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Autrice con Paolo Pileri di «Il suolo sopra tutto. Cercasi 'terreno comune': dialogo tra un sindaco e un urbanista». Dalle nefandezze dei politici che svendono il territorio alle vicende giudiziarie che colpiscono chi lo difende. Una storia a lieto fine che diventa esempio proprio perchè «nessuno lo fa».

 

«Ho fatto una scelta che mi sembrava normale, non meritoria. Non volevo essere un esempio: se lo sono diventato questo mi lusinga». Così Matilde Casa, sindaco di Lauriano (TO), ha chiuso il suo intervento.
Per la seconda volta in Lombardia, ha presentato il suo libro scritto insieme a Paolo Pileri, urbanista e docente del Politecnico di Milano esperto di suolo.
Nella serata organizzata a Brugherio gli autori si sono alternati, come nel libro, raccontando la vicenda personale di un sindaco che ha oculatamente trasformato terreni edificabili in agricoli e le originali giustificazioni con cui tanti altri amministratori locali hanno invece motivato la svendita del territorio. Con una logica capovolta, tanti rimarcarono il fatto che «nessuno lo fa» e a subire un processo penale è stata proprio lei.

E’ stata assolta con formula piena e ha raccontato pochi giorni fa la sua esperienza a Montecitorio di fronte a tanti altri sindaci d’Italia. Non si è sentita però la "buona" in mezzo ai "cattivi".

Ha amministrato e lo sta facendo ancora, dopo essere stata nuovamente eletta con oltre il 60% dei voti, distinguendosi dagli abituali standard. Ha deciso con la sua giunta di rinunciare a un finanziamento già ottenuto per una nuova scuola. Follia? no. Meglio ristrutturare un edificio in centro, senza consumare suolo libero e mantenendo viva la zona. Con un terzo delle case sfitte o abbandonate servono nuove abitazioni? È più giusto ridurre l’edificabilità, a partire dalle aree a rischio idrogeologico.

Da questa scelta ha origine il calvario giudiziario del Sindaco. Dopo l’avviso di garanzia e il successivo rinvio a giudizio ha avuto momenti di difficoltà, lo ammette. Ha sentito chiedere per lei un anno e mezzo di reclusione per un comportamento che riteneva normale e non eccezionale, né in positivo né tanto meno in negativo.

L’approccio iniziale della stampa sulla vicenda non fu particolarmente azzeccato: fu dipinta come un burocrate che danneggia chi vuole sostenere il lavoro e costruire case, nello specifico 40 villette. In un altro articolo però, quello scritto da Sergio Rizzo sul «Corriere della sera», il punto di vista cambia. Arriva l’appoggio di Legambiente (che nel 2016 le conferirà il premio ambientalista dell’anno) e di tanta gente che firma una petizione on line. Viene invitata a raccontare la sua vicenda non per difendersi ma come esempio, in particolare nelle realtà più colpite dal problema del consumo di suolo come la provincia di Monza e Brianza.

 

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Tessuto urbano consolidato, aree cassaforte, zone di ricucitura dell’edificato e tante altre invenzioni lessicali servono per far approvare nuove trasformazioni che sono sempre a senso unico verso l’edificazione.

Con il supporto tecnico di Paolo Pileri viene efficacemente dimostrato che consumare suolo, oltre a creare innumerevoli problemi, non è più redditizio per comuni. Non serve a sostenere la spesa corrente, genera costi ambientali e inevitabili spese di manutenzione su ciò che viene costruito. Anche lui sottolinea che purtroppo nei sindaci prevale la parte forte del «braccio che cementifica» rispetto a quello «che protegge».

Eppure i piani comunali «continuano ad avere nella pancia aree edificabili» ricorda il professore aggiungendo che le norme, come quella della regione Lombardia, permettono a molti di vantarsi di non consumare. Ma è un risultato bugiardo perché considera già perse le aree che nella realtà non lo sono.

Molti di questi amministratori locali, candidati o in carica, di fronte agli inviti a perseguire le stesse scelte di Matilde Casa rispondono «me li paghi tu gli avvocati?» oppure «non si può fare, qualcosa bisogna costruire per forza». Così facendo nell’incapacità di ripensare a come andare avanti, il caso di questo sindaco che ha agito naturalmente e per principio senza sentirsi un eroe, continuerà ad essere un’eccezione.

 

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Gli autori di Vorrei
Luca D'Achille
Luca D'Achille
Laureato in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio al Politecnico di Milano, è impiegato nella pubblica amministrazione dove si occupa di ecologia. Impegnato da sempre in attività di sensibilizzazione e iniziative locali per la tutela dell’ambiente.
Autore di numerosi articoli su consumo del suolo, clima, energia e politiche ambientali, membro della redazione di Salviamo il Paesaggio, il forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio. Nato a Monza e residente nel Vimercatese, appassionato di viaggi, geografia e di tutto quello che è analisi e scoperta di un territorio.
@LucaDAchille - luca-dachille.blogspot.it