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Giro di interviste fra i partiti in Consiglio comunale. Apre l'ex assessore, autore del PGT vigente e oggi consigliere Città Persone

 

La “questione PGT” sta per arrivare a una svolta. Con l'approvazione della cosiddetta “variante generale” prevista in Consiglio per i giorni immediatamente dopo Natale, il nuovo strumento di governo del territorio monzese entrerà finalmente a pieno regime.

Si tratta come è noto di una vicenda controversa, attorno a cui si intrecciano accuse di speculazione legate al fatto che il piano va ad incidere sull'edificabilità di zone come Cascinazza, attorno a cui gravitano interessi immobiliari importanti.

A partire da oggi prenderemo in esame le posizioni di tutte le forze politiche cittadine in merito.
Cominciamo doverosamente da Alfredo Viganò, ex assessore all'Urbanistica della giunta di Michele Faglia e autore del piano su cui la “variante” si basa. Viganò attualmente è consigliere comunale della lista civica Faglia.

Viganò, come voterà sul PGT?

Potrei anche votare a favore, se la variante presentata in aula ritornerà alla sostanza di quello che avevamo presentato noi nel 2007. Allo stato attuale, con le modifiche proposte, si tratta di un non-piano in senso letterale, cioè che non pianifica ed è indifferente ai numeri. In sostanza, un modo per dare ai privati licenza di costruire con la copertura del Comune. Una “truffa urbanistica” in piena regola, tra l'altro antieconomica tenendo conto del mercato attuale. Tutte o quasi le aree libere urbane ed extraurbane saranno edificabili. Nascoste tra le righe ci sono inoltre norme che potrebbero permettere di convertire centinaia di migliaia di metri cubi di terziario in aree a destinazione residenziale. Ho dubbi sulla conformità di questa variante alla legge regionale in materia.

Resta il fatto che l'impianto del  piano che verrà modificato  in aula è stato predisposto da lei e Faglia nel 2007. Quanto cambia con questa “variante generale”?

Questa variante è esattamente il contrario di ciò che abbiamo fatto noi. Hanno rimosso le priorità, non ci sono soglie programmate di intervento, nè salvaguardia delle aree agricole libere. Non è un patto tra la città e l'Amministrazione come un PGT dovrebbe essere, ma un accordo sottobanco tra gruppi finanziari e uomini politici per esigenze di speculazione immobiliare.

Mi faccia qualche nome.

I soliti noti.

E' possibile per una città come Monza rimandare l'approvazione del nuovo piano?

Prima della "variante" Mariani, Monza aveva la fortuna di avere già un nuovo PGT che tutelava il territorio. Bastava tenere quello. Invece negli ultimi 3 anni ci sono 23 richieste di privati che andavano a insistere sulla riqualificazione di aree dismesse lasciate in standby. La variante a mio modo di vedere non è nemmeno conforme alla legge urbanistica regionale.

Cosa propone in alternativa? A livello sia procedurale che di contenuti.

Quella di cambiare amministrazione. L'esigenza di una variante è nata dalla volontà di rendere edificabile la zona della Cascinazza: il resto è un mero corollario per mascherarlo. Per questo motivo penso che potrebbero esserci dei casi di coscienza all'interno della maggioranza durante la votazione in consiglio.

 

Qui tutte le interviste ai gruppi nel Consiglio comunale di Monza

Gli autori di Vorrei
Antonio Piemontese
Antonio Piemontese