Pdl e Lega Nord potranno da oggi essere ricordati quali promotori del degrado di una delle più belle oasi di natura, territorio e paesaggio della Brianza.
Quanto accaduto oggi (ieri, vedi articolo in basso, NdR) lascia proprio in bocca il sapore della fine, della farsa, della sconfitta volenti o nolenti. Ci da saggio dell’inadeguatezza a rappresentarci dell’attuale maggioranza, in Provincia, in Regione, al Governo. Da’ ulteriore riprova della grettezza e dell’assoluta mancanza di sensibilità e rispetto di una fazione politica. Pdl e Lega Nord, ricordatevelo bene, potranno da oggi essere ricordati quali promotori del degrado di una delle più belle oasi di natura, territorio e paesaggio della Brianza. Ricordatevi i nome e le facce – specie dei lecchesi, che in teoria avrebbero dovuto essere direttamente interessati a preservare il loro territorio -, dovremo rinfacciargli questo voto per molto molto tempo.
Non avrei voluto farne una questione partitica – non su un tema così delicato ed importante, mi verrebbe da dire “trasversale” – ma mi ci trovo costretto.
Aveva ragione il Direttore di Merateonline, Claudio Brambilla quando, nel suo editoriale di lunedì, diceva che non ci rimarrà che l’opposizione fisica all’entrata in campo dei macchinari per la perforazione e l’approntamento dei pozzi esplorativi. Esortava a prepararsi: bisognerà sdraiarsi per terra, sul luogo designato. Già, pare proprio che finiremo così, sdraiati per terra.
Sono disgustato, affranto, in questo momento vedo veramente poco senso in tutto quello che stiamo facendo ogni giorno per tentare di migliorare noi e i luoghi in cui viviamo. E’ un momento, poi passa.
Non sono e non vogliono essere righe di resa, sono righe di vivo sconforto, di scoramento, righe di un’anima sensibile ai luoghi, agli spazi, ai loro significati. Righe che vogliono trasmettere l’amaro che c’è in me, e che servirà poi a farsi ancora più forza, a raccogliere ancora più firme, a far sentire più voci, a mobilitare l’interesse di ognuno. Dobbiamo dire basta, dobbiamo informare e informarci, denunciare gli stupratori della terra in cui abitiamo.
Per questo, questa sera, ho scritto a Milena Gabanelli spiegandogli che sta succedendo, invocando un’inchiesta ad ampio raggio.
La prossima tappa, vi avviso, sarà il Gabibbo.
-
Ps. per questo, e per tutto quello che ci siamo raccontati finora attorno alla vicenda dei pozzi, sarà importante la presenza di tutti voi domenica. Io sarò lì, in prima linea.
Mercoledì, 8 Luglio 2009
Il Senato boccia l’odg di Mazzuconi.
Ora Po valley ha la strada spianata. Contrari anche Lega e Lorenzo Bodega.
Pd: a Lecco dicono una cosa, a Roma votano all’opposto
Daniela Mazzuconi ci ha provato. L’ordine del giorno che peraltro riprende il deliberato del Parco del Curone poteva mettere al riparo dalle trivelle tutto il grande polmone verde della Brianza. Invece è finito impallinato sotto il no compatto della maggioranza di centrodestra, Popolo della Libertà e Lega Nord. E, quel che è peggio, è stato colpito anche dal “fuoco amico” ovvero dal voto contrario del senatore lecchese Lorenzo Bodega. Il dibattito al Senato si è concluso da pochi minuti, attorno alle 20,15. Raggiunta al cellulare la senatrice Mazzuconi, ex presidente di Retesalute non ha nascosto la sua profonda delusione. “Io ce l’ho messa tutta per spiegare l’importanza che ha il Parco del Curone per la Brianza. Ho proposto un ordine del giorno che riprende quanto deliberato proprio dal Consorzio. Ma la maggioranza ha votato contro compatta. E’ stata una sconfitta sul piano politico ma ora è bene che i lecchesi sappiano che i loro senatori a Lecco dicono una cosa poi a Roma ne fanno un’altra di segno opposto. Ho anche letto un comunicato che il vice ministro Roberto Castelli aveva diffuso ad un’agenzia di stampa e che, in sintesi, sosteneva proprio le tesi da me ribadite in aula. Ma evidentemente, ripeto, i leghisti quando sono a casa loro raccontano delle cose poi però a Roma votano in modo ben diverso”.
E in effetti il voto contrario di Lorenzo Bodega lascia senza parole. L’ex sindaco di Lecco ha preso la parola in aula dopo la senatrice Mazzuconi per dire che nella sostanza era d’accordo con l’esponente del PD e che, per questo, non intendeva partecipare al voto. Dai banchi della minoranza si è levato un forte brusio per questa “strana” dichiarazione. Se si è d’accordo si vota sì, altrimenti si vota no. A quel punto Bodega ha detto “allora voto contro”. E, per quanto non sia stato subito possibile verificare il voto, pare proprio che l’ex sindaco di Lecco abbia votato contro. Roberto Castelli invece non era al Senato.
Ora non c’è più nulla da fare: la strada verso l’occupazione del Parco del Curone da parte di Po Valley è spianata. L’ordine del giorno della dottoressa Mazzuconi è stato l’estremo tentativo di bloccare l’autorizzazione concessa dal ministro Scajola. Nei prossimi mesi è possibile che Po Valley chieda espressamente il via libera a impiantare le piattaforme a Bagaggera per esplorare il giacimento. Sul piano giuridico il caso è chiuso e Roma ha il potere assoluto di decidere il futuro della nostra terra. Con l’appoggio della Lega Nord. La parola adesso passa alla popolazione.
(Articolo tratto da http://www.casateonline.it)