobilità, con l'aumento delle corse giornaliere e il prolungamento degli orari, la riconversione dei mezzi pubblici maggiormente inquinanti, la creazione di corsie preferenziali, tariffe agevolate o incentivi che rendano economicamente competitivo l'uso dei mezzi pubblici.

Nemmeno abbiamo visto aumentare le piste ciclabili, che potrebbero occupare una porzione dei marciapiedi né per esempio la realizzazione di punti di noleggio delle biciclette come avviene altrove, né la chiusura completa del centro storico e la creazione di più isole pedonali, anche di quartiere, che potrebbero contribuire a migliorare il problema. Non è stato attivato il servizio di bus a chiamata, nemmeno la realizzazione di parcheggi di interscambio (fuori dal centro della città), né la realizzazione di una “navetta” che colleghi in modo continuo la città a Milano/Sesto.

In alcune città per abbattere il particolato è stato utilizzato un costante e diffuso lavaggio delle strade, magari con acqua di falda. Avviene in città?

Come attesta l'ARPA regionale, in Lombardia il contributo del riscaldamento all'aumento del PM10 presente nell'aria è pari al 30%. Opportuno quindi prendere provvedimenti volti alla riqualificazione energetica degli edifici, a partire da quelli pubblici (uffici, scuole, centri sportivi) e di aziende e banche… E’ un tema nuovo che la legge impone di considerare soprattutto per le nuove costruzioni. E anche previsto dal nuovo PGT. Come intende adeguarsi la città?

E sarebbero opportuni controlli continui sul rispetto delle norme sui gas di scarico delle autovetture che, ove non rispettate, contribuiscono grandemente a peggiorare l'inquinamento e la vivibilità della città. Vengono eseguiti?

Auspicabile l’adozione di un Piano Urbano del Traffico seguito soprattutto da una policy più generale attenta a progettare la città in termini di crescita con dei limiti, facendo attenzione a prevenire lo sfruttamento dei fattori del territorio, quali ambiente, risorse naturali, beni comuni, servizi il cui sfruttamento senza controllo porta altrimenti al collasso.

La pianificazione del territorio deve conciliare aspetti economici, ma anche e soprattutto sociali ed ecologici.

Un ultimo punto: il progetto Archimedes presentato all’Unione europea il 28.6.2007 è stato fatto proprio dall’attuale giunta ed è ufficialmente partito il 15.9.2008. Un bel progetto di mobilità sostenibile, un bel regalo alla città.

Elena Colombo Monza, 3 novembre 2008

Dal sito www.listafaglia.it