20081104-area_expo.jpg

Riceviamo e pubblichiamo

Se fino a ieri Expo 2015 era un problema per l’impatto sui territori in termini di cementificazione, speculazione e consumo del suolo, mobilità insostenibile; oggi, di fronte alla crisi finanziaria ed economica globale, di fronte all’assenza di idee e pratiche serie sul come uscirne (che non siano regalare i soldi a chi la crisi l’ha generata, banche e grandi corporations in primis) l’operazione Expo diventa un pericoloso imbuto per depredare risorse pubbliche, tagliare altri impieghi del denaro dei contribuenti, svendere patrimonio e beni comuni a speculatori e presunti imprenditori, così bravi da sapere stare a galla solo grazie a concessioni, tariffe e regalie pubbliche (vedi Alitalia).

20081121-giornale-noexpo.jpgSappiamo anche che Expo è solo un passaggio per una più ampia ristrutturazione del territorio lombardo e dell’area economica che vi gravita, in vista di una riorganizzazione del sistema di potere economico-politico-finanziario. Un affare che va al di là di Expo e che richiede risposte forti, diffuse, capaci di mobilitare consenso, partecipazione, conflitto sociale e dei territori.

Sabato abbiamo tracciato il percorso. Ora dobbiamo riempirlo di contenuti, che saranno frutto della partecipazione, delle lotte e dei saperi che i territori esprimeranno. Contrapporremo alla follia di amministratori incapaci di vedere al di là del proprio interesse e di poteri che pensano solo al profitto il buon senso, i bisogni e la tenacia di chi ha a cuore il diritto a vivere oggi e domani città e territori sani, solidali, a misura dei cittadini più deboli, non in mezzo a colate di cemento, centri commerciali sempre più grandi, mega infrastrutture che squarciano i territori senza portare nulla in termini di reale beneficio.

Non lasceremo che il consumo di territorio renda invivibile la Lombardia più di quanto lo sia già; non lasceremo inquinare aria, acqua e suolo per la cecità di chi pensa infinite le risorse ambientali e irrisorio l’avvelenamento del cibo. Non possiamo assistere muti mentre speculatori e mafie varie si spartiscono affari, sfruttamento di ogni mq disponibile, drogando il mercato della casa, tutto in nome di Expo, senza che ci si preoccupi di vigilare e impedire il fenomeno. Non aspetteremo che smantellino il trasporto pubblico locale per fare autostrade e TAV e non siamo disposti a vedere svendere i beni comuni, scuola in primis, per soddisfare l’ego di chi vuole usare Expo per perpetuare vecchi e nuovi poteri (basta fare due conti e si scopre che all’art. 14 della legge 133/08 si stanziano 1486 mln di euro per Expo e all’art. 66 della stessa legge se ne tagliano 1441 all’Università...).

Noi vogliamo cambiare rotta, vogliamo portare avanti una vertenza di lungo periodo chiedendo soluzioni drastiche per diminuire il congestionamento, l’inquinamento di aria, acqua e suolo; soluzioni nuove per il diritto alla mobilità; ridurre l’impatto energetico e investire nelle energie rinnovabili; ridurre i rifiuti e riciclare i rimanenti, altro che inceneritori; volgiamo una città-spazio-pubblico, inclusiva, con politiche abitative realistiche e non sparate come quelle che quotidianamente sentiamo da chi amministra Milano; vogliamo veramente affrontare i problemi alimentari, a partire dall’agricoltura e dal consumo di prodotti locali, privilegiando la filiera corta ai centri commerciali. Vogliamo che l’interesse pubblico e il bene comune tornino al centro delle priorità e non gli affari, per la difesa dei diritti fondamentali delle persone, dalla salute - che passa anche per la tutela dell’ambiente - al reddito, dalla casa alla sicurezza sul lavoro.

Con queste parole d’ordine attraverseremo i territori e le mobilitazioni dei prossimi mesi, per costruire dal basso un’altra Milano e un’altra Lombardia, saremo là dove il mostro Expo divorerà i territori, perché non vogliamo pagare le loro speculazioni, non vogliamo pagare il loro Expo.

COMITATO NO EXPO - RETE REGIONALE DEI MOVIMENTI E DEI TERRITORI
Milano, 10 novembre 2008
Info: 3357633967

www.noexpo.it