L'annuale rapporto Legambiente rivela che solo in Italia sono i Comuni a guidare la rivoluzione delle energie sostenibili. La Lombardia si posiziona bene in termini di MW, ma con poche eccellenze. Scarse le performance di Monza e Brianza.
E se fosse proprio il territorio il laboratorio di una rivoluzione energetica incentrata sulle fonti rinnovabili? A guardare quello che sta accadendo nei Comuni italiani sembrerebbe proprio di sì. Secondo il Rapporto Comuni Rinnovabili 2010 di Legambiente, sono decine di migliaia
gli impianti installati negli ultimi anni – piccoli, grandi, da fonti diverse –, migliaia i progetti in corso di realizzazione, che stanno dando forma a un nuovo modello di generazione distribuita.
Lo scenario cambia completamente rispetto al modo tradizionale di guardare all'energia , eppure il dibattito pubblico sull'energia non sembra ancora aver compreso la portata di questo processo e l'importanza di guardare al territorio per capire come sviluppare le fonti rinnovabili. Un approccio centralizzato e quantitativo risulta inevitabilmente datato. Se si ragiona delle attuali tecnologie rinnovabili occorre partire dalle risorse presenti nei diversi territori, e descrivere questi processi è l'obiettivo del Rapporto di Legambiente, giunto quest'anno alla quinta edizione.
Ma cosa emerge dunque quest'anno? Il Rapporto racconta un salto impressionante nella crescita degli impianti installati nel territorio italiano. Sono 6.993 i Comuni in Italia dove è installato almeno un impianto (quasi 9 su 10), erano 5.580 lo scorso anno, 3.190 nel 2008.
I Comuni del Solare sono 6.801 in Italia e, alla faccia dei pregiudizi, il più 'solare' di tutti è un Comune del Sud, Craco in Provincia di Matera, con con una media di oltre 542 kW ogni 1.000 abitanti. Nel solare termico a 'vincere' è il piccolo Comune di Fiè allo Sciliar, in Provincia di Bolzano, con una media di 1.152 mq/1.000 abitanti. I Comuni del mini-idroelettrico sono 799, 181 quelli della geotermia, quelli della biomassa 788.
Lombardia in chiaroscuro
E il nostro territorio? A livello di regioni, la Lombardia non è messa male in termini di MW da fonti rinnovabili. Innanzitutto grazie alla storica presenza dell'idroelettrico nelle Alpi: sono 4.919 i megawatt prodotti dall'acqua nella nostra regione, un primato assoluto anche rispetto ad altre regioni alpine come il Trentino Alto Adige (3.105) e il Veneto (1.099). Ma anche con il solare fotovoltaico ce la caviamo: un po' più di 90 MW, solo la Puglia fa meglio di noi con 95 mentre regioni molto più soleggiate della nostra, come la Sicilia (30 MW) o la Sardegna (27,4 MW) sono staccate di parecchie lunghezze. Molto meno bene l'eolico, che con 0,12 MW installati ci vede tra gli ultimi in classifica (del resto, la pianura padana non si distingue certo per la ventosità, anzi...), così così il geotermico (circa 9 MW) e molto bene anche le biomasse: anche qui, con oltre 409 MW, la Lombardia è di gran lunga la prima regione italiana (e qui forse dovremmo dire grazie ai contadini della Bassa).
Eolico e solare, le due principali rinnovabili
Tra i 15 Comuni italiani 100% rinnovabili, però, non ce n'è nemmeno uno lombardo: ben 10, due terzi, sono in provincia di Bolzano, tre di Aosta e due di Trento. Nessuna lombarda nemmeno tra le province più virtuose, cioè quelle che hanno almeno un impianto per ciascuno tipo di rinnovabile: sono le Province di Grosseto, Genova, Bolzano, Aosta e Belluno. Per trovare una località lombarda bisogna andare fino alla categoria "esperienze da segnalare", dove troviamo la Provincia di Cremona dove, grazie agli impianti a biogas presenti in 21 Comuni, si produce energia elettrica che soddisfa il fabbisogno di circa 49 mila famiglie. Insomma, i risultati della Lombardia vengono soprattutto dai grandi numeri demografici ed economici della Regione nell'insieme (16% della popolazione e 25% del Pil italiani) più che da un reale impegno.
Un impianto micro-idroelettrico
Monza e Brianza deludenti
E noi? Ahimè, nelle principali categorie del rapporto non si trova nessuna località targata MB. I colori lombardi sono difesi nel fotovoltaico dal piccolo comune di Ottobiano (PV), medaglia di bronzo, e da Pognano (BG), 11.mo, Massalengo (LO), 22.mo, Bassano Bresciano (BS) 28.mo e Volongo (CR), 40.mo. Nel solare termico la Lombardia 'piazza' al 9.o posto Tovo di Sant'Agata (SO), e due comuni delle valli bergamasche al 10.mo e 11.mo posto, rispettivamente Piazzolo e Foppolo. I più vicini a noi sono Crandola Valsassina, 35.mo nel solare termico, Como sesta per le applicazioni nell'edilizia e Robbiate (in Brianza, ma quella lecchese però) che si distingue - è terza - per il micro-idroelettrico. Sempre in questo settore, la Provincia di Brescia vanta buone pratiche nei Comuni di Nazio e Malonno. Un'esperienza interessante di recupero di vecchi impianti idroelettrici è portata avanti dal Comune di Crema (CR).
Perfino i vicini milanesi, area non certo nota per la sostenibilità ambientale, ci fanno mordere la loro polvere. O meglio, respirare il loro vapore: nel geotermico elettrico, infatti, troviamo i comuni meneghini di Corsico (13.mo), Cisliano (27.mo), Mesero (36.mo) e Corbetta (45.mo). E finalmente in questa categoria 'di consolazione' incontriamo due comuni briansoeu: Ceriano Laghetto (25.mo nel geotermico termico) e Biassono, 39.mo nell'elettrico. Mentre il capoluogo, un po' a sorpresa, si guadagna una citazione nel teleriscaldamento da biomasse, dove Monza fa registrare un 35.mo posto. Come si dice dalle nostre parti, pütost che niént l'è mej pütost.
Le 'materie prime' delle biomasse