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Nuovo disegno di legge sui parchi in Lombardia, ma che senso ha conferire più risorse se poi si spalancano le porte al primo che arriva con la volontà di distruggerli.

Mi sono poco chiari diversi passaggi del comunicato stampa (in basso) che illustra il nuovo disegno di legge lombardo in materia di parchi e aree protette (“Norme per l’istituzione e la gestione delle aree protette e la tutela della biodiversità regionale”). Poca chiarezza tanto nell’iter che ha portato all’approvazione – anche nel breve articolo emergono assenze e passaggi ambigui – tanto nella fumosità di alcune decisioni e nel potere maggiore che viene conferito all’autorità regionale.
Saranno, ovviamente, necessari un più di analisi e un più d’attenzione: entrare nel merito, insomma. Però – c’è spesso un però – però conviene tenere alta la guardia.
Da ultimo, con un mix d’ironia e artefatta ingenuità, vorrei chiedere che senso ha conferire più risorse ai parchi se poi spalanchiamo le porte al primo privato che arriva con la volontà di distruggerli.

 

Commissione Ambiente dà via libera a nuova legge sulla gestione delle aree protette


Più risorse per i parchi e le aree protette regionali, maggiore responsabilizzazione degli enti gestori, semplificazione delle procedure di pianificazione, salvaguardia della formula consortile nella gestione degli Enti Parco, nuovi direttori con  comprovate esperienze manageriali.

Sono alcuni degli aspetti più qualificanti del nuovo progetto di legge sui parchi (“Norme per l’istituzione e la gestione delle aree protette e la tutela della biodiversità regionale”) approvato oggi a maggioranza dalla Commissione Ambiente. I rappresentanti dei gruppi di minoranza hanno invece abbandonato  i lavori e non hanno partecipato al voto lamentando l’assenza dell’Assessore regionale all’Ambiente Massimo Ponzoni e l’impossibilità di poter  così esprimere un giudizio sul provvedimento senza aver avuto i chiarimenti richiesti allo stesso assessore.

“A tal proposito voglio però precisare –ha evidenziato il relatore Angelo Gianmario (FI- PdL), che ha presieduto la Commissione- che il testo finale è il prodotto di un lungo percorso aperto al confronto, contrassegnato da quasi 60 audizioni e da uno specifico seminario di approfondimento con gli operatori di settore” .

Il progetto di legge, in accordo col Piano Regionale di Sviluppo, prosegue il processo di riforma del sistema delle aree protette e ha tra i suoi obiettivi “la valorizzazione del loro patrimonio naturalistico, culturale e turistico anche mediante una maggiore responsabilizzazione degli enti gestori e la semplificazione delle procedure di pianificazione.” La legge riconferma e definisce le categorie di aree protette (parchi naturali, parchi regionali, riserve naturali, monumenti naturali e parchi di interesse sovraregionale, i cosiddetti PLIS) e fa propri i principi della sussidiarietà e dello sviluppo delle attività economiche compatibili, legate alle risorse del turismo, dell’agricoltura, della selvicoltura e della ricreazione in natura, “nel tentativo –sottolinea Giammario– di trasformare le aree protette da vincolo a risorsa, soggetti in grado di produrre e generare sulle aree di competenza nuovi servizi senza con questo far venir meno i meccanismi di tutela esistenti”.

Maggiori saranno ora anche le risorse finanziarie disponibili. Il provvedimento approvato oggi in Commissione prevede infatti, oltre alle risorse stanziate dal piano annuale di finanziamento, l’istituzione di un nuovo fondo di rotazione regionale per la realizzazione di investimenti di riqualificazione.
Per quanto concerne i criteri e le modalità gestionali, la scelta finale della Commissione, dopo approfondita discussione, è stata quella di confermare l’attuale sistema di gestione delle aree protette regionali con l’affidamento della gestione a consorzi tra Enti locali. Gli attuali Consorzi continueranno quindi a gestire gli Enti Parco, ma per Enti locali come ad esempio le Province o le Comunità montane ci sarà ora la possibilità di aderire volontariamente al consorzio di gestione di un’area protetta, come nei casi già ipotizzati del Monte Barro e del Parco Nord Milano.

Negativo il giudizio espresso durante la discussione dai gruppi di minoranza, che hanno lamentato soprattutto, accanto a una sostanziale mancanza di trasparenza nei nuovi meccanismi gestionali introdotti da questo provvedimento, l’eccessiva ingerenza che ora, a loro parere, avrà la Regione nelle decisioni degli Enti Parco. Sotto accusa in particolare la nomina del direttore dell’Ente Parco, che sarà ora indicato dalla Regione, anche se, come ha evidenziato il relatore Angelo Giammario “di concerto con il Consiglio d’Amministrazione dell’Ente Parco e non in modo arbitrario e unidirezionale”. Lo stesso relatore ha tenuto a sottolineare che i nuovi direttori saranno scelti sulla base di un albo appositamente istituito e dovranno avere comprovate esperienze e capacità manageriali.
Il provvedimento dovrà ora essere sottoposto la prossima settimana all’approvazione della Commissione Bilancio per la relativa norma finanziaria, in attesa di passare poi all’esame definitivo dell’Aula a fine luglio.

Testo tratto da http://www.leccoprovincia.it

 

Da http://alfiosironi.wordpress.com/

Gli autori di Vorrei
Alfio Sironi

Mi occupo di tematiche geografiche dentro e fuori la scuola.

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