VILLA PARCO Prati del Parco Reale di Monza e1442657298424

«Sulla questione del concerto di Jovanotti a Plan de Corones sono del tutto d’accordo con Reinhold Messner e con Paolo Cognetti. Non s’ha da fare.»

Ho una grande simpatia nei confronti di Jovanotti, ed apprezzo molta musica rock, per la quale ho un esperto consigliere: mio figlio.
Ma sulla questione del concerto a Plan de Corones sono del tutto d’accordo con Reinhold Messner e con Paolo Cognetti. Non s’ha da fare.
Dirò di più: manifestazioni caratterizzate da strutture invasive, effetti luminosi fantasmagorici, musica ad altissimo volume, concentrazione di migliaia di persone in luoghi delicati e dedicati al silenzio e alla contemplazione si configurano come veri e propri stupri ambientali.
E spiace vedere Jovanotti arrampicarsi senza presa ai soliti argomenti degli stupratori ambientali: che l’“evento” «è realizzato con criteri ambientali», che è «un modo nuovo di fare le cose», e farfugliare di economia circolare che non c’entra niente. È uno stupro.
I rapporti tra uomo e ambiente non differiscono molto da quelli sessuali, ben diversi a seconda che si accompagnino a legami affettivi, al consenso reciproco, o al gusto della violenza.
Vi sono suoni e comportamenti che fanno parte del silenzio e della bellezza naturale: il canto degli uccelli e i versi di altri animali, il rintocco di una campana lontana, i gridi dei bambini che si inseguono su un prato (non in un campo giochi!), la musica antica o sperimentale di un quartetto d’archi o di una banda locale, il passaggio di escursionisti o ciclisti rispettosi dell’ambiente.
Ma i grandi raduni e concerti, che peraltro hanno la loro ragion d’essere e il loro valore, si sposano con altri contesti ambientali: uno stadio, uno spazio dedicato come il Circo Massimo.

 

PLAN DE CORONES

 

C’è di più: se queste manifestazioni volessero veramente contribuire al risanamento dell’ambiente, rispondendo al sentire di milioni di giovani, potrebbero svolgersi in aree dismesse, degradate, promuovendone il risanamento. I fan di Jovanotti ne sarebbero entusiasti. Un esempio? Tomorrowland, lo spettacolo musicale che viene rilanciato periodicamente, virtualmente e contemporaneamente in diversi luoghi del globo, si svolge concretamente a Shorre, in Belgio, in un parco ricavato da una ex cava di argilla, risanata e strutturata per accogliere eventi musicali, attività ricreative, raduni di grande afflusso.
Modoetia, de te fabula narratur. È chiaro che parlando di Plan de Corones e di altre vicende del genere, penso al Parco di Monza, ripetutamente violentato, eppure ancora bellissimo e riscattabile, se solo lo si volesse. Concerti di grande richiamo, ma anche rally devastanti del verde prezioso intercluso dalla pista della F1 non dovrebbero mai più violare il parco storico. Gli esempi e gli spazi per riscattarlo e liberarlo definitivamente dagli atti di violenza non mancano: ad esempio le Cave Rocca (il nome è evocativo!), ben 30 ettari ai confini di Monza, potrebbero essere trasformate in un grande parco con una arena naturale al centro, ampia come il Circo Massimo (7-8 ettari), nell’interesse pubblico e della stessa proprietà. Non lontano da Monza, a Brugherio, è stata realizzata una operazione analoga, il Parco Increa, della stessa dimensione della Cave Rocca, con un bel lago al centro, sia pure con destinazione a parco urbano e negato ai grandi eventi. Insomma, Schorre et Brugherio docent.
Ripeto: se solo lo si volesse. Ma perché non si vuole?

Gli autori di Vorrei
Giacomo Correale Santacroce
Giacomo Correale Santacroce

Laureato in Economia all’Università Bocconi con specializzazione in Scienze dell’Amministrazione Pubblica all’Università di Bologna, ha una lunga esperienza in materia di programmazione e gestione strategica acquisita come dirigente e come consulente presso imprese e amministrazioni pubbliche. È autore di saggi e articoli pubblicati su riviste e giornali economici. Ora in pensione, dedica la sua attività pubblicistica a uno zibaldone di economia, politica ed estetica.

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