Ecclestone ribadisce: un solo GP in Italia. Allevi chiede supporto a Berlusconi e vuole fare lobbying a Roma, ma la partita sembra già chiusa. In favore della Capitale.
Ha preso carta e penna, il Presidente della Provincia Allevi, e ha scritto. Nientemeno che a Silvio Berlusconi. Per dire che “Monza non si farà scippare l’autodromo”. All’indomani della dichiarazione di Ecclestone che conferma, “non c’è posto in Italia per due Gran Premi” (confermata anche dagli studi di Aci e Sias), e alle indiscrezioni che danno l’ago della bilancia pendente verso Roma, Allevi mette da parte il fair play con il collega di coalizione Alemanno e tira fuori gli artigli. Forte del consenso bipartisan di tutte le realtà istituzionali ed economiche monzesi.
Il Presidente provinciale conferma al Corriere della Sera, che ha ripreso l’appello, che da Berlusconi si aspetta una presa di posizione a favore di Monza. Più che un’aspettativa una speranza, verrebbe da dire guardando ai precedenti. Infatti, nonostante il peso della Lega alla prova dei fatti il centrodestra ha dimostrato finora scarso zelo nel mettere in pratica le roboanti dichiarazioni in difesa degli interessi del Nord.
La nuova Fiera di Roma: un concorrente 'interno' per Milano
Uno storico poco edificante
Così con Malpensa, abbandonata al suo destino nella brughiera lasciando sulla carta le infrastrutture di collegamento. E prima ancora con l’Alta Velocità, che ha visto privilegiare il Sud e trascurare il Nordest. Poi con Alitalia, che spergiurava fino al giorno prima sulla centralità dello scalo varesino per poi sbaraccare il giorno dopo in favore di Fiumicino, obbedendo di fatto a un diktat di Aeroporti di Roma alla ex compagnia di bandiera. Infine con il ridimensionamento dei progetti Expo: poco o nulla è rimasto dei percorsi di acqua e di terra che dovevano condurre da Milano alla sede dell’esposizione; delle infrastrutture previste, probabilmente solo la M5 e parte della M4 vedranno la luce in tempo; il quartiere espositivo, con la scusa della “sostenibilità” finirà per essere una distesa di serre e tendoni senza alcun segno architettonico, urbanistico o paesaggistico di spicco.
Come perdere un'occasione da 70 milioni
Per non parlare delle infinite beghe di campanile che mettono città e regioni l’una contro l’altra a danno del sistema paese, come la concorrenza all’ultimo sangue tra le fiere (in primis tra Milano e Roma, ma anche Bologna e Verona) che danneggia tutti e non fa guadagnare nessuno, se non Hannover - la fiera più grande del mondo - dove si fregano le mani e ringraziano, dandoci il contentino di paese ospite d’onore. Insieme con i connazionali di Lufthansa che, con Lufthansa Italia, si stanno pappando una bella fetta del ricco mercato del trasporto aereo nel Nord Italia, lasciata impresidiata da Alitalia. Insomma, non è che nel centrodestra siano proprio dei fulmini di guerra nel difendere gli interessi della ‘Padania’.
Nonostante questo poco confortante storico, Allevi confida nella capacità brianzola di ‘fare lobbying’ e vuole resuscitare il comitato ‘Insieme per l’Autodromo’ che, nato lo scorso settembre in occasione dell’ultimo Gran Premio, non aveva finora dato segni di vita degni di nota.
Certo, le colpe non sono proprio tutte altrui: sul tema, Monza ha vissuto fin troppo sugli allori e in settant'anni non è mai stata capace di costruire intorno all'Autodromo delle vere politiche turistiche e di marketing territoriale. Si diceva: non c'è autonomia da Milano. Ora l'autonomia c'è e il risveglio, come sempre in questi casi, è stato brusco. In palio c’è una posta, secondo i calcoli della Camera di Commercio di Monza e Brianza, da 71 milioni di euro di cui 29 di indotto ‘spalmati’ su tutto il territorio.
Un Superenalotto che città e provincia non possono permettersi di non vincere.