È stato firmato l'Accordo di programma che sancisce l'entrata della Regione Lombardia fra i proprietari del Parco di Monza. Ma del Master plan non si conosce ancora nè l'estensore, nè la finalità
Ho partecipato alla cerimonia della firma dell’"Accordo di programma per la valorizzazione del complesso monumentale Villa Reale e Parco di Monza”, svoltasi nel Teatrino della Villa, martedì 16 gennaio 2018.
I termini del “bivio” che caratterizza il futuro del monumento, di cui ho parlato nell’articolo con cui ho anticipato l’evento, sono apparsi tutti con grande evidenza. Anche se l’inizio della cerimonia e la sua conclusione suscitano qualche speranza che alla fine si intraprenda la strada giusta.
L’inizio: il clima diffuso tra i firmatari e il pubblico esprimeva una crescente consapevolezza del valore inestimabile del monumento, che trascende le sue funzioni locali per costituire un luogo di attrazione universale. Il termine “evento storico” ripetutamente riferito alla firma dell’accordo esprimeva, al di là della retorica, questa nuova consapevolezza.
Ma dai discorsi dei firmatari, dopo le rituali esaltazioni, è subito emersa una contraddizione tra questo riconoscimento e le proposte relative alle possibili destinazioni della parte degli stanziamenti ancora da definire con il fatidico “Master Plan”, per la bella cifra di 27 milioni.
Nessuna delle proposte ha lasciato intravvedere una visione globale del monumento, nel suo valore storico, architettonico e paesaggistico. Nessuno cioè ha fatto cenno al grande progetto realizzato da Giuseppe Piermarini e da Luigi Canonica, che costituisce la sostanza del valore del monumento, miracolosamente sopravvissuto alle aggressioni subite nel secolo scorso.
Si è accennato al restauro dell’ala nord della Villa, al completamento di quello della Villa Mirabello, del Mulino del Cantone… Nessun accenno all’acquisizione della Villa Mirabellino dal demanio dello Stato, elemento strutturale del disegno del Parco.
Ma frequenti sono stati soprattutto i riferimenti alle due realtà che maggiormente hanno contribuito alla devastazione del disegno paesaggistico del Parco: l’autodromo e il golf. Il Sindaco di Monza Allevi, per statuto Presidente del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, si è augurato che parte dei fondi da stanziare con il Master Plan siano destinati a un Museo della Formula Uno e ad interventi per l’autodromo.
Cerco di entrare nel pensiero di chi, difendendo con i denti autodromo e golf, ritiene di fare il bene della Villa e del Parco di Monza. Probabilmente pensa che avendo, soprattutto l’autodromo, una notorietà internazionale, la loro “valorizzazione” vada di pari passo con quella del monumento, e addirittura possa svolgere una funzione trainante. Io credo che sia vero il contrario.
Non una parola è stata detta sulla questione, decisiva, di chi redigerà il Master Plan.
Purtroppo non ho notato tra il pubblico degli invitati molte persone che so esperte, conoscitrici e appassionate del monumento. Non c’erano rappresentanti di associazioni che da decenni hanno dedicato studi e iniziative per la sua tutela, come ad esempio il Comitato Parco Antonio Cederna o l’associazione Novaluna, che da trent’anni pubblica la rivista “Il Parco, la Villa”.
Eppure, così come l’inizio della cerimonia ha testimoniato una accresciuta consapevolezza del valore straordinario del monumento, anche la conclusione ha aperto il cuore alla speranza che le scelte del Master Plan possano essere felici: il Presidente della Regione Roberto Maroni ha rilevato che la Lombardia conta ben undici siti inclusi tra i beni patrimonio dell’umanità dell’Unesco, molti dei quali di valore senza dubbio inferiore rispetto alla Villa Reale e Parco di Monza. Ha chiesto quindi al pubblico presente se condividesse la sua proposta di costituire, come ultimo atto del governo regionale in scadenza, un comitato per ottenerne l'inclusione tra i beni patrimonio dell'Umanitò dell'Unesco.
La sua proposta è stata accolta con un grande applauso. Il più lungo e non formale della cerimonia.
A differenza dei pessimisti ritengo che l’Unesco non avrebbe difficoltà a dare il suo riconoscimento a una "Imperial Regia Villa e Parco di Monza" riportata integralmente all’antico splendore architettonico e paesaggistico, pur recando al suo interno un autodromo che fosse snellito e ringiovanito, al passo con la rivoluzione in atto nello sport della velocità (Marchionne ha appena annunciato il progetto di una supercar Ferrari elettrica), come unica, consapevole contraddizione.