I ragazzi del Boccaccio lanciano l'allarme: speculazione in vista per l'ex TintoriaDe Simoni?
Riceviamo e pubblichiamo
Nella notte tra il 20 e il 21 marzo è apparsa una enorme scritta in Via Cantore, sul telo che nasconde alla vista dei monzesi il terreno dell’ex FOA Boccaccio 003. La scritta recita: «RIQUALIFICAZIONE O SPECULAZIONE?».
Settimana scorsa la proprietà ha effettuato un becero taglio delle piante che crescevano sulla cinta dell’area, svelando il buco nero di via Boccaccio, e rivelando a tutti l’attuale desolante stato in cui si trova una delle circa 60 aree dismesse del tessuto cittadino. Cultura e socialità hanno lasciato il posto alla speculazione… laddove c’erano verde e piante secolari, sono in arrivo 36.000 metri cubi di cemento. Altro che “sistemazione ambientale e recupero funzionale dell’area”: nell'area di via Boccaccio si sta giocando una partita da oltre 10 milioni di euro tra l'Amministrazione comunale e i proprietari dell'area. L'ex tintoria De Simoni è stata acquistata nel 2004 dalla San Gerardo Srl ad un prezzo molto contenuto: l’alto rischio di esondazione del tratto di Lambro che la costeggia ed i vincoli regionali restringevano le possibilità edificatorie sul terreno. L’attuale Amministrazione Comunale ha intenzione di modificare il piano regolatore vigente, consentendo l’edificabilità dell’area in questione: in questo modo la San Gerardo Srl potrà decuplicare il valore della sua proprietà. Lo sgombero della FOA Boccaccio 003 è stata la prima pietra verso l’ennesima speculazione edilizia, che non porterà alcun beneficio ai cittadini monzesi.
L’ex tintoria De Simoni ha ospitato per quattro anni le attività del centro sociale FOA Boccaccio: tanti giovani - convinti della necessità di uno spazio di libera espressione in grado di raccogliere le esigenze di aggregazione e di socialità – avevano infatti trasformato uno spazio industriale degradato in un cuore pulsante di attività aperte a tutti i cittadini. Autogestione, autoproduzione, antifascismo, antirazzismo, controinformazione, cultura gratuita, sono state le parole d’ordine che hanno rianimato le grigie mura dell’ex fabbrica tessile. Un’esperienza di protagonismo politico, sociale e culturale, capace di diventare in poco tempo un punto di riferimento per i giovani di Monza e della Brianza. Nel giugno del 2008 la giunta Mariani ha deciso, di concerto con la proprietà dell’area, di far chiudere i battenti ad uno spazio decisamente troppo libero e di qualità per i gusti e le abitudini di un’amministrazione comunale dedicata al più bieco affarismo, attenta solo alla tutela dell’interesse privato e ispirata da modalità e sentimenti chiaramente fascistoidi. Ecco così spiegato “il via libera” per la sistemazione ambientale ed il recupero funzionale dell’area di via Boccaccio: pronti 36.000 metri cubi di cemento a ridosso del Parco, per un affare complessivo di oltre 10 milioni di euro.
L’ennesima speculazione edilizia sul territorio monzese programmata da una giunta tenuta insieme solo dal comune desiderio di tutelare i propri interessi economici. Ci viene un solo dubbio: ma la stessa proprietà, che rivendica “insieme ai propri clienti” la regia dello sgombero della FOA Boccaccio, sarà altrettanto pronta a rivelare ai Monzesi l’ammontare dei profitti che intascherà grazie a questa speculazione? Oppure come si fa di solito, a luci spente e a bocca chiusa, penserà a dividersi il malloppo con gli amici che siedono tra i banchi del comune?
Le centinaia di ragazzi e ragazze che frequentavano la FOA Boccaccio queste domande se le pongono e per questo, cara proprietà e cara Giunta,…WE ARE WATCHING YOU!
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