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Tutto è bene .... quel che finisce bene
Anche Giussano avrà il suo PGT.
Risolto, in seguito al ritiro dello scorso ottobre, il problema delle incompatibilità, grazie ad un recente pronunciamento del TAR. Scongiurato, il pericolo di commissari ad acta, è, finalmente, approdato in Consiglio Comunale il nuovo strumento urbanistico comunale (il c.d. Piano di Governo del Territorio).
Dopo la relazione dei tecnici, al termine della discussione e della presentazione degli emendamenti, lunedì 10 novembre il Consiglio Comunale ha proceduto alla sua adozione (avvenuta con il voto favorevole dei consiglieri di maggioranza presenti, l'astensione del P.R.I. ed il voto contrario della Lega Nord).
Quindi, anche Giussano avrà il suo nuovo strumento urbanistico.
Un piano che riassumerei, a grandi linee, un po' così:
preserva, nel complesso le aree agricole, delle quali viene confermato l’inserimento nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. In soldoni, non si va a consumare ed occupare ulteriore suolo libero;
prevede quale unica eccezione alla conservazione del tessuto agricolo la trasformazione, nell’area a Nord di Giussano, al confine con Arosio, di un lotto da agricolo a residenziale, al fine di favorire lo sviluppo imprenditoriale locale. Grazie ad un emendamento proposto da Giussano democratica (alias me e mio gruppo) e condiviso da tutto il consiglio comunale, è stata, peraltro, modificata la modalità della sua attuazione: non più con un Piano di Lottizzazione (che lascia, diciamo, il privato dominus dell’intervento), bensì con un piano di iniziativa pubblica, in modo tale che sia l’amministrazione a gestire il procedimento.
punta sulla riqualificazione di alcune aree dismesse o in stato di abbandono e degrado (mediante alcuni Programmi integrati di intervento e piani di recupero - individuati in apposite schede).
Adesso si aprirà la fase delle osservazioni; nella quale i cittadini potranno dire la loro, contribuendo a migliorare lo strumento urbanistico adottato. Potranno, cioè, offrire il loro apporto, che mi auguro, non si riduca alla mera richiesta di trasformare il proprio lotto da agricolo in edificabile, ma che - superando gli interessi magari un po' egoistici e personali - sappia guardare al futuro della nostra Città.
Il suolo, il territorio sono, infatti, risorse scarse, non riproducibili, il cui uso va accuratamente ponderato.
Vi do qualche dato, giusto così, per farvi un'idea di quale è l'attuale situazione lombarda in materia di consumo di suolo.

Secondo il Dipartimento di Architettura e Pianificazione del Politecnico di Milano, la nostra regione consuma 5.000 ettari all’anno di suolo pari a circa 140.000 metri quadri di terra Lombarda che ogni giorno vengono coperti da cemento e asfalto.
A Mantova ogni anno, spariscono 616 ettari di terreno prevalentemente agricolo, cioè una superficie pari a quella di un migliaio di campi di calcio.
E la situazione nell’area Milanese non è certo più rosea: i dati parlano del 70,8% di consumo di suolo nel capoluogo lombardo, con punte dell'83,3% nei comuni dell'hinterland a Nord di Milano (nella verde Brianza, giusto per capirci).
E' chiaro che una forte responsabilità nell'uso/abuso del territorio va addebitata alle classi dirigenti, che, per lo più prive di un progetto politico, di un disegno urbanistico forte hanno - come metaforicamente ricordava il Prof. Luigi Mazza - con le città che governano lo stesso rapporto "che ha un cliente con un albergo. Un rapporto di mero consumo.
Ci va, e se l’Hotel non lo soddisfa si limita, semplicemente a cambiare albergo o camera...senza far nulla per migliorarlo... ”
A Giussano ci sono nata e cresciuta, la Brianza è il mio territorio.
Non so voi, ma io non ho alcuna intenzione di cercarmi un altro albergo.
p.s. Forse sarebbe pure il caso che il pd, come sollecitava qualche tempo fa Arturo Lanzani , iniziasse, in modo un po' meno timido, a fare "dello stop indiscriminato al cemento" lo slogan delle prossime campagne elettorali comunali e provinciali .
E possibilmente, prima che lo faccia qualcun'altro ...

Dal blog di Emanuela Beacco con il titolo "Tutto è bene .... quel che finisce bene"

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Emanuela Beacco