Intervista a Rosaria Reggiani, ambientalista presidente di Legambiente a Usmate

 

 

Rosaria Reggiani, medico nata a Monza, da cinque anni presidente del circolo Gaia Legambiente Usmate Velate, uno dei circoli più numerosi, una cinquantina di iscritti, e attivi del Vimercatese. L'area di intervento del circolo, il parco della Cassinetta di Velate, è stato indicato come esempio dal convegno custodia del territorio, svoltosi a Monza il 18 aprile.

Rosaria, come hai cominciato ad appassionarti all'ambiente?
Ho vissuto per venti anni a Monza, poi mi sono trasferita a Pavia, dove ho frequentato l'università. Quando sono ritornata mi è capitato di abitare a Montevecchia, uno dei luoghi più suggestivi della Brianza. L'attività di medico, intrapresa in quel periodo, il relazionamento con i pazienti, le problematiche connesse e poi vivere in spazi aperti, lontano dall'ambiente urbano; insomma la combinazione di queste cose mi ha portato ad accorgermi di quanto l'ambiente naturale sia in pericolo, oltraggiato e indifeso. Come se mancasse la consapevolezza dell'indissolubile rapporto tra la vita e l'ambiente. Ho sentito un grande impulso a fare, agire, lavorare manualmente, piuttosto che parlare o criticare.

Cosa è successo dopo, come hai conosciuto il circolo di Legambiente?
Montevecchia, pur essendo il luogo molto bello, era abbastanza dispersivo. Il paese è dislocato su due livelli, io abitavo in basso. Di associazionismo praticamente non c'era nulla. Anche il comune, quasi 2 mila residenti, non aveva molte attività pubbliche e sociali. Allora mi sono trasferita a Velate, vicino alla collina della Villa Scaccabarozzi. Lì c'era un circolo di Legambiente già ben avviato, da tempo conduceva una vertenza per la destinazione d'uso della collinetta, denominata la Cassinetta. L'amministrazione di allora aveva concesso una grande quantità di superficie da edificare. Era nato un movimento di opinione contrario. La collinetta era geologicamente a rischio, peraltro durante la vertenza, protrattasi per più anni, vi fu un alluvione con inondazioni che ne confermò inequivocabilmente la pericolosità. La collinetta, 20 ettari di bosco, è divenuta un bosco pubblico e successivamente inserita nel Plis dei Colli Briantei. Ho cominciato a frequentare e lavorare con entusiasmo. Mi hanno aiutata ad inserirmi nel volontariato Valter Ronchi e Sandro Collu, da 15 anni nel circolo.

Poi sei diventata presidente.
Anche qui si è trattato di casualità o comunque di una circostanza curiosa. A un certo punto non c'era più nessuno che voleva fare il presidente. La carica veniva ritenuta molto onerosa. Ci sono diverse attività, spesso impellenti, da portare avanti. Pur essendo gli iscritti numerosi, la parte più attiva si riduce a una decina di persone, tutte volontarie. Alla fine sul presidente le incombenze vengono un po' a pesare, nonostante il circolo sia in grado di organizzarsi in tempi rapidi con un semplice passaparola. Allora, pensando di non far rifluire e disperdere il circolo per mancanza del presidente, c'è un ordinamento statutario ben preciso dell'associazione, mi sono offerta, prontamente accettata da tutti. Ogni anno all'assemblea annuale metto sul tavolo le mie dimissioni per avere democraticamente un ricambio, tutte le volte vengono rifiutate all'unanimità.

Promuovete molte attività?
Quella principale è la gestione del bosco della Cassinetta. L'amministrazione comunale ci ha affidato il mantenimento e la cura. Organizziamo piantumazioni, attività di educazione ambientale con le scuole, costruzione di sentieri, eccetera. Ultimamente è diventata problematica la piantumazione a causa dei pochi terreni disponibili. Ci sono ad esempio alcuni boschi del Parco dei Colli, nel comune di Arcore, in stato di abbandono, ma sono privati, di terreni pubblici, adatti allo scopo ce ne sono pochissimi. Siamo un punto di riferimento per la comunità Velatese. Organizziamo tre eventi principali: Puliamo il mondo, Bimbi in Bici e Centostrade per giocare. Ci occupiamo di favorire l'integrazione delle persone immigrate extracomunitarie, collaboriamo con altre associazioni, da quella dei genitori ai comitati locali. Coinvolgiamo stabilmente un gruppo di oltre 150 persone, soprattutto giovani coppie con figli.

 

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Piantumazioni alla Cassinetta

 

Usmate-Velate è famosa per la nascita di molti comitati.
Si, ce ne sono molti. Nascono con estrema facilità. Appena si crea una criticità si forma un comitato di residenti molto numeroso. Una volta risolto il problema, spesso con il successo auspicato, il comitato si scioglie e le persone non si vedono più.

La classica sindrome Nimby?
Mah, comunque ritengo positiva la reazione, anche se è vero che rimane contestualizzata ad un ambito ristretto. È comunque un segno vitale, un risveglio umano. I comitati vengono a chiederci aiuto, ma anche in generale le persone vengono ad interpellarci per consulenze, soprattutto quando non ricevono risposte dall'Amministrazione. È un fatto positivo, dapprincipio non era molto diffuso chiedere informazione al comune, ora sembra aumentata la consapevolezza civica. Questo ci porta ad acquisire maggiori competenze, quindi maggiore impegno. Cerchiamo di fare il nostro meglio.

Il tuo essere donna trova ostacoli nell'attività?
No, nel circolo non ci sono problemi di genere, la maggior parte dei soci sono di età medio alta, persone motivate, educate e rispettose. In Legambiente non c'è una struttura gerarchica, i circoli hanno una forte autonomia, si formano di conseguenza delle piccole comunità paritarie. Manca piuttosto un coinvolgimento dei giovani. Ci abbiamo provato più volte e siamo anche in buona collaborazione con alcune associazioni giovanili nel territorio, ma è davvero difficile coinvolgerli, motivare e risvegliare la loro sensibilità all'ambiente.

 

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Ci sono altri problemi insoluti oltre a quello dei giovani?
Si, la frustrazione nel vedere che, nonostante tutto il paziente lavoro quotidiano, il pianeta continua ad ammalarsi. Ho una grande ammirazione per Greenpeace, per le azioni coraggiose che compiono, una mission difficilissima volta a contrastare l'azione irresponsabile di grandi potentati. Devolgo quanto mi è possibile dalle finanze per aiutare le loro campagne.

Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

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