20180605 Di Maio Salvini

Una prima valutazione dei principi e delle proposte sulle tematiche ambientali contenuti nel "Contratto per il governo del cambiamento" sottoscritto da Movimento 5 stelle e Lega.

Neldocumento c’è un capitolo, il numero 4, dal titolo "Ambiente, green economy e rifiuti zero". Tre pagine un po’ generiche e con qualche mancanza a cui si aggiungono, in altre parti del testo, alcune contraddizioni. È il risultato di questo mix tra la sbiadita vocazione ambientalista del Movimento 5 Stelle ed il disinteresse, a volte quasi negazionismo, che ha sempre caratterizzato la Lega, un partito che per sua natura non potrebbe mai riconoscere, ad esempio, la criticità dei migranti climatici. Ecco una sintetica valutazione delle proposte e dei principi, alcuni condivisibili, da rivalutare più avanti, quando saranno meglio definiti e magari attuati.

Sono più volte ripresi gli aspetti della manutenzione del territorio, senza specifiche però su modalità e finanziamento, e dell'innovazione. Quest'ultima, collegata al concetto di Green Economy, è senza dubbio un approccio giusto per creare lavoro. Purtroppo però non viene ripreso e sviluppato nel capitolo dedicato proprio a quest'ultimo tema.
Inizialmente è spiegato il concetto di sostenibilità, definito sia per le risorse rinnovabili che per quelle non rinnovabili. Peccato che per le prime, poco più avanti, si dimentica il principio: quando la risorsa rinnovabile è il pescato, le condizioni europee che servono proprio a rigenerare la risorsa vengono considerate "vincoli di carattere burocratico". Sembra più intricata la regola di impiego delle risorse non rinnovabili, che giustifica una sommaria conclusione sulla necessità di investire sulle rinnovabili.

La giusta idea di "defossilizzare" la produzione e la finanza è ripresa nel capitolo trasporti. A differenza di quanto fatto da altri paesi europei però non c'è uno scadenziario sull'abbandono dei motori a scoppio.

C'è solo un'indicazione di "riduzione dei veicoli a diesel e benzina". Indicazione che operativamente stona se considerata abbinata all'eliminazione delle accise sulla benzina indicata al capitolo 11. Questo perché non è specificata, ad esempio, una ricollocazione delle risorse per finanziamenti ai veicoli ibridi ed elettrici, come da intento riportato proprio nel capitolo sui trasporti.

Sono ampiamente sviluppate le tematiche dei rifiuti e dell'economia circolare, con un auspicabile superamento di discarica e incenerimento, con modalità non precisate. È condivisibile la proposta, una delle più concrete presenti nel testo, di fiscalità premiante per chi produce rinnovabile e riutilizzabile. Anche se, nell'applicazione del principio del “chi inquina paga”, correttamente ricordato nel documento, andrebbe colpito chi produce sprecando e inquinando.

Al sostegno per gli interventi di rigenerazione urbana si affianca ovviamente la riqualificazione energetica degli edifici, senza inserire però la riattivazione dell'extra incentivo al fotovoltaico in caso di bonifica dall'amianto, fortemente voluto dagli ambientalisti e dall'indiscutibile doppio vantaggio. Sul problema amianto, di cui è cruciale la questione delle risorse economiche da destinare alle bonifiche, non ci sono particolari approfondimenti. Si trova un'interessante apertura agli impianti a biometano, non si parla della questione gas e dipendenza energetica, si propone trasparenza e semplificazione nelle bonifiche su cui serve però attenzione.

C'è chiaramente l'intento di “fermare il consumo di suolo” ed è molto positivo. Non si citano però le proposte di legge in corso o sospese.

Al consumo di suolo viene aggiunto il concetto di "spreco", che a mio avviso rischia di indebolire l'approccio perchè presuppone comunque un consumo. Non si accenna al problema della perdita dei servizi ecosistemici collegata al consumo di suolo libero: un problema, oltre che sanitario, anche economico.

Sulla tematica dei cambiamenti climatici si punta giustamente sulla mitigazione senza citare però l'adattamento, un'esigenza già attuale per le nostre città. Il contrasto ai cambiamenti climatici viene frettolosamente abbinato all'inquinamento atmosferico, altra importante criticità che meritava qualche dettaglio in più.

Nonostante sia un problema cronico per il nostro paese, manca una parte relativa all'inquinamento delle acque dovuto agli scarichi. Recentemente oggetto di una nuova maxi multa, la "cattiva" Europa non viene ascoltata su questo argomento. Un'Europa che tanto cattiva non è perché i vantaggi sarebbero per la nostra salute. Manca un altro importante suggerimento che arriva dall'avanzata visione europea, fondamentale per difende anche i nostri mari: il divieto di cotton fioc, piatti, posate e plastica monouso in genere. Nel programma non c'è nulla su parchi, biodiversità e patrimonio arboreo.

Estendendo la lettura agli altri capitoli affiorano alcune contraddizioni.

Nel capitolo dedicato all'agricoltura, è positivo l'accenno alla tutela del paesaggio e alla sicurezza alimentare. Sono però messi in contrapposizione gli interessi europei con le esigenze nazionali, senza riconoscere un sistema di regole che devono funzionare a vantaggio di tutti.

Eppure il capitolo sull'Europa presenta importanti spunti sulla necessità di un coordinamento politico. In evidente contrasto logico con quanto espresso nella parte relativa agli interessi e alle esigenze contrapposte, l'erogazione dei fondi europei per le politiche agricole diventa subito dopo elemento da garantire in tempi brevi.

“Concretizzare i criteri di salvaguardia ambientale” per l'ILVA è una complicata mediazione. La chiusura delle fonti inquinanti sostenuta fino a poco tempo fa dal Movimento è inaccettabile per la Lega. Così come l'intento di "ridiscutere integralmente il progetto" della TAV che sarà di non facile definizione.

Il nuovo ministro dell'ambiente Costa, considerata l'esperienza, sembra essere una garanzia in termini di correttezza ed efficacia dei controlli. Speriamo riesca ad essere propositivo e concreto anche su tutti gli altri aspetti. L'intento di "implementare" le attuali leggi sui reati ambientali (capitolo 12) è tutto da scoprire. Cosa verrà fatto in più rispetto alla recente legge su questo tema? L'attenzione maggiore ai reati sugli animali, messi allo stesso livello dei primi, sembra essere ancor più complicata senza un cambio di mentalità netto da parte di alcuni ministri. Poco più di un anno fa due di loro, Centinaio e Stefani, si erano resi protagonisti di un emendamento di senso opposto contestato dalle associazioni animaliste, poi fortunatamente fermato.

 

Foto tratta da livesicilia.it

 

Gli autori di Vorrei
Luca D'Achille
Luca D'Achille
Laureato in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio al Politecnico di Milano, è impiegato nella pubblica amministrazione dove si occupa di ecologia. Impegnato da sempre in attività di sensibilizzazione e iniziative locali per la tutela dell’ambiente.
Autore di numerosi articoli su consumo del suolo, clima, energia e politiche ambientali, membro della redazione di Salviamo il Paesaggio, il forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio. Nato a Monza e residente nel Vimercatese, appassionato di viaggi, geografia e di tutto quello che è analisi e scoperta di un territorio.
@LucaDAchille - luca-dachille.blogspot.it